martedì, 21 gennaio 2025
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Il ricordo di don Edy Savietto: quel suo Eccomi è la nostra eredità

A San Gaetano, celebrazione con il Vescovo a un anno dalla morte. A Olmi di San Biagio la veglia di preghiera

“Rallegrati!” (Lc 1, 28). È questo quello che il Vangelo di Luca di venerdì 20 dicembre annuncia come “buona notizia” da accogliere. Ma un anno fa non era per niente così. Oggi come allora la vita ci pone di fronte al mistero della morte e della vita. Questo invito fatto a Maria diventa per lei il destino della sua vita, proprio attraverso il suo “Eccomi”. Ed è anche la risposta che don Edy, ben più di un anno fa, ha dato al Signore e a quella terra che lo ha accolto. Tanti sono stati i suoi “Eccomi” durante la vita, da quello vissuto e cresciuto in questa sua comunità fin dalla nascita, imparando a gustare la vita e a cercare il senso di essa, passando per le tante fedeltà confermate durante il suo cammino. Il legame vero chiede di sentire un vuoto, la sua mancanza, ma ciò continua nello spirito a rivelarci l’amore che non finisce, che non è vinto dalla morte. Siamo chiamati anche noi a continuare quel legame, a dire il nostro eccomi, il nostro sì, per generare il divino nella nostra vita.

Sono queste alcune delle parole con le quali il vescovo Michele Tomasi ha celebrato la messa di ricordo a un anno dal passaggio alla vita eterna di don Edy Savietto. La messa è stata concelebrata venerdì 20 dicembre nella sua parrocchia di origine, San Gaetano di Montebelluna, dal Vescovo e da mons. Andrea Bruno Mazzocato che, uniti al parroco don Maurizio Tosello e a molti sacerdoti, tra cui i “compagni” di ordinazione, hanno fatto memoria e pregato con i familiari, gli amici, la comunità e tante persone che don Edy ha “chiamato”.

Presentata dai famigliari l’associazione “Maos Estendidas odv don Edy Savietto” per continuare i suoi progetti

Alla fine della celebrazione, tutti si sono spostati nel vicino centro parrocchiale, dove, fissata sul parapetto dell’oratorio, è stata svelata un’opera voluta dalla sua compagnia, perché, come ha ricordato il parroco, don Edy era “accompagnato” non solo dagli amici sacerdoti, ma anche dagli amici d’infanzia. L’immagine, realizzata da un artista locale su una piastra di alluminio, raffigura il profilo di don Edy rivolto verso l’alto, verso un sole disegnato, accompagnato da una frase del sacerdote scomparso: “Ciò che è amato vive per sempre”. È stata posta sulla piastra della Casa del giovane, sede dell’oratorio, perché il suo volto e la scritta possano essere visti dai ragazzi e dai giovani, dalle famiglie e da quanti frequentano gli ambienti della parrocchia, perché resti vivo il suo ricordo e lo sguardo sia rivolto a quel Sole che lo ha sempre attratto a sé e dato il senso di vivere.

Con l’occasione il fratello Oscar ha presentato l’associazione “Maos Estendidas odv don Edy Savietto”, fondata il 20 agosto 2024, giorno del compleanno di don Edy. “L’associazione nasce perché tu, Edy, continui a essere con noi. Contagiati dalla tua voglia di vivere, dal tuo aprirti sempre a nuove sfide mettendoti in gioco in prima persona, aiutando e accogliendo le persone più diverse, raggiungendo tutti. Con la stessa gioia e lo stesso entusiasmo, vogliamo creare una rete, una unione di persone, per compiere insieme azioni di aiuto concreto che da soli non saremmo in grado di realizzare. Lo vogliamo fare insieme a don Edy e non solo in sua memoria, ispirandoci a quello che era il suo modo di essere e di vivere, affinché possa continuare a vivere attraverso di noi: il primo progetto è sostenere la comunità della Trasfigurazione di Bereina in Papua Nuova Guinea, dove operano due suore originarie della nostra diocesi: Giovanna Bordin (San Gaetano) e Anna Pigozzo (Noale)”.

Così quel legame e quell’amore citati dal Vescovo continuano, spostandosi, ma non esaurendosi, da un continente verso un altro. (Loretta Pajussin)

Lunedì 16 dicembre, invece, nella chiesa parrocchiale di Olmi, le comunità di Cavriè e Olmi si sono riunite per pregare insieme in preparazione al Natale, nella prossimità del primo anniversario della scomparsa di don Edy Savietto.

La veglia, rivolta in particolare ai giovani, ha visto una grandissima partecipazione da parte dei parrocchiani e di molti altri accorsi anche da fuori per condividere un momento di preghiera nel ricordo del sacerdote. Don Mario Da Ros, parroco da poco più di un anno di entrambe le parrocchie, ha introdotto e guidato la riflessione sul significato profondo di tre simboli ricorrenti nell’Avvento e nel Natale: la Luce, il Viaggio e il Dono.

Attraverso il riverbero di letture, preghiere, testimonianze e canti che don Edy aveva fatto conoscere a ragazzi, animatori, capi scout e catechisti nei suoi anni come sacerdote nelle parrocchie di Cavriè e Olmi, è stato condiviso coi numerosi presenti un messaggio di fede e solidarietà, come alternativa alla sempre più crescente incertezza del tempo che stiamo vivendo.

La presenza di don Donato Pavone, vicario episcopale per il clero, ha offerto una riflessione conclusiva che ha sottolineato come la vita di don Edy sia stata un dono prezioso per la Chiesa e le comunità che ha incontrato durante il suo ministero.

La veglia ha ravvivato nei cuori dei presenti il ricordo di un sacerdote che ha saputo illuminare con la sua testimonianza di fede e accompagnato molti a conoscere l’Amore che Dio riserva per ciascuno. Un momento di forte comunione, che ha preparato i giovani e le due comunità a vivere al meglio il Natale. (Beatrice Canova)

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