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Treviso del futuro, intesa tra Comune e Ferrovie

Sarà ridisegnata l'area della stazione ferroviaria. Le coperture economiche ferranno cercate tramite l'iniziativa privata e i fondi europei. E si prospetta un nuovo collegamento su rotaia che porti direttamente da Treviso Centrale all'aeroporto Canova.

Giovedì 11 novembre è stato firmato il protocollo di intesa tra il Comune di Treviso e le 5 società di Ferrovie dello Stato per la riqualificazione delle aree di proprietà queste ultime presenti sul territorio comunale e non più adibite all'esercizio ferroviario. All’incontro erano presenti il sindaco di Treviso Giovanni Manildo, l’assessore all’urbanistica Paolo Camolei, Carlo De Vito, Amministratore Delegato di FS Sistemi Urbani, e Leonardo Rainiero, responsabile Gestione e Sviluppo Asset Fs Logistica S.p.A.  Il progetto, che per ora è solo un'ipotesi ancora tutta da sviluppare, sembra ambizioso e dovrebbe coinvolgere la zona della stazione ferroviaria e san Zeno, quella della stazione santi Quaranta a San Giuseppe (10 mila mq) e lo scalo Motta a Selvana, dietro il Foro Boario (100 mila mq), per un totale di 30 ettari di terreni coinvolti.

Si propone una rivisitazione dell'intera area della stazione, riqualificando gli edifici di proprietà delle Ferrovie dello Stato nella zona di san Zeno e ricucendo così il quartiere con lo spazio circostante. A tal proposito è prevista anche la creazione di un nuovo ingresso posto sul retro dello scalo, nonché il ripensamento della viabilità che da san Lazzaro e san Zeno conduce a Treviso. Si parla inoltre del potenziamento dell'intermodalità ferro-gomma sia attraverso il trasporto pubblico sia con la creazione di nuovi parcheggi. Dovrebbe scomparire il sovrapasso ferroviario che collega la stazione a via Terraglio, mentre si prospetta un nuovo collegamento su rotaia che porti direttamente da Treviso Centrale all'aeroporto Canova.

L'intesa programmatica dovrebbe portare entro l'estate prossima, attraverso la creazione di un gruppo di lavoro che coinvolge tutti i firmatari, alla creazione di un masterplan dal quale poi realizzare il progetto. Collaboreranno all'elaborazione del piano anche due docenti di architettura dell'Istituto Iuav di Venezia, un professionista di urbanistica dell’Ordine degli Architetti e un docente di economia, esperto di finanza pubblica, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

“Obiettivo di questo protocollo – ha commentato Giovanni Manildo –  è costruire un atto di indirizzo che sia sostenibile dal punto di vista economico. Stiamo pensando alla realizzazione urbanisticamente più adeguata per l'interesse pubblico ed è per questo che il comune fa da regista di aree non sue e cerca di indirizzare il futuro sviluppo per una fruizione migliore possibile. Questo progetto cambia la faccia della città, non è un progetto che si fa in un paio d'anni, ma è un'idea per la quale bisogna iniziare a seminare per vedere i frutti nel tempo”.

Infatti, solo una volta completato l'iter amministrativo per convalidare tale piano sarà possibile presentarlo sul mercato alla ricerca dei finanziamenti privati per la messa in opera.

Le coperture economiche per il progetto, che dovrebbe avere un costo tra i 500 e i 600 milioni di euro, verranno cercate appunto nell'iniziativa privata oltre che attraverso i bandi per attingere ai fondi europei. “Il primo scopo che ci anima – ha concluso Carlo De Vito – è l'accessibilità ai servizi ferroviari. Con operazioni come quella che abbiamo avviato oggi a Treviso e in tutte le città che gravitano sugli assi del sistema dell'alta velocità intendiamo far sì che le stazioni costituiscano un punto fondamentale della rete della mobilità”.

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