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Ponte di Piave e Negrisia: si rafforza il legame con la Terrasanta

Recente pellerginaggio organizzato dalle parrocchie della Collaborazione. E venerdì 7 agosto una veglia di preghiera per la pace nella chiesa di Negrisia.

05/08/2015

Dal 3 al 10 luglio scorso una quarantina di persone, provenienti da tutte le parrocchie della collaborazione pastorale di Ponte di Piave e d’intorni, ha risposto alla grazia di Dio Padre che li ha voluti pellegrini negli stessi luoghi dove suo Figlio ha  camminato, parlato e vissuto insieme agli uomini: la Terra Santa.

Il pellegrinaggio, organizzato dalla Collaborazione pastorale di Ponte di Piave,  guidato da don Chino Biscontin, accompagnato da don Gianni Biasi, non è stato solo una visita ai luoghi biblici, ma un cammino spirituale profondo e proficuo per tutti. Sulle orme antiche di milioni di pellegrini che lungo i secoli hanno affrontato lunghi viaggi e pericoli per poter vedere e sostare in preghiera in quei luoghi santi è stato un ripercorrere il Credo non solo più con la bocca, ma con gli occhi e, soprattutto, con il cuore.

Per alcuni era la prima volta, per la maggior parte era già la seconda, la terza, la quarta esperienza in Terra Santa. D’altra parte, ogni volta è un pellegrinaggio nuovo perché la Terra Santa ti cambia, ti entra nel sangue. E in fondo un pellegrinaggio in Terra Santa, che non a caso è anche chiamata il quinto Vangelo, ha come fine quello di  andare alle origini della propria fede, conoscere meglio la persona di Gesù, capire  e cogliere con luce nuova la sua vicenda umana e divina insieme, camminare dove “tutto ha avuto inizio” e sentirsi quasi catapultati in quel tempo… è come un “tornare a casa” in una terra che è di tutti i cristiani.

 

Veglia a Negrisia

Ma il legame con la Terra Santa  si sostanzia in un ulteriore appuntamento promosso dalla parrocchia di Negrisia in preparazione alla festa del patrono San Romano martire. Venerdì 7 agosto è promossa una veglia di preghiera per chiedere a Dio il dono della pace in Terra Santa, luogo che dovrebbe essere “casa della pace per eccellenza”, ma che in realtà, come ci ricordano i recenti fatti di cronaca, non cessa di vivere nell’incomprensione e nella tensione.

La veglia di preghiera è ormai alla sua terza edizione e si inserisce in un percorso di attenzione  ed aiuto alla Chiesa Madre, iniziato tre anni fa in occasione dei cent’anni dalla posa della prima pietra della chiesa parrocchiale. Anche per quest’anno, la collaborazione con l’Associazione “Una luce di speranza” ha permesso di concretizzare il sostegno ai  fratelli cristiani in Terra Santa attraverso una borsa di studio nella scuola cattolica di Taybeh. Durante il recente pellegrinaggio  è stato possibile visitare proprio il villaggio di Taybeh, l’antica Efraim dove Gesù sostò prima di scendere a Gerusalemme ed affrontare la sua Passione.  Taybeh è l’unico villaggio in terra palestinese ad essere interamente cristiano. Vi convivono in pace tre confessioni, quella greco-ortodossa, quella melchita e quella cattolica latina, che in sinergia ed unione pregano e  si adoperano per garantire un futuro ai loro fedeli.

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