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Torna in chiesa a Resana la pala restaurata

Il dipinto, che si presentava in condizioni davvero precarie, è stato ricollocato sopra l'altare e raffigura la Madonna e san Gaetano

Domenica 7 agosto, nella chiesa arcipretale di Resana, è tornata a splendere sul suo altare la grande pala raffigurante la Madonna e san Gaetano, attribuita al maestro seicentesco Antonio Arrigoni. Il dipinto è stato sottoposto negli ultimi mesi a un radicale intervento di restauro affidato ad Annalisa Tosatto, specialista del settore.

La situazione della tela si presentava davvero molto precaria, con ridipinture, cadute di colore e decoesioni. Il dipinto, una volta trasportato nel laboratorio di restauro, è stato reintelato, poi ripulito con tutta l’attenzione del caso e quindi risarcito delle lacune nella pittura. Il restauro ha evidenziato che la lunetta soprastate la pala, raffigurante due putti angelici, è stata aggiunta in epoca successiva al dipinto, anzi in due diversi momenti.

Il complesso intervento, condotto sotto il controllo della Soprintendenza del ministero della Cultura (e in particolare del prof. Fabrizio Magani) e dell’ufficio Beni culturali della diocesi di Treviso, è durato oltre sei mesi. A finanziarlo in modo totale è stata una famiglia resanese che ha scelto di restare incognita.

Domenica 7, nel corso della messa delle 11, la pala restaurata è stata “scoperta”, offerta cioè per la prima volta all’ammirazione dei fedeli. A illustrane il pregio dell’opera sarà don Paolo Barbisan, direttore dell’ufficio Beni culturali della diocesi di Treviso, mentre l’intervento eseguito sarà illustrato dalla stessa restauratrice.
“La scelta del 7 agosto - ricorda il parroco - non è casuale: è infatti il giorno in cui la Chiesa cattolica ricorda san Gaetano Thiene, il santo cui la pala è dedicata. San Gaetano è, con san Bartolomeo Apostolo, patrono secondario della parrocchia di Resana”.

San Gaetano era il primogenito di una nobile famiglia vicentina. Dopo essersi laureato in materie giuridiche all’Università di Padova, decise di lasciare titolo e patrimonio per dedicarsi agli umili, creando ospedali, ospizi e luoghi di accoglienza prima in Veneto, poi a Roma e infine nel Regno di Napoli dove morì nel 1547: è ricordato come “il santo della provvidenza”.

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