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Mirano: il “ritorno” di sant’Antonio

Sabato 3 febbraio, in duomo, la restituzione della pala del Tiepolo restaurata
02/02/2024

Sabato 3 febbraio è una data importante per la parrocchia di San Michele Arcangelo di Mirano. Si celebrerà l’inaugurazione del restauro conservativo della pala del “Miracolo di sant’Antonio” di Giambattista Tiepolo. Dopo un anno di lavoro, fra progettazione, organizzazione e intervento sul dipinto, finalmente torna alla sua sede la Pala rinnovata: rappresenta il miracolo di sant’Antonio che riattacca il piede a un giovane, dipinto dall’artista verso il 1754, prima della partenza per la corte di Spagna, chiamato da Carlo III Farnese. L’episodio narrato riguarda un giovane che, pentito per aver dato un calcio alla propria madre, si tagliò il piede per punirsi, fraintendendo un consiglio dato da s. Antonio; ma, grazie all’intervento del santo, ebbe il piede risanato e il peccato perdonato. La rappresentazione è dominata dalla grandiosa figura del santo, eretta con in mano il piede tagliato, ma, al contempo, è il concetto espresso da tutta la composizione e il modo di significarlo, con la cura giudiziosa delle masse, la negligenza sapiente dei particolari, la solidità d’impasto e la magnificenza del colorito che attraggono l’ammirazione dello spettatore: accanto a una veste di un tono rosso arditissimo, contrastano certi lumeggiamenti argentini di una delicatezza inesprimibile. Dall’originaria collocazione su di un altare verso il fondo della chiesa, è stata spostata in una sede più vicina al presbiterio, anche a motivo dell’importanza che la figura del santo assumeva sempre di più nei fedeli.

È stata, inoltre, protagonista di un fatto criminoso, negli anni ’70 del secolo scorso. Nel pieno dei preparativi per le feste natalizie, il parroco e il sacrestano, all’apertura della chiesa, trovarono forzati un cancello e la serratura di due porte appena installate e la nicchia, che ospitava la preziosa opera di Tiepolo, spogliata del dipinto.

L’allora sindaco dichiarò che i miranesi erano “disposti a qualsiasi sacrificio” per riavere il dipinto. Dopo solo cinque giorni dal furto, la tela venne ritrovata a pochi chilometri da Mirano: era stata staccata dal telaio, arrotolata e avvolta nella carta da pacchi, legata con tre spaghi e posta nella mangiatoia di una stalla. Grande fu la gioia dei fedeli per il ritrovamento. Ora, lontano dai fatti, lo possiamo interpretare come un “miracolo” di Natale. Il Tiepolo è famoso per i colori luminosi che nei cieli sfondano i soffitti e la ricercatezza delle vesti dei personaggi, qualità che nella pala erano scomparsi, offuscati dal tempo: era diventato necessario intervenire e la proposta di restauro è stata subito accolta dal parroco, don Artemio Favaro, e dal direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali, don Paolo Barbisan. A curare l’intervento il laboratorio Arlango di restauro e conservazione di opere d’arte di Vicenza. Qui i restauratori, sotto la supervisione attiva e costante di Monica Pregnolato, della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per l’area Metropolitana di Venezia e le Province di ΒBelluno, Padova e Treviso, di don Barbisan e l’assistenza dei volontari della parrocchia, la Pala ha ripreso il suo aspetto. I maggiori esperti e le istituzioni la definiscono importante per la fattura e i contenuti artistici e la indicano come una “splendida lezione di pittura veneta”. Per la comunità del miranese è anche una fonte di raccoglimento e preghiera, e con il tempo è diventata un’immagine amica con cui parlare intimamente.

Il restauro è divenuto occasione, attraverso un progetto con il liceo Majorana-Corner di Mirano, per riconoscere il patrimonio che possediamo, valorizzarlo per la sua importanza, tenere viva la memoria e trasmettere ai nostri ragazzi e ragazze questa conoscenza che racconta la nostra storia, così da tramandare alle generazioni che seguiranno questo patrimonio di bellezza, di cultura e di fede.

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