Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Superstrada Via del mare, sindaci e opinione pubblica si dividono dopo l’affidamento dei lavori
La scorsa settimana la Regione Veneto ha annunciato che la gara per la realizzazione della cosiddetta “Via del mare” è stata vinta dal consorzio stabile Sis, società piemontese facente capo alla famiglia piemontese Dogliani, già costruttrice della Pedemontana veneta. I numeri della nuova arteria sono imponenti: si tratta, infatti, di un investimento di oltre 200 milioni di euro per realizzare entro tre anni una superstrada a pedaggio, a due corsie per senso di marcia, lunga 18,6 km, che colleghi l’attuale casello di Meolo con la rotatoria Frova, alle porte di Jesolo paese.
L’opera è stata pensata per fluidificare il traffico dei vacanzieri diretti alle località turistiche di Jesolo e Cavallino Treporti, che ogni anno accolgono milioni di turisti italiani e stranieri. Verrà costruita da Sis in project financing: ciò significa che Sis anticiperà, a sue spese, i costi di realizzazione dell’opera, con la prospettiva di recuperare l’investimento attraverso i pedaggi, ottenendo la concessione dell’infrastruttura per 32 anni. Lo Stato non sborserebbe denaro per questo progetto. Il pedaggio è previsto in 2,5 euro per le automobili e 4,5 euro per i mezzi pesanti, mentre sarebbe gratuito per i residenti dei Comuni attraversati dall’opera: Meolo, Roncade, Musile di Piave, San Donà, Fossalta di Piave, Jesolo e Cavallino-Treporti. I Comuni di Treviso, San Biagio di Callalta, Monastier e Silea, invece, saranno esentati dal pedaggio solo per i primi due anni. Il nodo dei pedaggi è di primaria rilevanza: Sis è al centro di pesanti critiche riguardanti la loro gestione della Pedemontana veneta.
La notizia dell’aggiudicazione dei lavori ha suscitato reazioni contrastanti. Entusiasta si è dimostrato il sindaco di Jesolo, Cristopher de Zotti: “Attendiamo la firma della convenzione, il momento di non ritorno, ma posso dire che questo è un giorno storico. Adesso è necessario tenere alta l’attenzione sulle opere complementari, quali la bretella di collegamento con il lido est, che smisterà il 30% circa di tutto il traffico”. La sindaca di Cavallino, Roberta Nesto, rimarca l’importanza delle opere accessorie: “Se la strada si ferma alla rotonda del Tosano è inutile, servirebbe solamente a spostare la congestione di qualche centinaio di metri: bisogna realizzare gli interventi accessori di quest’opera verso il lido est e, soprattutto, a ovest, verso Cavallino”.
I primi progetti per una superstrada che collegasse Jesolo con Meolo risalgono al 1963. Il progetto definitivo è del 1995 e venne approvato da Veneto strade nel 2004: in questi ultimi 30 anni il mondo della mobilità è, tuttavia, profondamente cambiato, privilegiando l’utilizzo dei mezzi pubblici a discapito dei mezzi privati, riducendo emissioni e consumo del suolo. “Negli ultimi 30 anni, il progetto della «Via del mare» è stato aggiornato alla luce di queste nuove tendenze, delle edificazioni nuove o future (vedi Amazon) e dei cambiamenti climatici, che rendono i nostri territori più fragili dal punto di vista idrogeologico? Il progetto di questa strada è ancora attuale?”. A riflettere in coro su questi interrogativi alcune sindache del trevigiano, quali Rossella Cendron, sindaca di Silea, Pieranna Zottarelli, di Roncade, e Paola Moro, di Monastier, le quali stanno approfondendo la possibilità di fare ricorso al Tar, una volta che verrà presentata la convenzione. “La vera soluzione sarebbe disincentivare l’utilizzo dell’automobile, ma purtroppo manca la volontà politica: non si può pensare di raggiungere una città con 8 o 9 milioni di presenze turistiche solamente con le macchine: dove le metteremo?”, incalza Maurizio Billotto, vicepresidente regionale di Legambiente.
Cauti nelle reazioni anche i sindaci di Meolo, Alessio Pavan, e di San Donà di Piave, Alberto Teso: se il primo, la cui opera taglierà il comune in due, chiede che il tratto meolese resti esente dal pedaggio per tutti, il secondo esprime altre due perplessità: “Anzitutto, serve capire dove saranno posizionati i caselli, che non sono indicati nel progetto. Non vorrei, inoltre, che la presenza del pedaggio dirottasse gli automobilisti sulla viabilità locale che è, sì, gratuita, ma assolutamente inadeguata a sostenere ingenti volumi di traffico. Vi è, poi, un terzo dubbio, etico: sottraiamo un bene pubblico alla collettività, per cederlo a una società privata. E’ assolutamente essenziale che l’interesse pubblico sia prevalente e venga salvaguardato sempre”, conclude Teso.