Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Disabilità: assemblea a Riese: idee e progetti per “con-vivere”
Occasione per ritrovarsi, fare il punto della situazione, condividere insieme vissuti e progetti, rilanciare il proprio impegno sul futuro. Tutto questo, e inevitabilmente anche molto di più, nella quinta assemblea annuale del sistema disabilità dell’area castellana e asolana, che si è tenuta in una gremita sala convegni, con oltre duecento presenze, a casa Riese, la scorsa settimana. A riunirsi insieme sono stati i servizi pubblici del territorio, le realtà del terzo settore che gestiscono centri diurni o servizi residenziali, il mondo del volontariato, tante famiglie e persone con disabilità. Per tema, al centro quest’anno la parola “con-vivere”, che racchiude il senso dei desideri e delle speranze più intense, oltre che l’impegno perseverante di tutti coloro che, a titolo diverso, sono a contatto con la disabilità. “Con-vivere significa imparare a separare e a distinguere, a integrare e ancora di più ad includere, a condividere” ha esordito Natalino Filippin, aprendo l’incontro in cui si sono alternati racconti di chi lavora all’interno delle strutture residenziali, familiari e persone con disabilità, esperienze dal mondo del volontariato e delle parrocchie.
“Realizzate con molta perseveranza progetti interni alle vostre realtà per favorire luoghi accoglienti, dove sentirsi «a casa», in dimensioni di fraternità, quotidianità - ha sottolineato il sindaco di Riese Pio X, Matteo Guidolin, portando i suoi saluti in apertura dell’incontro -. Ma nel territorio non è sempre semplice abituare le persone alla naturalezza dell’inclusione sociale
di tutti”.
“Viviamo in comunità da sempre attente e sensibili, capaci di costruire reti, opportunità, percorsi di vita indipendente – gli ha fatto eco Annalisa Rampin, presidente del Comitato dei sindaci del distretto di Asolo -. Tuttavia abbiamo ancora molta strada da fare, perché il mondo della disabilità non corra lungo una strada parallela ma non sempre intrecciata con il «resto» del mondo”. “Con-vivere è davvero una dimensione da ritrovare e sostenere tutti insieme - ha ricordato Roberto Rigoli, direttore servizi sociali Ulss 2 -; la collaborazione, l’accoglienza delle differenze, il dialogo sono essenziali per il nostro vivere pacifico insieme”. Dopo le testimonianze di una mamma e di un adulto disabile, è intervenuto anche don Federico Gumiero, parroco di Venegazzù e Volpago, che ha, soprattutto, descritto la presenza preziosa della comunità I giacinti: “Fa vivere a tutti coloro che vi entrano, anche ospiti e di passaggio, la dimensione dell’accoglienza, dell’importanza di costruire ponti e unire comunità, di crescere senza avere paura delle diversità”.
Simile l’esperienza raccontata da Andrea e Juliet, dell’associazione culturale Sottosopra, che hanno avvicinato il centro Atlantis. “Non c’è dubbio che le diverse organizzazioni del territorio hanno saputo negli anni costruire relazioni, progetti innovativi in risposta ai bisogni delle persone, e sia ormai evidente la loro capacità di con-vivere in rete. Tuttavia non basta, serve un nuovo impegno per entrare nella vita ordinaria dei territori perché il mondo sociale si includa dentro alla vita del mondo”, il loro racconto.