martedì, 17 settembre 2024
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Castelfranco: il centro emofilici attivo da 50 anni

Dedicato al fondatore, prof. Agostino Traldi, un bassorilievo all’ingresso dell’ospedale. Un omaggio doveroso a colui che nel 1973 diede vita al primo centro strutturato d’Italia, facendo fare alla cura di questa malattia genetica un salto di qualità, che salvò la vita a migliaia di bambini e ragazzi di tutta Italia

Castelfranco Veneto ha festeggiato i 50 anni del Centro per emofilici dedicando al fondatore, prof. Agostino Traldi, un bassorilievo all’ingresso dell’ospedale. A realizzarlo la Pontificia Fonderia di Campane Marinelli di Agnone (Isernia), grazie ai due artisti Ettore Marinelli che ha scolpito il busto pre-fusione e l’artista castellana Luigina Mazzocca che ha studiato l’intera installazione. Un omaggio doveroso a colui che nel 1973 diede vita al primo centro strutturato d’Italia, facendo fare alla cura di questa malattia genetica un salto di qualità, che salvò la vita a migliaia di bambini e ragazzi di tutta Italia. A Castelfranco, infatti, Traldi trattava i pazienti con l’infusione di fattore VIII, ricavato dal plasma umano. Solo ed esclusivamente plasma di donatori volontari, periodici, controllati e non retribuiti: il plasma dei donatori dell’Avis.

Una ferma decisione, che aiutò a proteggere i pazienti del Centro castellano dall’Aids, che negli anni ’80 decimò nel mondo tantissimi emofilici che utilizzavano, invece, plasmaderivati commerciali importati dall’estero (da plasma a pagamento). Traldi andò anche oltre, promuovendo a metà degli anni Ottanta (con la sua équipe e Avis regionale Veneto) il conto-lavorazione del plasma Veneto, poi italiano. Significa che il plasma dei donatori controllati è conferito alle industrie farmaceutiche che lo lavorano e ne ottengono medicinali plasmaderivati salvavita, restituendoli alle regioni conferenti. Questi medicinali prodotti dal plasma sono oggi indispensabili per la terapia anche di innumerevoli altre patologie e malattie rare. Il plasma donato e i suoi derivati non diventano mai “merce”, restando sempre proprietà del Servizio Sanitario pubblico a costi molto più sostenibili! Un’esperienza che motivò la legge della Regione Veneto del 1987 (Piano sangue e plasma regionale) che aveva come obiettivo il raggiungimento dell’autosufficienza regionale in sangue e plasmaderivati ottenuti da donatori volontari e periodici, regolarmente associati all’Avis. Grazie al prof. Traldi e alle Avis, è stata avviata sul territorio locale anche la ricerca scientifica sulle malattie del sangue e sull’emofilia in particolare; oggi tale realtà è rappresentata dall’Associazione Ape-Avis per il progresso ematologico. Oltre al bassorilievo, l’unico nell’ospedale castellano in ricordo di un medico, gli sono stati dedicati una targa (davanti alla casetta dov’erano ospitati i pazienti), un convegno scientifico sui progressi della medicina e una tavola rotonda che ha dato voce a pazienti (tra i quali il primo paziente Paolo Meneguti), medici ed esperti. Ora, nel centro ospitato nel reparto di Medicina generale di Castelfranco, è rimasto un solo medico e le preoccupazioni non mancano. Il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi ha assicurato che si sta già lavorando all’individuazione di un giovane medico da affiancare all’attuale, perché il Centro continui a garantire le cure sulla strada tracciata dal prof. Traldi.

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