Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
I tanti problemi da risolvere in Grappa
Trovata la quadra all’Ipa, Intesa programmatica d’area, Terre di Asolo e Monte Grappa. I nomi di Claudio Sartor, eletto presidente, e di Simone Rech, eletto vicepresidente, mettono d’accordo tutti i Comuni.
Nel consiglio entrano anche rappresentanti di Asolo, Castelcucco, Borso, Fonte, Paderno del Grappa, San Zenone degli Ezzelini, oltre alla Cna di Asolo, Coldiretti, Confartigianato e Confcommercio.
Fuori, l’intramontabile Annalisa Rampin, sindaca di Pieve del Grappa, presidente per due mandati, che ha deciso di non ricandidarsi.
Claudio Sartor, ex sindaco di Cornuda e attualmente consigliere provinciale di Treviso con delega alla viabilità, urbanistica, pianificazione territoriale, tutela del paesaggio, si troverà a essere interlocutore di se stesso, ad esempio per la gestione delle strade del Grappa o per le questioni paesaggistiche.
“Non si tratta di un doppio ruolo, ma di rafforzare quello che già faccio in Provincia per tutto il territorio. Ho partecipato in prima persona, dalla Provincia, alla sistemazione delle provinciali 140 e 141 del Grappa, oltre un milione di euro, ma il nodo delle infrastrutture è molto complesso in tutte le aree di Asolo e Monte Grappa. Pensiamo al semaforo di Oné di Fonte, a nodo di San Zenone degli Ezzelini, senza contare il necessario miglioramento della viabilità sul Grappa. Purtroppo, dopo la chiusura delle Province, poi rivista, ci siamo ritrovati senza risorse: a Treviso abbiamo 1.200 chilometri di strade provinciali e ben 400 ponti da manutenere. Non è facile con fondi risicati. Sul Grappa, poi, è difficile lavorare: c’è un meteo complesso e le vie di fuga sono difficili da reperire”.
Alcuni, per risolvere alla radice il problema, propongono una funivia che arrivi fino a Cima Grappa.
Non saprei, sembra un’idea originale, ma al di là di questo non ho mai visto un progetto o una proposta; valutare così genericamente è impossibile e non è nel mio stile. Resta il fatto che dobbiamo recuperare il sito di Cima Grappa. Ogni anno attira 700 mila visitatori e non siamo in grado di offrire un sito in ordine, con i monumenti agibili. La sistemazione si impone anche per un senso di amor patrio, è un luogo della memoria della nostra nazione. Il centenario della Grande Guerra è passato invano, con i fondi andati altrove. Serve un altro e decisivo impegno.
Resta che il Grappa si spopola, che è sempre più difficile tenere aperte le malghe, e che la manutenzione è necessaria.
C’è il problema dell’acqua, dobbiamo dare più possibilità alla produzione delle aziende; certi vincoli non permettono di produrre a costi sostenibili. C’è l’energia elettrica, ma si fatica a ottenere le autorizzazioni per i vani tecnici. Su questo, però, posso contare sul vicepresident,e Simone Rech, della Coldiretti, che darà un grande contributo.
Il sito dell’Ipa è il sito dei buoni propositi: anche sul fronte del Mab Unesco si è studiato molto, ma prodotto poco. Tante presentazioni di marchi, ma poche realizzazioni concrete.
Ci sono tante cose ferme, qualcosa è mancato. L’Ipa ha in mano una valanga di progetti tra cui scegliere. Per questo darò un’organizzazione collegiale, distribuirò deleghe per portare avanti le cose. Sarà come se ci fosse una specie di giunta. Poi servono i fondi, “Senza schei no se fa elemosina gnanca a messa” (senza i soldi non si fa l’elemosina neppure a messa).