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Convegno di Fiab Treviso: città a trenta all'ora

La federazione trevigiana amici della bicicletta ha organizzato l'incontro "Verso la città 30" con proposte, anche internazionali, per dimostrare come realizzare una città a mobilità lenta, rispettosa innanzitutto delle persone. 

Una strada di tutti, auto, moto e motorini, bici, pedoni. E sicura, per tutti. Questo il nodo cruciale del convegno “Verso la città 30”, organizzato dalla sezione trevigiana della federazione Amici della bicicletta (Fiab), venerdì 10 marzo.  

La riduzione della velocità delle automobili da 50 a 30 chilometri orari nelle strade comunali a una corsia per senso di marcia, infatti, è una battaglia che la Fiab conduce in nome della sicurezza stradale, soprattutto di pedoni e ciclisti. La proposta è realizzabile, lo hanno dimostrato i numerosi esempi portati durante la mattinata. Bologna, ma anche Lubiana, Graz, Bruxelles e Valencia. Il ripensamento della viabilità ha portato a strade meno trafficate, maggiori aree verdi e più spazio per la mobilità lenta. Giuseppe Grezzi, assessore alla Mobilità della città di Valencia ha raccontato come la trasformazione della città abbia portato non solo a una migliore qualità della vita dei cittadini e a una diminuzione dell’inquinamento dell’aria, ma anche a una crescita economica, poiché il benessere ha generato un circolo virtuoso di investimenti economici. Non si tratta, in ogni caso, di una trasformazione possibile dall’oggi al domani, servono infrastrutture, segnaletica, parcheggi per le biciclette ed educazione stradale. Servono aree pedonali e spazi verdi, incentivi all’uso di mezzi elettrici. L’obiettivo, come ha spiegato Susanna Maggioni, presidente di Fiab Treviso, è quello di azzerare la mortalità per incidenti stradali e ridurre l’inquinamento atmosferico. 

A questo proposito, Claudia Iuzzolino, tecnica del dipartimento Qualità dell’aria dell’Arpav, ha spiegato: “Sappiamo che la Pianura Padana ha condizioni geografiche molto sfavorevoli per il ristagno delle polveri sottili. Negli anni, comunque, l’aria di Treviso è migliorata, tuttavia ancora sforiamo i limiti di legge. E sarà sempre peggio, visto che l’Unione europea sta ipotizzando di dimezzare il numero di sforamenti dei livelli di polveri sottili consentiti. Partiamo in svantaggio e rischiamo di trovarci a rincorrere obiettivi sempre più difficili da raggiungere. Per questo ogni cosa aiuta, abbassamento del riscaldamento, coibentazione degli edifici, diminuzione del traffico veicolare. Bisogna lavorare a 360 gradi: più la situazione migliorerà, più i cittadini saranno invogliati a girare in bicicletta. L’educazione è alla base di tutto, per questo motivo Arpav interviene nelle scuole. In 10 anni abbiamo abbassato i livelli di polveri sottili del 15%, siamo bravi, ma il mondo va in una direzione precisa e noi oggi dobbiamo fare di più degli altri per recuperare”. 

Durante la mattinata è intervenuto anche il vicesindaco della città di Treviso e assessore alla Mobilità, Andrea De Checchi. “Per valorizzare la città e renderla sempre più vivibile la questione della limitazione della velocità a 30 chilometri orari è fondamentale – ha chiarito –. Il primo obiettivo è quello di togliere veicoli dalle strade, senza creare nuove arterie, poiché questo è un concetto sorpassato che serve solo a spostare il traffico e a consumare suolo. Dobbiamo fare le ciclabili e tenerle bene, lavorare sull’approccio culturale, convincere i cittadini che percorrono brevi distanze a usare mezzi più ecologici, alternativi all’auto privata”.  

Ad approfondire il tema, dando le linee guida di quella che potrebbe essere la Treviso del futuro, è stata Michela Mingardo, tecnica dell’ufficio Mobilità del Comune, che ha raccontato un percorso in atto da quasi vent’anni e che sta cambiando il volto della città, proseguendo in direzione delle “zone 30”: “Partiamo dal rovesciamento di un concetto, l’incidentalità non può essere responsabilità esclusiva delle vittime, le strade vanno messe in sicurezza. Alle volte bastano accorgimenti minimi per impedire manovre rischiose e azzardate. Se lavori sulla strada induci l’utente a comportarsi in maniera diversa, più corretta e rispettosa delle regole. Tra le indicazioni più impellenti che abbiamo ricevuto dalla progettazione partecipata del Pums (Piano urbano mobilità sostenibile ndr) ci è arrivata quella di mettere in sicurezza i percorsi casa-scuola. Gradualmente amplieremo le zone a traffico limitato in centro storico e anche la rete ciclabile. Dobbiamo pensare una città a misura di bambino, allora sarà davvero una città sicura per tutti”. 

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