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I giovani delle parrocchie di Breda e Varago al Cfp Opera Montegrappa di Fonte

L'esperienza in oratorio del "Gruppo studio", del supporto di giovani di scuola superiore ai bambini di scuola primaria, è sfidante, poiché richiede una preparazione specifica dei più grandi in favore dei più piccoli. La prima di queste attività di formazione è stata a inizio gennaio, a Fonte, con il direttore del Cfp Opera Monte Grappa don Paolo Magoga. 

Da diverso tempo ormai le due parrocchie di Breda di Piave e di Varago hanno avviato l’iniziativa del “Gruppo studio”: giovani di scuola superiore che, una volta alla settimana, mettono a disposizione il loro tempo, per seguire, in un rapporto individualizzato, un bambino della scuola primaria.

Un’opportunità pensata dagli adulti, rivolta ai giovani delle superiori, a beneficio dei bambini della primaria. “Si tratta - spiegano i promotori dei gruppi - di un circolo virtuoso... io aiuto te e tu aiuti lui.... Non si vedono, ma ci sono questi giovani! Sia in questo periodo invernale che in estate, donano un po’ del loro tempo e le loro competenze scolastiche, mettendosi in una prospettiva nuova: da studenti diventano insegnanti e, affiancando i bambini, si prendono cura di loro”.

Da quest’anno, proseguono, “abbiamo avviato un cammino di formazione comune e condiviso, insieme alle due parrocchie della Collaborazione”. Il tema del primo incontro, che si è tenuto giovedì 5 gennaio al Cfp Opera Monte grappa di Fonte, era: “Individui o persone?. Un viaggio dove le cose non sono solo cose né le idee solo idee”. 

“Grazie alla disponibilità del direttore, don Paolo Magoga - proseguono i promotori - abbiamo avuto l’opportunità di vivere un momento di formazione intenso, simpatico e profondo, di riflettere sulla qualità di essere individuo o persona: l’individuo, unico ed indivisibile, diventa persona quanto entra in contatto con la propria identità, relazionandosi con gli altri, «lanciando la propria vita» incontro a nuove esperienze, «sbattendo» contro la vita gli altri, mescolando le proprie idee, generando legami. Siamo poi passati attraverso i laboratori di saldatura per riscoprire l’importanza del legame, a quelli dell’idraulica per valorizzare e custodire la nostra singolarità, quelli di vetrinistica per coltivare l’originalità di ciascuno e la disponibilità a saper cambiare prospettiva”.

In uno dei suoi passaggi, don Paolo diceva: “Potrei portarvi infiniti esempi di diversità: legami, cercati o «subiti»; siamo di diversi colori, gusti; diverse persone; ma, soprattutto, diversi sono i rapporti tra noi: amicizia, amore, fiducia o anche il semplice rapporto che si instaura tra un bambino e voi suoi tutor”.

“Noi non siamo solo «insegnanti» per i bambini - riporta uno dei ragazzi - siamo amici, loro si fidano di noi, ridono con noi e stanno bene. So che sono felici quando vanno via anche solo dopo due ore che passiamo insieme e non vedono l’ora che passi una settimana per ritrovarci. Questa è una cosa importante per me, non sentirmi solo un insegnante ma un punto di riferimento, è il motivo che mi spinge a continuare, a liberarmi dai miei impegni per trovare quelle due ore da dedicare a loro”.

“Con l’esperienza dell’altro giorno - continua un altro - ho capito che il mondo è vario, è pieno di diversità. Ma questa diversità non è un ostacolo da superare, è una ricchezza da saper cogliere e custodire”. 

“Saper ascoltare i ragazzi - afferma uno degli animatori adulti del gruppo - è quanto basta a noi per continuare ad investire su questi giovani, ad avere fiducia nelle loro potenzialità, nelle loro autenticità, per aiutarli a trovare i veri talenti che sono dentro di loro, diamanti che faranno brillare la loro vita, e migliorare la comunità tutta”.

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