martedì, 19 novembre 2024
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Caritas cittadina a Castelfranco: tanto ascolto e nuovi progetti

Si allargano le braccia della carità castellana, capaci non più solo di ascolto e distribuzione (che già è molto) ma anche di costruire progetti, attivare servizi, coinvolgere e qualificare. Al cuore delle attività resta il centro di ascolto, che nel 2017 ha accolto 248 persone sostenendo in totale 914 colloqui.

Si allargano le braccia della carità castellana, capaci non più solo di ascolto e distribuzione (che già è molto) ma anche di costruire progetti, attivare servizi, coinvolgere e qualificare. Questo volto misericordioso del Padre su ciascun uomo si traduce, nelle parrocchie della Collaborazione pastorale di Castelfranco, in una prossimità per le situazioni più faticose capace di cura, di attenzione, e anche di pensare risposte nuove, al passo con i tempi. Lo sono, ad esempio, i due progetti sostenuti con un contributo economico importante: da un lato, la manutenzione straordinaria di 6 alloggi di edilizia popolare, per una spesa di 25.000 euro, che verranno affittati a canone agevolato a famiglie in difficoltà; dall’altro, il finanziamento di tirocini formativi, per complessivi 10.000 euro, nella prospettiva dell’inserimento occupazionale.
“Sono passati 7 anni da quando è stata costituita la Caritas cittadina - ha spiegato il coordinatore Silvano Sabbadin durante l’assemblea annuale di martedì scorso al Centro Bordignon -. Attualmente vi partecipano 5 parrocchie di Castelfranco, impegnando oltre un centinaio di operatori volontari, ma in prospettiva c’è l’ingresso anche delle altre 5. Nell’ultimo anno sono cresciute le collaborazioni, con Resana e Vedelago, oltre che con i servizi del territorio, il mondo delle scuole e del terzo settore”.
Al cuore delle attività resta il centro di ascolto, che nel 2017 ha accolto 248 persone sostenendo in totale 914 colloqui. “Un terzo non torna più dopo il primo colloquio, probabilmente deluso nelle sue aspettative - ha proseguito Sabbadin -. 77 sono nuovi utenti, quasi sempre senza occupazione, nel 35% dei casi italiani”. A bilancio, attraverso il cda, sono stati erogati 23.500 euro, senza contare altri 7.700 stanziati con la formula del microcredito. Poi c’è l’ormai storico servizio mensa e docce, da diverse anni spostato al Palazzetto, aperto 6 giorni alla settimana per offrire una quindicina di pasti. “Sempre qui dal 2016 abbiamo allestito per i mesi più freddi dell’inverno una sorta di ospitalità notturna di emergenza, 8 in tutto sono state le persone che ne hanno usufruito”. Tradizionale è anche la rete della distribuzione di alimenti, abiti e mobili: in  particolare nel 2017 sono state raccolte 4.080 borse della spesa dalle iniziative delle parrocchie, con cui sono state aiutate oltre 250 famiglie.
“Siamo molto impegnati nella sensibilizzazione, con progetti di volontariato, nelle scuole. Portiamo avanti l’iniziativa delle adozioni a vicinanza con la quale possiamo sostenere molte persone. Siamo consapevoli – ha concluso- che non è così che si rimuovono i meccanismi che producono esclusione sociale, povertà economica, disagio, solitudine e perdita di speranza. E’ indispensabile, piuttosto, una presa di coscienza collettiva e una assunzione di responsabilità di ciascuno, come cittadino, ancora di più se credente, per avviare concretamente un modello di sviluppo e di relazioni meno orientati al profitto e più al benessere sociale e psicologico delle persone”.

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