venerdì, 22 novembre 2024
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Caos parcheggi ospedale Ca' Foncello di Treviso

E' sempre più complicato trovare uno stallo libero per chi si reca in ospedale, ma da fine aprile ci saranno 800 nuovi posti auto in più, seppure a pagamento. L'unica alternativa possibile sempre essere Prato della Fiera, peccato che così venga totalmente snaturato. 

Trovare un parcheggio per recarsi in ospedale a Treviso è sempre più complicato, per non dire impossibile. Spesso, non solo tutti gli stalli disponibili sono pieni, ma anche gli spazi in divieto di sosta, come il lato della rotonda e i marciapiedi. Unica alternativa al parcheggio selvaggio è il prato di Fiera, da cui si accede agevolmente alla struttura attraverso villa Carisi. Abbiamo provato a capire cosa sta succedendo con il direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana Francesco Benazzi: “Non è una situazione nuova – ha spiegato –, ma un problema che dura da anni, è il motivo per cui con la nuova Cittadella della salute sono stati pensati altri ottocento stalli oltre ai mille già esistenti”. 

Inoltre, ha precisato Benazzi, l’afflusso al Ca’ Foncello è aumentato del 30 per cento in questi mesi, poiché c’è la necessità di recuperare visite ed esami che erano rimasti bloccati con la pandemia. 

Ottocento nuovi parcheggi, dunque, saranno pronti entro la fine di aprile, ma saranno a pagamento, e neanche troppo vicini agli ingressi del nosocomio. Ci si chiede, inoltre, se sia giusto far pagare il parcheggio per l’accesso a un servizio pubblico: “In molti ospedali è già così – ha chiarito il direttore –. Noi non ci possiamo fare nulla, la ditta che sta portando a termine i lavori ha deciso per un project financing, ma ci stiamo accordando per limitare i costi”. In sostanza significa che l’opera sarà finanziata grazie ai ricavi dei biglietti del parcheggio stesso. Sembra che la prima ora costerà cinquanta centesimi, fino a una spesa massima di tre euro per l’intera giornata. Queste le cifre sulle quali si sta contrattando. Tuttavia, è plausibile che una larga fetta di fruitori dei servizi dell’ospedale continuerà a usufruire degli stalli gratuiti di Fiera, più vicini all’ingresso nord, anziché pagare per quelli nuovi: “Questo è il rischio d’impresa – il commento di Benazzi che poi ha proseguito –, è indubbio che per noi il prato di Fiera rimane una buona valvola di sfogo. Abbiamo mille parcheggi liberi, poi ce ne saranno altri ottocento a pagamento, inoltre, stiamo ragionando con l’Amministrazione comunale su altre soluzioni, come per esempio gli spazi dell’ex deposito Mom”. 

Il deposito degli autobus, infatti, è stato trasferito in via Castellana nel febbraio 2021. Il sindaco di Treviso, Mario Conte, ha avanzato delle ipotesi di riqualificazione che prevedono un’area destinata a parcheggio, una agli sport all’aria aperta e al gioco dei bambini, nonché la famosa passerella di collegamento con la Restera. Tutto questo, tuttavia, è ancora allo stato di ipotesi.  

Per le persone fragili, con disabilità o donne in gravidanza ci sono degli stalli riservati all’interno dell’ospedale, entrando dalla portineria nord; per tutti gli altri, l’unica alternativa è il prato di Fiera. Con la bella stagione, tuttavia, le associazioni che si impegnano a trasformare il prato in un luogo di aggregazione, anziché di parcheggio, riprenderanno le loro attività culturali. L’associazione Prato in Fiera, in collaborazione con Cineforum labirinto e Grande raccordo ambientale, ha già presentato in Comune la propria proposta culturale per l’estate, da giugno a settembre. Certo è che gli spazi rischiano di essere soffocati dalle auto in sosta: “Il prato di Fiera sulle mappe è registrato come verde urbano, non come parcheggio – spiega Dario Brollo, presidente di Prato in Fiera –, solo 2 mila dei 22 metri quadri sono stati accatastati a parcheggio nel 2018, e noi a quella decisione abbiamo presentato ricorso. Non possiamo sempre sacrificare il verde pubblico alle esigenze dell’uomo”.

La questione rimane, dunque, controversa: parcheggi a pagamento per accedere ai servizi di sanità pubblica, oppure area di parcheggio gratuita in uno spazio verde, luogo di cultura e socializzazione? In entrambi i casi il compromesso va a scapito dei cittadini. “Non dovremmo neanche parlarne – conclude Brollo –, se la politica vuole, può creare mille alternative che salvaguardino l’ambiente, sia modificando le modalità di accesso all’ospedale, sia trovando altri spazi per il parcheggio, magari sacrificando spazi destinati all’edilizia anziché le aree verdi”. 

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