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Negrisia e Levada di Ponte di Piave: in un sondaggio le domande delle famiglie

Nel mese di maggio 2017, il Consiglio della Collaborazione pastorale di Ponte di Piave ha pensato di promuovere un sondaggio sulla realtà delle nostre famiglie. Ecco i risultati nelle prime due parrocchie.

10/11/2017

Sollecitate dal magistero di papa Francesco, le nove parrocchie della Collaborazione pastorale di Ponte di Piave hanno, da parecchi mesi, intrapreso un cammino di riflessione sulla famiglia. Nel mese di maggio 2017, il Consiglio della Collaborazione pastorale di Ponte di Piave ha pensato di promuovere un sondaggio sulla realtà delle nostre famiglie.
Il questionario, composto da una quindicina di domande, rigorosamente anonimo, spaziava dal parere sulla famiglia, sui suoi punti di forza e sugli aspetti negativi e relative criticità, fino a proporre interessanti quesiti sul coinvolgimento della famiglia nella comunità parrocchiale e su eventuali suggerimenti e proposte atte a favorire l’integrazione vera nella relativa comunità. In attesa dei dati definitivi, don Gianni Biasi, parroco di Negrisia e Levada, in un’assemblea parrocchiale delle due comunità, tenutasi domenica 15 ottobre, ha presentato una sintesi dei dati del sondaggio relativi alle risposte riguardanti le due parrocchie. Oltre 100 famiglie tra Negrisia e Levada, di cui la maggior parte nella fascia d’età 41 – 60 anni, hanno formulato risposte e proposte allo studio, ora, dei vari gruppi coinvolti nelle attività parrocchiali delle due comunità. Scorrendo i dati, emerge, nella maggior parte dei casi, che la famiglia è la cellula della società, un punto di riferimento, di sostegno, un ambiente dove vengono tramandate le tradizioni e dove si educano i figli. Una piccola fetta considera la famiglia una piccola chiesa domestica, mentre un’altra piccola fetta considera la famiglia quale insieme di persone unite da legami d’affetto. Se i punti di forza e gli aspetti positivi della famiglia si evidenziano nell’aiuto, nel sostegno, nello stimolo alla crescita e all’allenamento alla vita sociale, gli aspetti negativi e criticità, vengono evidenziati nel poco dialogo, nel poco rispetto dei genitori, nella considerazione da parte dei figli di una famiglia “albergo – ristorante”. Il tutto, ovviamente va letto anche nell’attuale contesto lavorativo, che vede marito e moglie lavorare per poter mantenere la famiglia stessa.
Se nel 50% dei questionari emerge una buona percezione nel sentirsi parte della comunità, circa un 10% ha dichiarato di essere totalmente assente. Nel 70% dei casi i componenti della famiglia si dichiarano abbastanza soddisfatti delle relazioni familiari mentre il 60%, alla domanda su come immaginasse una futura famiglia, non ha risposto. Il 60% ha dichiarato di essere soddisfatto delle proposte della parrocchia contro un 20% che ha dichiarato di essere poco soddisfatto e un  7% per niente. Interessanti i suggerimenti e le proposte. Si passa da una maggiore cooperazione con le parrocchie della collaborazione, alla benedizione delle case, a momenti di aggregazione tra famiglie per conoscersi meglio per giungere ad una maggior richiesta di manifestazioni e di apertura culturale. E, sull’apertura culturale, spiccano le richieste volte ad incontri formativi, con esperti, sulla formazione spirituale, sulla formazione giovanile, sull’educazione dei figli.

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