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Paese, restauro in vista per la Casa del giovane

Ormai tutto è pronto, progetto e iter finanziario. Un’assemblea aperta a tutti si è tenuta lunedì 11 dicembre nella sala polivalente, durante la quale il parroco, don Giuseppe Tosin, e l’ing. Marco Durante hanno dato il rendiconto delle valutazioni che hanno portato al progetto e all’assegnazione dei lavori, che si concretizzeranno tra Pasqua e ottobre 2024
21/12/2023

La parrocchia di Paese ristruttura la casa del giovane “Don Bosco”, fatta edificare nei primi anni Sessanta del secolo scorso da mons. Mario Ceccato, il “parroco della Ricostruzione”. Ormai tutto è pronto, progetto e iter finanziario. Un’assemblea aperta a tutti si è tenuta lunedì 11 dicembre nella sala polivalente, durante la quale il parroco, don Giuseppe Tosin, e l’ing. Marco Durante hanno dato il rendiconto delle valutazioni che hanno portato al progetto e all’assegnazione dei lavori, che si concretizzeranno tra Pasqua e ottobre 2024.

La spesa preventivata è di 900.000 euro, che sarà in parte coperta dal lascito testamentario della defunta Giovanna Dotto (300.000 euro, più 250.000 per il nuovo organo) e in parte stipulando un mutuo quindicinale, considerato che la parrocchia non ha altre pendenze, dopo l’estinzione di quello per la scuola dell’infanzia.

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Certo, poi bisognerà onorarne le rate, e per questo si fa affidamento sulla generosità e senso di responsabilità dei parrocchiani, giacché le strutture sono patrimonio della comunità. L’interesse della gente è emerso dalle domande e suggerimenti espressi nella serata. I fedeli sono stati informati anche attraverso un breve video, preparato da Simone Bresolin, proiettato alla fine delle messe di domenica 17 dicembre. “Abbiamo scelto di ristrutturare perché non potevamo demolire una così importante testimonianza della fede e dell’operosità dei nostri padri e nonni”, afferma don Tosin.

In sintesi, si prospettano il rifacimento del tetto, il cappotto interno, la sostituzione degli infissi e nuovi impianti elettrico, di riscaldamento, climatizzazione, fotovoltaico, ecc; ancora, un magazzino interrato, scala di sicurezza esterna, pavimentazione, rinforzo antisismico, ritinteggiatura, adeguamento dei locali per renderli funzionali alle esigenze attuali, agendo nei tre piani, anche in vista di futuri sviluppi. Da ricordare che, oltre all’oratorio del circolo Noi, la struttura serve per il catechismo, le attività dei gruppi giovanili, l’Agesci, l’Ac, il Grest, i gruppi sportivi, ecc. Non sarà per ora toccata la sala polivalente, che fungerà da supporto logistico, ossia da magazzino temporaneo, per poi ritornare alle sue piene funzioni a lavori conclusi.

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Per mons. Ceccato, la Casa del giovane era “il Patronato”, che aveva eretto con le entrate dalla vendita di bozzoli, frumento, galli, granoturco e con le offerte provenienti da battesimi, ufficiature, e cassette delle elemosine; lo si legge in un foglio parrocchiale dell’epoca. Rivolgendosi ai giovani, li esortava: “Vi voglio allegri, ma educati e forti; l’avvenire è in mano vostra, non lasciate inaridire il cuore”. Con questa visuale, compiva la sua missione: i giovani erano il fine principale del suo dinamismo. Per erigere le tante opere che ha lasciato a Paese (impossibile enumerarle tutte in un articolo) faceva una vita morigerata ed è morto povero, ma felice di aver ben operato. Per gratitudine il Comune gli ha dedicato una via di Paese, la parrocchia nemmeno una sala, e forse è questa l’occasione per rimediare.

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