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Presentati a Treviso i progetti di imprenditorialità per donne migranti

Dal 4 all'8 maggio nel salone della Camera di commercio sarà visitabile la mostra "Le donne e le maschere africane". Sabato 7 il secondo spettacolo dell'artista di origini senegalesi Mohamed Ba

Sabato 30 aprile,  al Villaggio solidale di Santa Bona , la cooperativa Hilal, in occasione dell’Iftar (il tradizionale pasto serale consumato dai musulmani per interrompere il loro digiuno del mese di Ramadan) ha presentato il bilancio del progetto per donne migranti “World’s kitchens”. Durante la serata, cristiani e musulmani si sono seduti allo stesso tavolo per un momento conviviale di conoscenza reciproca e condivisione. L’iniziativa di “World’s kitchens” è nata grazie a un fondo sociale europeo e si basa sul riconoscimento del tessuto associativo e solidaristico delle donne migranti della provincia di Treviso (ci sono a oggi 95mila migranti nella Marca, di cui 20-25% di origine africana. Di questi, più o meno 10 mila sono donne).

Si struttura in molti gruppi di mutuo aiuto, importati prevalentemente dalla cultura africana e conosciuti con nomi quali “Tontine”, in aree francofone, “Dart” in Marocco, “Ajo” in Paesi anglofoni. Ma sono state le associazioni trevigiane I Care e Solidarietà a colori ad aver scoperto l’esistenza di questi gruppi e a porsi l’obiettivo di approfondirne la conoscenza, con lo scopo di sostenerli, valorizzarli e sostenere l’imprenditorialità al femminile. Si tratta di un sistema che favorisce il risparmio e il sostegno economico reciproco: ogni mese le donne si riuniscono e donano al gruppo una somma, che è la medesima per tutte. Di mese in mese, poi, una di loro, a turno, riceve tutto l’ammontare raccolto e così si prosegue, fino a elargire la somma raccolta mensilmente a ciascuna delle partecipanti.

Ciò può permettere di affrontare una spesa consistente senza troppo gravare sul bilancio familiare. Gianni Rasera, Liana Manfio di I Care e Sonja Stomatovic di Solidarietà a colori raccontano che una volta intercettati gruppi di donne di Burkina Faso, Nigeria, Senegal, Marocco e America latina, hanno sviluppato il progetto “Madame”, che, partito nel novembre del 2021, si è snodato in 4 incontri in cui le donne migranti sono state portate a conoscenza delle norme che regolano la vita sociale in Italia, delle regole da rispettare in ambito condominiale e della possibilità di avviare piccole attività imprenditoriali da casa, per le quali attualmente la normativa è semplificata.

Il progetto “Madame” è molto importante perché intercetta modalità di aggregazione delle donne migranti, a volte invisibili e ha avuto, invece, una sua interessante visibilità per la città di Treviso, dal 4 all’8 maggio nel salone della Camera di commercio di Treviso, con la mostra “Le donne e le maschere africane, riti di passaggio”. La mostra (a ingresso libero con offerta responsabile. Orario 9.30-12.30 e 15-19), è guidata da Mohamed Ba, di origine senegalese, attore di cinema e teatro, “griot” (poeta e cantore delle tradizioni dell’Africa occidentale, ndr) e percussionista, che mercoledì 4 maggio ha presentato lo spettacolo teatrale “Attraversamenti” e sabato 7 maggio, alle 17.45 va in scena con la pièce “Alterità e remissione”. Sono questi percorsi significativi, per cui va dato un ringraziamento alle associazioni che si sono attivate per realizzarli, perché tracciano una strada di integrazione e conoscenza delle alterità che vivono a fianco a noi, una strada da non perdere di vista, soprattutto in questi tempi difficili. 

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