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Collegio Pio X: nuovo anno con molte novità

All'incontro formativo per gli insegnanti, tenuto da don Donato Pavone, annunciati i presidi e il nuovo direttore spirituale, che sarà don Cristiano Serafin.

L’anno scolastico del Collegio Pio X per i docenti è incominciato martedì 1° settembre con una giornata di formazione e di programmazione, che si è svolta nella sala convegni del Seminario. Dopo i saluti a tutti i presenti e in particolare a chi per la prima volta entrava a far parte della “squadra del Pio”, il rettore mons. Lucio Bonomo ha comunicato la struttura di vertice degli istituti scolastici. Il prof. Mauro Bordignon, oltre che preside del Pio X International, dei Licei Classico e Linguistico e della Scuola Media, è da quest’anno anche il coordinatore delle Superiori e delle Medie. Preside del Liceo Scientifico è il prof. Mario De Conto, mentre la professoressa Laura Catella è la responsabile delle scuole dell’Infanzia e della Primaria. Mons. Bonomo ha poi ricordato che il Collegio Pio X non solo è scuola cattolica, ma è scuola della Diocesi. Il Vescovo ha messo ancora a disposizione un prete come padre spirituale per tutte le persone che frequentano il collegio, studenti in primis, ma anche docenti e genitori. Da quest’anno il nuovo direttore spirituale è don Cristiano Serafin, ex allievo del Pio X e attuale educatore in Seminario, che subentra a don Silvio Caterino, nominato parroco di Falzè e Trevignano.
La mattinata è stata poi dedicata alla densa relazione di don Donato Pavone, docente di Antropologia filosofica e di Psicologia, sul tema “Dalla questione antropologica alla sfida educativa”. L’agire pedagogico non è mai neutrale, ma si richiama sempre a una certa visione di uomo, che, per i cattolici, è indicata da numerosi documenti dei Vescovi e in particolare dai contenuti del Concilio. Tuttavia, i riferimenti principali sono i Vangeli, dai quali emerge una visione unitaria dell’uomo. Personalità unitaria dell’allievo, personalità unitaria del docente. “Il docente non è un tecnico della formazione”, ha detto il prof. Pavone, “perché è necessario il coinvolgimento sullo scopo. Non si può dissociare ciò che si fa, si vive e si insegna nell’unità. E’ quindi necessario nel docente un lavoro dentro di sé, una forma di ascesi personale per accrescere la capacità di collaborare”.
Quando viene toccata un’area della persona, ha detto Pavone, tutte le altre si mettono in movimento, per questo la formazione si rivolge a tutte le dimensioni della persona, fede inclusa. “La fede matura - ha detto - è un modo di essere e non si fa prima l’uomo e poi il cristiano perché unica è la dimensione della persona. E ogni persona è un mistero, non necessariamente un problema”.
Don Donato ha particolarmente sottolineato la qualità della relazione educativa che è una reciprocità asimmetrica, all’interno della quale l’adulto deve mantenere il proprio ruolo. La tendenza forte oggi dei giovani è di demolire il ruolo dell’adulto, di stabilire una reciprocità simmetrica che consenta loro, volontariamente o no, di “manipolare” l’altro. Il docente che dovesse ondeggiare nell’incertezza rischia di creare seri danni.
Nel pomeriggio i docenti hanno declinato la relazione in diversi cantieri di lavoro dedicati alla prassi educativa, soffermandosi in particolare sulla “mission” del Pio X.

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