martedì, 17 settembre 2024
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Da Quinto una risposta a chi ha bisogno

Iniziative di Caritas e Gruppo missionario: un progetto in crescendo nato sulla base di esigenze concrete e nel segno della fraternità. Spesso e volentieri andando anche oltre schemi o binari prestabiliti. “La società di problemi ne ha molti, certo, ma noi proviamo a fare la nostra parte, allungando una mano a chi chiede aiuto”. 

La Parola si realizza. Relazioni, incontri, aiuto. Sostegno al diverso, all’ultimo, all’emarginato. E’ quanto da ormai dodici anni stanno provando a fare la Caritas e il gruppo missionario di Quinto, nelle parrocchie di San Giorgio e Santa Cristina. Un progetto in crescendo, quello della realtà quintina, nato sulla base di esigenze concrete e nel segno della fraternità. Spesso e volentieri andando anche oltre schemi o binari prestabiliti. Perché, sembrano dire a Quinto, “la società di problemi ne ha molti, certo, ma noi proviamo a fare la nostra parte, allungando una mano a chi chiede aiuto”. Ed è forse qui la chiave di tutto. In quelle mani che si aprono, accolgono, sudano, stringono. Quelle mani di oltre 50 volontari che, in progetti diversi, quasi quotidianamente, sopperiscono ai limiti delle istituzioni e, ancor di più, della diffidenza.
Il tempo quaresimale, oggi più che mai, sembra rappresentare un nuovo inizio. Anche per la Caritas. Un tempo in cui riflettere, un tempo in cui ritrovare stimoli, continuando in quello che, di fatto, potrebbe sembrare un percorso controcorrente. Ma le radici di tutto sono lì, nel Vangelo. Sono in quella frase pesante e categorica di papa Francesco: “Una Chiesa senza la carità non esiste”. Le sfide del mondo di oggi lo richiedono. E a Quinto, come in molte altre realtà diocesane, più di qualcuno sta provando a dare delle risposte. Una risposta che arriva aprendo la porta, non chiudendola. Una risposta che arriva guardando negli occhi, non girandosi dall’altra parte. Perché è la persona che, indipendentemente da tutto, va messa al centro.
I progetti avviati
I progetti, negli anni, si sono moltiplicati. La base, tuttavia, trova il fondamento in una piccola ricerca sociologica avviata nel 2006 per volontà della parrocchia. Circa l’11% della popolazione (Quinto ha poco meno di 10 mila abitanti) è straniera, nel territorio esistono oltre 20 gruppi di volontariato tra civile e parrocchiale. Queste le due principali considerazioni che, nel giro di poco, si sono dimostrate il punto di partenza per le progettualità della Caritas e del gruppo missionario. E non a caso, nello stesso periodo, sono arrivate richieste concrete da parte della società civile. Nell’ottobre 2006, infatti, in seguito ad una precisa ed urgente esigenza giunta dall’Istituto comprensivo di Quinto, concertata con Amministrazione comunale e ovviamente la parrocchia, ha preso il via il progetto dello “Studio assistito”.
Un esempio concreto di supporto e vicinanza nello studio, nello svolgimento dei compiti ma anche (e forse soprattutto) nell’ascolto e nella vicinanza a bambini e ragazzi (di scuola primaria e secondaria), sia italiani che stranieri, in situazione di disagio o difficoltà. Da 10 passarono a 40, fino agli attuali 70 ragazzi. Il progetto infatti continua ininterrottamente, sviluppandosi due volte la settimana negli ambienti dell’oratorio San Giorgio, da quel lontano 2006. Il tutto con una ventina di volontari, tra cui anche giovani delle scuole Superiori, animatori e scout.
Nella stessa ottica, passando per le concrete difficoltà di comunicazione linguistica con i genitori stranieri dei ragazzi supportati nello studio, nel 2007 ha preso avvio un altro progetto. Quello della “Scuola di italiano per stranieri”. Anche qui i numeri sono importanti: 44 iscritti per il 2017/2018, di 11 diverse nazionalità. Da quello che potrebbe sembrare un problema, insomma, nascosto dietro a una più o meno banale barriera linguistica, alla risoluzione. Ma soprattutto a relazioni, scambio, aiuto. A sostegno e fraternità, nella costruzione di una “casa comune” dal sapore diverso. Poi la distribuzione di viveri, la raccolta di vestiario usato, le iniziative di sensibilizzazione in eventi ad hoc. Il supporto agli asili parrocchiali, ai missionari, alle esperienze di volontariato di alcuni giovani a Roma e in Giordania. Terreni concreti in cui il seme della carità, anche nella vorticosa società d’oggi, trova frutto.

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