Di per sé, l’idea di una “conversione missionaria” della parrocchia non è una novità, perché essa agita...
La chiesa di S. Andrea di Barbarana ha finalmente il suo organo
Sarà suonato per la prima volta a Pasqua. Si tratta di un pezzo quasi centenario, di assoluto pregio: un Mascioni del 1925 proveniente dall’Istituto Turazza di Treviso, che la parrocchia di Sant’Andrea di Barbarana si è aggiudicata vincendo un’apposita gara d’asta. Grazie alla generosità dei parrocchiani.
La parrocchia di Sant’Andrea di Barbarana, intitolata a Sant’Andrea Apostolo, ha coronato in questi giorni il sogno di dotare la propria chiesa di un organo a canne, di cui finora era sprovvista. E lo ha fatto con un’acquisizione importante. Non si tratta infatti di un organo qualunque, bensì di un pezzo quasi centenario, di assoluto pregio: un Mascioni del 1925 proveniente dall’Istituto Turazza di Treviso, che la parrocchia di Sant’Andrea di Barbarana si è aggiudicata vincendo un’apposita gara d’asta.
Smontato, trasportato, rimontato e restaurato, il Mascioni è già stato posizionato dietro l’altare maggiore della chiesa, dove sarà suonato per la prima volta la domenica di Pasqua. Per l’inaugurazione ufficiale bisognerà invece attendere la sera di sabato 7 giugno, quando un concerto festeggerà il nuovo acquisto da parte della parrocchia di Sant’Andrea di Barbarana.
Grande soddisfazione per il parroco don Loris Fregona, che ha trovato appoggio e generosità nei suoi parrocchiani, ma anche per il maestro Antonio Panighel, organista, che da oltre quarant’anni dirige la corale “Attilio Zaramella” di Sant’Andrea di Barbarana e Fagarè della Battaglia, e che si è prodigato in prima persona affinché questo organo fosse acquisito dalla sua parrocchia.
“Si tratta di un organo a 2 manuali, a 21 canne, a una cuspide, – ci spiega Panighel – in zinco dipinto e con labbro superiore a mitria e baffi. Comprende 10 registri reali, con le sue varie combinazioni. Costruito a Cuvio, in provincia di Varese, è stato realizzato dalla ditta Mascioni, considerata la migliore per il settore”.
Il direttore del coro aggiunge: “Finora avevamo solo su un vecchio organo elettrico. Ora finalmente anche la nostra parrocchia, che io reputo una vera e propria ‘culla della musica’ (oltre all’attività della Corale, in passato annoverò la presenza del parroco don Giuseppe Catterin, compositore inedito) può contare su un organo di tutto rispetto con il quale animare le sante messe. Sogno cullato da anni, non era mai stato esaudito, poiché la nostra parrocchia si trovava sempre nella necessità di altre spese impellenti: dalle manutenzioni strutturali, agli impianti, a priorità di varia natura. Ma stavolta non potevamo davvero lasciarci sfuggire un’opportunità irripetibile come questa, della vendita in base d’asta. Se ce l’abbiamo fatta, è merito principalmente della raccolta fondi lanciata dal parroco don Fregona, alla quale in tanti hanno deciso di aderire”.
Federica Florian