Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
San Biagio di Callalta: il Centro che dà sollievo
Attualmente i volontari Anteas sono 19 e gli utenti anziani che si ritrovano nella sede di piazza Tobagi sono 7. Le attività del Centro Sollievo si svolgono tutti i martedì e giovedì mattina.
“Siamo come una famiglia allargata. Il clima che cerchiamo di creare fra volontari, utenti e famiglie è quello della condivisione, dell'ascolto, dell'accoglienza fatta con il sorriso”.
Giuseppe Caronello è il coordinatore del Centro Sollievo Anteas di San Biagio di Callalta, esperienza iniziata nel dicembre 2014 grazie ad un progetto della Regione Veneto avviato nei territori per creare alcuni nuclei, gestiti da volontari adeguatamente preparati, per sostenere e supportare le famiglie nella difficile gestione dei malati di Alzheimer.
“Il Centro Sollievo è il primo step per aiutare le famiglie – spiega Giuseppe – quando i malati sono nella fase iniziale del decadimento cognitivo. In sostanza, la nostra attività si svolge quando le persone colpite da Alzheimer sono ancora gestibili a casa, dai propri cari. Tutto si svolge all'interno di una rete, nella quale vi è un dialogo continuo fra le famiglie degli anziani, i Servizi sociali, l'Usl territoriale di riferimento, la Regione Veneto. Noi rappresentiamo il tassello del volontariato grazie ad Anteas (associazione nazionale tutte le età attive per la solidarietà), di cui facciamo parte”.
Per quanto riguarda il Centro Sollievo di San Biagio di Callalta, ospitato nella sede di piazza Tobagi concessa in comodato gratuito dal Comune, i volontari Anteas attualmente sono 19 e gli utenti anziani 7. “Al massimo abbiamo seguito in contemporanea 9 persone – continua il responsabile – residenti nei comuni di San Biagio, Roncade e Carbonera. Per chi non ha nessuno che lo può accompagnare, è previsto un servizio di trasporto grazie ad Anteas”.
Le attività del Centro Sollievo di San Biagio si svolgono tutti i martedì e giovedì mattina. Il programma standard prevede l'accoglienza, la lettura ed il commento delle notizie del giorno, una sessione di ginnastica dolce, giochi di memoria e socializzazione, una merenda e poi tante passeggiate e chiacchierate insieme, ma anche attività divisi per gruppi, a seconda delle capacità di ciascuno. L'obiettivo è quello di sgravare per qualche ora le famiglie dal peso dell'assistenza, supportarle da un punto di vista emotivo e relazionale nel difficile percorso della malattia, senza lasciare solo nessuno, cercando di mantenere attivi gli utenti, favorendo per quanto possibile la loro permanenza a casa.
“In due anni di attività – spiega ancora Giuseppe – come volontari possiamo dire di essere molto soddisfatti, è grande la solidarietà che si è creata intorno ai noi (ad esempio, la sede è stata arredata con mobili regalati, il Comune paga le spese di riscaldamento e luce, c'è flessibilità nella gestione dei servizi). Si è creato un bel clima al nostro interno, al quale contribuiscono tutti coloro che vi partecipano. Le famiglie ci ringraziano poiché il sostegno, seppure si tratti di un granellino rispetto a quello che sono costrette a vivere, è per loro importante. Gli utenti di solito tornano a casa più tranquilli, rilassati, sono più facili da gestire. Per noi ogni occasione è buona per festeggiare: compleanni, Natale, Carnevale, ricorrenze varie, ogni tanto organizziamo anche un pranzo insieme. Nel complesso è un'esperienza per noi volontari molto positiva, in cui riceviamo ancora più affetto e riconoscimento di quello che riusciamo a trasmettere. È un'attività che ci ha aperto il cuore. Quando un utente è costretto a mollare, poiché le sue condizioni sono peggiorate e deve essere preso in carica dai Servizi in modo più strutturato, il nostro dispiacere è grande. Per fortuna anche noi siamo supportati da un'èquipe dedicata”.