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Il ragazzo dai pantaloni rosa al cinema Busan di Mogliano

Il film è ispirato alla storia vera del quindicenne Andrea Spezzacatena, che il 20 novembre del 2012 si tolse la vita dopo aver subito atti di bullismo e cyberbullismo da parte dei compagni di scuola. La presentazione di don Elio Girotto, direttore del cinema

Il cinema Busan di Mogliano Veneto proietta in questi giorni il film “Il ragazzo dai pantaloni rosa” ispirato alla storia vera del quindicenne Andrea Spezzacatena, che il 20 novembre del 2012 si tolse la vita dopo aver subito atti di bullismo e cyberbullismo da parte dei compagni di scuola.

Andrea, un ragazzo apparentemente solare, aveva ottimi voti a scuola e un ottimo rapporto coi genitori. Il suo gesto fu quindi totalmente inaspettato e rimase senza spiegazione finché sua madre, dopo la sua morte, è entrata nel suo profilo Facebook e ha ricostruito l’inferno che suo figlio stava passando tra atti di bullismo e cyberbullismo.

Ecco come don Elio Girotto, direttore del Busan e responsabile diocesano e triveneto per l’Acec – sale della comunità (Associazione cattolica esercenti cinema), presenta il film:

“Qualche volta i ragazzi tra i sedici e i diciotto anni uniscono a un’innocenza ingenua e a una raggiante purezza di corpo e di spirito un impulso appassionato verso una devozione e un altruismo assoluti” (“L’amico ritrovato”, Fred Uhlman).

Credo possa essere questa la chiave di lettura de “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, la sete assoluta di amicizia e di amore. Sete che negli adolescenti è quasi ingestibile, ma che esprime, a volte goffamente, il desiderio più profondo e radicato in tutti: non essere soli.

Andrea lo ha capito benissimo, lui che ha un’età dell’anima che non corrisponde a quella dell’anagrafe, ma che allo stesso tempo è un ragazzo come gli altri, che vuole essere come gli altri, naturalmente e giustamente. È lui a raccontarci della sua famiglia, della scuola, dei suoi compagni e “amici”, delle fatiche e delle gioie, dipingendo un quadro di vita solare e tempestoso allo stesso tempo, normale e straordinario. Lo fa proprio con la sua voce fuori campo, potendo così finalmente “dire” quello che non ha potuto o non è riuscito a comunicare per tempo.

Vuole avere degli amici che gli vogliono bene, vuole dare amore e amicizia, vuole che i genitori si amino, sente di dover restituire questo amore a chi gli ha dato la vita. Ma incontra il Male, qui nella forma del bullismo, sia virtuale che reale, ma sempre insopportabile e senza un perché. Arriva addirittura a porsi domande più grandi di lui, commoventi e sincere.

Corre Andrea, sa di avere poco tempo e corre. La regista Margherita Ferri, invece, si prende tutto il tempo per raccontare la storia vera del ragazzo, una storia densissima di sfumature e sfaccettare, e lo fa con mano sicura, con finezza e fermezza, sostenuta da un’ottima sceneggiatura, da bravi attori e attrici e dai dialoghi realistici e mai banali.

Andrea è un moderno “Giacomo di cristallo” di Rodari, dice a tutti quello che pensa e tutti vedono cosa ha dentro, mettendo in luce, oltre alla bellezza e fragilità della sua età di cristallo, l’incoerenza degli adulti che promettono e non mantengono, vietano e poi fanno le stesse cose che vietano. Andrea mette in risalto il non senso di tanta cattiveria, malignità e superficialità che tutti possiamo sperimentare, ma anche infliggere agli altri, ferocemente. Forse le polemiche che hanno accompagnato l’uscita del film, relative alla scelta di farlo vedere anche agli studenti proprio dell’età del protagonista, sono legate, invece, a queste incoerenze e alla presenza del male come possibilità reale, al tema della morte di cui questo ragazzino ci parla con semplicità e candore. Tutto questo può fare paura. Il ragazzo dai pantaloni rosa non sventola nessuna teoria gender come qualcuno teme e accusa. L’omosessualità non è assolutamente al centro del film, così come nemmeno i pantaloni rosa vogliono dire molto, non sono certo il problema e “lo sbaglio” del protagonista.

È invece proprio la scelta finale di Andrea di non lasciare nulla, nemmeno due righe, a esprimere il suo più grande desiderio, invitandoci a non temere, ma semplicemente ad ascoltare la sua storia, a volergli bene e, pur se con qualche lacrima, ad andare Oltre.

Proiezioni al Busan: venerdì 8 novembre (ore 16:15 e 21:10), sabato 9 novembre alle 9 del mattino, per “Il cinema a colazione” (caffè e brioche offerti dai gestori), con ospite Rosa Giudetti, presidente dell’Associazione Montessori Brescia; ancora sabato alle ore 21:00 e domenica 10 novembre alle 14:10 e alle 19:00; lunedì 11 novembre, ore 16:00 - 18:20; martedì 12 novembre, ore 18:15 - 20:40.

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