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Per non dimenticare la quarantena: ciclo d'incontri a Salgareda

La lettera che il vescovo Michele Tomasi ha scritto nelle scorse settimane ai fedeli della diocesi per questo tempo estivo ha stimolato il circolo Noi oratorio della parrocchia di San Michele arcangelo di Salgareda a organizzare alcuni incontri di confronto e scambio sull’esperienza del lockdown: da come è stato vissuto a come ci ha cambiato affinché, come ha scritto il Vescovo, “viviamo il tempo dell’estate creandoci spazi e tempi per il racconto e l’ascolto”.

La lettera che il vescovo Michele Tomasi ha scritto nelle scorse settimane ai fedeli della diocesi per questo tempo estivo ha stimolato il circolo Noi oratorio della parrocchia di San Michele arcangelo di Salgareda a organizzare alcuni incontri di confronto e scambio sull’esperienza del lockdown: da come è stato vissuto a come ci ha cambiato affinché, come ha scritto il Vescovo, “viviamo il tempo dell’estate creandoci spazi e tempi per il racconto e l’ascolto”.

Questo ciclo di incontri, dal titolo “Per non dimenticare la quarantena”, inizia venerdì 10 luglio, con una serata di testimonianze su come la quarantena è stata vissuta da un operatore sanitario, da don Corrado Ferronato arciprete a Salgareda e Campobernardo, e da una famiglia.

Nella seconda serata del ciclo d’incontri, venerdì 17 luglio, Lucia Boranga, psicopedagogista, aiuterà i presenti a riflettere su quali cambiamenti la quarantena abbia operato nelle persone, nelle famiglie, nei rapporti tra noi.

Infine, venerdì 24 luglio uno sguardo verso il futuro, ovvero quali aspetti positivi e momenti da ricordare sono da conservare di questo lockdown per poter ricominciare a camminare come persone, famiglie e comunità cristiane cambiate certamente all’esperienza vissuta, ma che si interrogano su quali bisogni siano emersi durante la quarantena nel mondo dei bambini e dei ragazzi, delle famiglie, dei giovani, degli anziani e così via.

Ogni serata prevede che alle relazioni faccia seguito un lavoro in piccoli gruppi, sempre seguendo le disposizioni sanitarie, per facilitare il confronto, lo scambio e il dialogo, momenti preziosi dei quali abbiamo sentito la mancanza nelle settimane di isolamento, ma che sono essenziali per la nostra vita di persone e di cristiani.

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