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L'omaggio di Lovadina e Spresiano e Emilio Lovarini

Domenica scorsa, nel cimitero della frazione, è stata inaugurata e benedetta la lapide restaurata della tomba di famiglia di Emilio Lovarini. Contemporaneamente la Biblioteca comunale annuncia la catalogazione e la consultabilità del fondo costituito, oltre che da numerosi volumi, da un ricco epistolario con importanti letterati.

19/04/2018

L’omaggio della comunità di Lovadina e del Comune di Spresiano a uno dei suoi concittadini più illustri: domenica scorsa, nel cimitero della frazione, su iniziativa del Comune, della parrocchia e dell’associazione Accademia 88, è stata inaugurata e benedetta la lapide restaurata della tomba di famiglia di Emilio Lovarini. Contemporaneamente la Biblioteca comunale annuncia la catalogazione e la consultabilità del fondo Lovarini costituito, oltre che da numerosi volumi, da un ricco epistolario con i maggiori letterati e poeti italiani di fine Ottocento e della prima metà del Novecento.
In occasione dell’inaugurazione della lapide, è toccato a Giuliano Simionato presentare velocemente il profilo di Emilio Lovarini, nato a Vicenza nel 1866 e morto a Lovadina nel 1955. La mamma era originaria del paese e la nonna materna, Maria Breda Negretto, pioniera dell’imprenditoria femminile, aveva avviato una filanda e donato una campana per il campanile della parrocchia. Docente di letteratura italiana in vari licei della penisola e poi all’Università di Bologna, Emilio Lovarini fu soprattutto studioso del Ruzzante e del teatro veneto del Cinquecento. Fu caro al Carducci e al Pascoli, e amico di illustri letterati come Renato Serra, Riccardo Bacchelli, Giuseppe Raimondi e Goffredo Bellonci. Negli anni della pensione si ritirò a Lovadina, sperando di pubblicare l’edizione critica dell’intero “corpus ruzantiano”, senza però riuscirci. Nella lapide vengono citati anche i cinque figli di Emilio Lovarini, tre dei quali morti in tenera età. La figlia Luisa fu artista e una delle prime donne architetto, Gian Lorenzo fece carriera nell’aviazione e donò alla Biblioteca i carteggi del padre.
Alla cerimonia hanno preso parte, oltre a un discreto numero di cittadini e alle associazioni d’arma, il sindaco Marco Dalla Pietra, l’assessore Paolo Tagliapietra e il parroco don Giovanni Stasi, che ha benedetto la lapide.

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