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Guerra e pace in Consiglio comunale, presentato il libro di Maria Gomierato

È stato presentato venerdì scorso presso la libreria Massaro il libro di Maria Gomierato, che traccia la storia di Castelfranco fra il 1910 e il 1920.

È stato presentato venerdì scorso presso la libreria Massaro il libro di Maria Gomierato “Guerra e pace in Consiglio Comunale. Governare Castelfranco Veneto fra il 1910 e il 1920”. Un’opera nata dalla rielaborazione della tesi di laurea dell’ex sindaco di Castelfranco, laureata in Scienze Politiche all’Università di Padova nel 2016, sotto la guida del prof. Marco Almagisti.

“Maria ed io condividiamo un’idea – il commento del prof. Almagisti –: per conoscere la politica bisogna conoscere la storia”. Posa su questa convinzione il lavoro di Maria Gomierato, dal quale emerge, entro un contesto storico sconvolto dalla Prima Guerra Mondiale, il ruolo assunto dal Comune, di cui rimane traccia nel dibattito interno al Consiglio comunale.

Fra gli aspetti che emergono con maggior nitidezza dall’opera, l’evidente frattura presente fra il contado, le persone che vivevano in campagna e riconoscevano come istituzione politica la Chiesa, e gli artigiani che vivevano in città ed erano vicini alle idee socialiste. Mentre i contadini lottavano per sopravvivere alla povertà e alle malattie, come la pellagra, la città guardava avanti. “Insieme al mestiere – racconta Gomierato –, uno come Plinio Turcato, che era anche consigliere comunale, insegnava le idee socialiste e formava a una percezione del sé, di chi lavorava all’interno dell’officina, come di persone che lavoravano per il progresso”.

Una svolta che giunse anche a Castelfranco con Albino Bosso, sindaco dal 1905 al 1912, che decise di investire affinché si insediassero nel territorio delle industrie, come la Fervet, dando il via alla prima industrializzazione della Città murata.

Ben presto, però, scoppiò la guerra. Era il 1914 e le prime avvisaglie dell’imminente conflitto emergono da alcune delibere, che lasciano trasparire una certa prudenza nelle spese del Comune, per risparmiare in caso di bisogno. Ma il primo segnale evidente dell’avvicinarsi del conflitto si avvertì nel 1915, quando il Ministero decise di portare al sicuro la Pala del Giorgione. Anche le battute scambiate in Consiglio comunale, lasciavano trapelare la preoccupazione per l’incombente pericolo. Nel novembre del 1917, la situazione era talmente grave che la giunta deliberò di spostare nell’Oltrepo gli atti più importanti. A Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, furono trasferiti alcuni uffici comunali. Ma il sindaco rimase a Castelfranco, insieme a tre assessori, al segretario comunale e ad alcuni impiegati, garantendo continuità alla vita amministrativa nonostante l’arresto del Consiglio comunale, che riprese a riunirsi soltanto dopo la fine della guerra.

Un momento scandito da un segnale forte del sindaco e della giunta: la riapertura delle scuole, il 2 maggio 1918. “Oggi – conclude Maria Gomierato – è il 4 maggio 2018: dopo 100 anni, io dico, la scuola resta ancora importante”.

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