Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Estate ragazzi: finalmente si torna a incontrarsi
Le parrocchie di Treviso Nord insieme per le attività con i giovani. Coinvolte nel progetto Santa Bona, San Paolo, San Liberale e Immacolata
Quasi 130 bambini e adolescenti in quattro settimane, dal 21 giugno al 16 luglio, 30 animatori delle scuole superiori più una ventina di giovani universitari a fare da supervisori, naturalmente su base volontaria. Questi i numeri dell’Estate ragazzi organizzata dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 13, dall’associazione Noi e dagli scout Fse, con il supporto del Comune, nelle parrocchie di San Paolo, Santa Bona, San Liberale e Immacolata.
A causa della normativa anti Covid, come ha spiegato il presidente del Noi San Paolo Enrico Stecca, è stato necessario, come l’anno scorso, suddividere i ragazzi in piccoli gruppi, in modo da creare delle bolle isolate le une dalle altre per arginare eventuali casi si contagio. Due le sedi: le scuole Collodi di San Liberale hanno ospitato i bimbi della scuola primaria, mentre a Santa Bona gli spazi parrocchiali hanno accolto i ragazzi delle medie, una quarantina in tutto, ben felici di ricevere una proposta educativa tagliata su misura per la loro età.
“Quest’anno c’è stata molta partecipazione anche fra i ragazzi di terza media - ha chiarito don Stefano Tempesta, cappellano di Santa Bona -, almeno una quindicina solo per quella classe di età, che di solito è quella che fa più fatica a partecipare alle attività, il successo è stato dato dalla proposta ad hoc per loro”. I giovani volontari delle parrocchie hanno inoltre animato le serate negli spazi del Noi di San Paolo. All’Immacolata invece sono attivi i progetti della comunità di Sant’Egidio. I ragazzi hanno, dunque, avuto modo finalmente di reincontrarsi, di stare assieme tra momenti di preghiera, gioco e laboratori di manualità.
La proposta educativa era strutturata in base al sussidio proposto dal Noi “Kairos, persi nel tempo”. Attraverso la trasposizione scenica degli animatori, i ragazzi sono stati accompagnati alla riscoperta del valore di un tempo caratterizzato dalla riscoperta del valore delle emozioni che nascono dall’incontro con l’altro. Un tempo dove ritrovare quella relazione che obbliga a uscire dalla propria “zona comfort” per interrogarsi su cosa sente l’altro, per scoprire il mondo di interessi, di modi di fare e di sentimenti in cui è immerso. Ma a Estate ragazzi non sono mancate anche le gite, nonostante le difficoltà nell’organizzazione: “Basti pensare che per ogni escursione adesso servono il doppio dei pullman” ha chiarito Stecca.
“E non solo - ha aggiunto don Stefano -, ma bisogna fare attenzione alla salita e alla discesa dei ragazzi, affinché si mantenga sempre il distanziamento e le «bolle» non vengano in contatto tra loro... Le normative sulla sicurezza sono uscite a maggio, abbiamo avuto poco tempo per organizzare, la burocrazia è stata tanta, ma alla fine siamo stati ripagati dai riscontri positivi arrivati dalle famiglie”. Un lavoro enorme che tuttavia ha portato a grandi soddisfazioni. La prima uscita è stata al mare, a Bibione: “Abbiamo organizzato tre corriere - ha raccontato don Tempesta - per 110 ragazzi. Erano tutti entusiasti, si trattava della loro prima gita al mare dopo il lockdown”. Poi c’è stata un’uscita in malga e al sacrario sul Monte Grappa, la settimana successiva una passeggiata nell’oasi di Cervara per i più piccoli mentre i più grandi facevano “rafting” in montagna, e infine l’incontro con gli animali dello zoo.
“L’organizzazione è stata complessa - ha proseguito il presidente del Noi -, ma ne è valsa la pena, è stato un valore aggiunto alla nostra offerta estiva e le famiglie ne sono state molto soddisfatte”.
La macchina organizzativa era rodata. Infatti già l’anno scorso le parrocchie avevano costruito una proposta estiva per i giovani, in condizioni anche più difficili di oggi. Il dialogo con l’Amministrazione comunale è servito a coordinare la proposta e a fornire un supporto a livello organizzativo. Il tutto in ogni caso è stato autofinanziato. Ogni gruppo di ragazzi era seguito dagli animatori provenienti dal mondo scout e dai gruppi giovani, affiancati da un responsabile maggiorenne. “I volontari delle parrocchie in questo periodo si sono impegnati anche più del solito - ha raccontato Stecca -; infatti oltre a seguire il loro gruppo hanno fatto anche un grande lavoro di coordinamento tra di loro. Inoltre erano tutti vaccinati e hanno sempre tenuto i presidi di protezione individuale per rendere l’ambiente il più sicuro possibile”.
“Nella verifica con gli animatori - ha concluso il cappellano -, è emersa la soddisfazione per un progetto di qualità nato nella periferia cittadina, in tempo di pandemia e con tutte le limitazioni e le incertezze del caso. Ora vogliamo lavorare per aprire il coinvolgimento ad altre realtà. Nonostante le difficoltà, inoltre, il lavoro in piccoli gruppi ha permesso di investire su una dimensione più umana, domestica e attenta al singolo”.