martedì, 03 dicembre 2024
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“Vicinanze”, un progetto contro la povertà educativa

Buone prassi e modelli arrivano da Treviso. Mentre le scuole sono valorizzate come presidio del territorio, due primarie, Pascoli e Collodi, potrebbero non riuscire a far partire la classe prima a settembre

Selezionato, unico in Veneto, tra i 23 progetti vincitori su 137 partecipanti da tutta Italia, “Vicinanze - Scuola e territorio per costruire il futuro”, si rivolge a minori, genitori e insegnanti dei cinque istituti comprensivi di Treviso e si propone di realizzare azioni di supporto all’educazione e allo sviluppo dei bambini nella fascia d’età 6-14 e buone prassi da studiare ed esportare come modelli di intervento a supporto della povertà educativa.

Il progetto è̀ stato scelto, e dunque finanziato con 700 mila euro, dall’impresa sociale “Con i bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum nazionale del Terzo settore e il Governo.

“Vicinanze” vede come capofila la cooperativa La Esse e conta 23 partner tra istituzioni, compreso il Comune, scuole e associazioni.

“Un risultato storico per Treviso - spiega la coordinatrice del progetto, Lucia Di Palma, di La Esse - che arriva grazie a un lavoro già ben radicato sul territorio e che servirà a evitare che ci siano scuole o quartieri vittime di pregiudizi e facili etichettature”. A fine 2021 gli stranieri residenti nel Comune di Treviso erano il 14,3% della popolazione cittadina e 1.302 rappresentati da minori con background migratorio in età scolare (5-14 anni). Insieme a questo la denatalità porta alla possibilità che si creino dei plessi scolastici a forte rischio. Ci sono, infatti, plessi con un’alta concentrazione di alunni con cittadinanza non italiana, che va dal 35% fino al 70%. Per prevenire potenziali situazioni di fragilità educativa, il progetto vuole anticipare una risposta concreta al bisogno di avere scuole che offrano ampie opportunità di crescita e apprendimento a tutte le bambine e i bambini, ragazze e ragazzi che frequentano gli istituti affinché possano crescere in contesti e luoghi stimolanti e inclusivi. Con questo progetto pilota e innovativo a livello nazionale, si vuole porre l’attenzione sul potenziale tema legato alla prevenzione dei quartieri segregati, lavorando in un’ottica cittadina e di rete, considerando la scuola come bene comune centrale per la crescita dei minori. 곁

In concreto, per tre anni, da fine 2023 a fine 2026, con la possibilità di arrivare al termine dell’anno scolastico, a giugno 2027 saranno organizzate iniziative per i minori, per le loro famiglie e per gli insegnanti delle scuole del territorio. Coinvolti 2.000 bambini, 600 nuclei familiari, almeno 100 insegnanti e 100 volontari che operano nelle realtà messe in rete attraverso “Vicinanze”. L’Università Cattolica del Sacro cuore studierà l’impatto del progetto per trarne delle buone pratiche in ottica di prevenzione di fenomeni di marginalizzazione, esclusione, bullismo.

Iniziative per i minori

Saranno attivati più di 150 laboratori gratuiti per i bambini della primaria e della secondaria di primo grado. Da marzo i bambini della primaria parteciperanno alle attività inclusive gestite da persone con disabilità all’interno della cooperativa Solidarietà. Partiranno, inoltre, laboratori per sviluppare le competenze espressive, come arte, musica e teatro, scientifiche con quello di robotica, di matematica e scienze e attività sportive gratuite. Per le medie, i laboratori saranno scelti dai ragazzi in base agli interessi e negli istituti comprensivi Martini, Coletti e Felissent, che sono i più periferici, si potenzierà l’apertura pomeridiana delle scuole, proprio per contrastare il rischio di dispersione degli alunni e sostenere le fasce più fragili. Gli educatori della cooperativa La Esse saranno presenti all’interno degli istituti scolastici.

“La scuola - ha commentato Di Palma - è un luogo educativo di accoglienza, di relazioni, di cultura e di educazione. Così diamo nuove opportunità agli alunni e attiviamo le competenze trasversali. Il 23 maggio, al teatro Comunale del Monaco di Treviso, 300 alunni delle medie si esibiranno in concerto, dove non c’erano sezioni musicali abbiamo portato l’opportunità di realizzare un coro o un’orchestra. I bambini di quinta elementare torneranno a partecipare ai Giochi della gioventù”.

Per i genitori e per gli insegnanti

I genitori vengono coinvolti, invitati a incontrarsi, a conoscersi, a sentirsi parte di una comunità. Si lavora sull’integrazione, sul supporto alle nuove tecnologie, come il registro elettronico, e sui problemi di comprensione linguistica. Per gli insegnati, “Vicinanze” propone corsi di formazione e aggiornamento per rinnovare la didattica allo scopo di applicare nuove metodologie inclusive, incoraggiare la collaborazione tra gli alunni e favorire relazioni basate sul rispetto della diversità.

Infine, “Vicinanze” promuove anche la riqualificazione di spazi e dei percorsi per andare a scuola, per renderli più belli e vivibili, abitando il territorio, come ad esempio con la festa per famiglie e associazioni al parco Ali dorate di Monigo, il prossimo 12 maggio.

“Costruiamo una comunità educante - la conclusione di Di Palma - in cui tutti gli adulti hanno consapevolezza del loro ruolo e gli insegnanti non sono soli nel compito di stare accanto ai ragazzi, ma ognuno fa, secondo le proprie responsabilità, capacità e competenze. A questo scopo stiamo firmando con i diversi istituti comprensivi dei patti educativi di comunità, che sono il primo passo per le azioni e gli interventi coordinati, di supporto ai minori”.

Scuole come presidio

Scuole aperte, scuole che portano innovazione, inclusione, ricchezza educativa. Scuole come presidio del territorio, a contrasto di nuove marginalità, argine alla povertà educativa, alla dispersione scolastica, all’isolamento sociale e al degrado.

Ma come si concilia il ruolo sociale della scuola con il problema della denatalità, che porta alcuni plessi della primaria, anche quest’anno, a non raggiungere il numero minimo di alunni (15) per avviare la classe prima? E’ chiaro che il problema si pone, e se lo pongono genitori, insegnanti e presidi delle due scuole elementari di Treviso, le Pascoli di Santa Maria del Rovere e le Collodi di San Liberale, che attualmente non raggiungono i quindici iscritti, e che quindi non riusciranno ad attivare la classe prima e che si appellano all’ufficio scolastico e al Comune, nella speranza di una deroga.

“Da sempre la Collodi ha rappresentato un punto fermo per la costruzione di una comunità accogliente, attenta alla formazione culturale e all’inclusione delle famiglie del quartiere di San Liberale - scrivono i rappresentanti dei genitori e degli insegnanti della scuola -. Questa realtà scolastica, infatti, ha sempre fornito, negli anni, strumenti validi in termini di conoscenza e relazione all’interno del quartiere”.

La scuola chiede, dunque, “il massimo impegno da parte delle Istituzioni preposte, per consentire la formazione della futura classe prima a tutela di famiglie e bambini. Alcune delle famiglie che hanno iscritto i bambini alla classe prima, hanno altri figli che frequentano le classi dello stesso plesso: si tratta di genitori che si muovono a piedi e che si troverebbero in grande difficoltà ad accompagnare i bambini in sedi scolastiche differenti. Questa situazione obbligherebbe le famiglie a ritirare anche gli altri figli dalla Collodi, sradicandoli dal loro gruppo classe e dal territorio nel quale stanno crescendo serenamente e in cui intessono relazioni quotidiane”.

“Speriamo - la conclusione della lettera - che ci sia lungimiranza da parte delle Istituzioni, affinché non venga perso un presidio nel quartiere così importante e così umanamente e culturalmente ricco”.

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