Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
"La valigia della memoria", il nuovo allestimento teatrale de Gli Alcuni per non dimenticare la Shoah
Debutto il 24 gennaio al teatro Sant'Anna di Treviso per un pubblico di studenti. Nuovo allestimento teatrale scritto e diretto da Anna Manfio, è dedicato alla Giornata della Memoria. Tra il 24 gennaio e il 3 febbraio lo spettacolo viene proposto alle scuole e al pubblico con sette appuntamenti in Veneto, Friuli e Trentino-Alto Adige.
Il 27 gennaio di ogni anno si celebra in tutto il mondo la Giornata della Memoria, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2005 per ricordare le vittime dell’Olocausto.
In occasione della Giornata della Memoria 2023 il Centro di produzione teatrale Gli Alcuni ha prodotto “La valigia della memoria”, il nuovo spettacolo rivolto ai giovani/studenti e agli adulti.
Il testo e la regia dello spettacolo sono di Anna Manfio, che lo interpreta in scena con Laura Fintina (figlia e madre nella vita reale, per la prima volta sole insieme sul palco). La valigia della memoria è arricchita da proiezioni – parte delle riprese dello spettacolo sono state effettuate nel suggestivo antico cimitero ebraico di Conegliano, dove le lapidi sono immerse tra il verde degli alberi – e vi sono anche animazioni che partono dalle illustrazioni di uno dei creativi di Gruppo Alcuni, Angelo Feltrin. Le musiche dal vivo sono eseguite da Simone Miotto.
Dal 24 gennaio al 3 febbraio lo spettacolo verrà replicato in 5 matinée per le scuole – a Treviso, Padova, a Palazzolo dello Stella (Udine) e a Comano Terme (Trento) – e verrà presentato anche a Vigonza (PD) e Vazzola (TV) in due appuntamenti aperti al pubblico.
Un oggetto perso nella tasca della valigia, un suono, un semplice gesto, innescano un’insolita memoria nelle due viaggiatrici che ricordano la vita di altre persone durante gli anni delle leggi razziali e della persecuzione antisemita in Italia e in Germania. Il fluire del racconto scivola delicato sui temi dolorosi della memoria dell’olocausto e della violenza, ma è indelebile – dal passato al presente e viceversa –, in quei giri strani che solo la nostra mente riesce a generare quando saltella tra i ricordi. Le musiche popolari ebraiche di celebri compositori come Dmítrij Šostakóvič, Maurice Ravel e Mario Castelnuovo-Tedesco contribuiscono a costruire una memoria aperta, intrecciandosi nel viaggio dello spettacolo. |
Di Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968) verrà proposto l’ascolto di Three Sephardic songs composte nel 1949. I tre brani in spagnolo intitolati Montañas Altas, Ven y veràs e Una Noche, si rifanno alle popolazioni ebraiche sefardite, originarie della penisola iberica, dalle quali la famiglia di Mario Castelnuovo-Tedesco discendeva. Negli anni ‘30, Castelnuovo-Tedesco era un compositore e pianista riconosciuto. Nel 1938 le leggi fasciste cambiarono la traiettoria della vita e la carriera di Mario Castelnuovo Tedesco. Questo viaggio segnò per sempre la vita del compositore: con la sua famiglia tornò diverse volte in Italia dopo la guerra, ma non si sentì più come un vero italiano. Come scrisse al riguardo, il musicista si definiva sospeso tra due mondi…
Di Maurice Ravel (1875-1937) verranno proposte le "Deux mélodies hébraiques" per voce e pianoforte, del 1914, dai titoli "Kaddish" e "L’Enigme eternelle". Questi brani hanno avuto la triste sorte di essere prese a pretesto come principale capo d'accusa, nel processo indiziario sulla non sicura arianità del musicista intorno al 1933-34. Ravel rispondeva, a chi gli annunciava che le sue opere stavano per avere, in Germania, la stessa sorte di Mendelssohn, bandito in quanto ebreo: “Dite al ministro tedesco che sarò molto felice e lusingato di condividere il destino di questo grande collega”.
Dmítrij Šostakóvič (1906-1975) tenne sempre in grande considerazione la musica ebraica, nonostante non fosse ebreo: nel corso dello spettacolo la sua canzone "The girl’s song" (che fa parte di un ciclo di canzoni per soprano, contralto, tenore e orchestra dal titolo "Dalla poesia popolare ebraica op. 79" sarà filo conduttore del tema della memoria e dell’appartenenza. In merito allo stimolo a comporre questo ciclo, lo stesso Šostakóvič ha precisato: “Un giorno, nel dopoguerra, in una libreria ho trovato un volume di canzoni ebraiche; speravo che ne riportasse anche le arie, ma il libro conteneva soltanto i testi. Pensai che se ne sceglievo un certo numero e li mettevo in musica, sarei stato in grado di illustrare il destino del popolo ebraico. Mi sembrava una cosa importante, perché vedevo che attorno a me cresceva l'antisemitismo”. Šostakóvič ricorda che sin da bambino egli era stato educato a considerare l'antisemitismo come una vergognosa superstizione: “Quasi sempre la musica ebraica è insieme pianto e riso. Ai nostri giorni nessuno che abbia un minimo di decenza può essere antisemita. Sembra a tal punto ovvio che non occorrerebbe neppure parlarne: eppure da almeno trent'anni mi trovo a dover battere e ribattere su questo chiodo”.
(in grassetto le due date aperte al pubblico, le altre sono riservate alle scuole) Mart. 24 gennaio – Teatro Sant’Anna (TV) Merc. 25 gennaio – Teatro Sant’Anna (TV) Giov. 26 gennaio – Teatro Esperia (PD) Ven. 27 gennaio – Auditorium delle Scuole (Palazzolo dello Stella-UD) Sab. 28 gennaio – Teatro Quirino De Giorgio (VIGONZA – PD) h. 18 – ingresso gratuito Giov. 2 febbraio – Auditorium delle Terme di Comano (Comano Terme-TN) Ven. 3 febbraio – Auditorium Giorgio Lago (VAZZOLA – TV) h 20,30 – offerta libera |