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Assistenza domiciliare, la rete che sostiene

Per venire incontro ai cittadini in prima istanza con una informazione corretta e chiara sui servizi e le possibilità offerte dal territorio nell’assistenza familiare, l’Unione dei comuni della Marca Occidentale (Vedelago, Loria, Riese e Resana) ha approvato un progetto itinerante.

Gestire una persona non autosufficiente, anche solo in modo parziale, a casa è complesso per il carico di impegno, le componenti affettive ed emotive, le caratteristiche della malattia. Per venire incontro ai cittadini in prima istanza con una informazione corretta e chiara sui servizi e le possibilità offerte dal territorio nell’assistenza familiare, l’Unione dei comuni della Marca Occidentale (Vedelago, Loria, Riese e Resana) ha approvato un progetto itinerante: “La rete che sostiene”. Si tratta di quattro incontri - il primo si è già tenuto a Resana lo scorso 10 aprile, i prossimi sono in calendario per il 3 maggio a Loria, il 17 maggio a Riese Pio X, il 7 giugno a Vedelago -, organizzati con l’obiettivo di far conoscere i servizi pubblici e privati per sostenere o integrare la presa in carico assistenziale.
“Dopo aver trasferito la funzione sociale all’Unione e creato il tavolo tecnico di concertazione, abbiamo deciso di concentrarci su questo tema - spiega Alessia Andreola, assessore ai Servizi sociali del Comune di Loria, che ospiterà la serata del 3 maggio nella sala consiliare P. Visentin -. Credo sia fondamentale far conoscere ai cittadini un servizio strutturato, attento ai molteplici bisogni delle persone e delle famiglie, per sapere a chi rivolgersi in caso di necessità”, nel tentativo di passare dalla gestione dell’emergenza alla prevenzione. Agli incontri partecipano infatti: l’assistente sociale del territorio comunale di riferimento; Elisa Civiero psicologa e referente per i Centri sollievo; Paola Paiusco, responsabile dell’unità operativa complessa di cure primarie; Cristian Gallo dell’agenzia Umana con sede a Castelfranco; lo sportello tutele legali Gap cooperativa sociale. “Soggetti diversi, che con diverse competenze operano nell’ambito dell’assistenza domiciliare e che devono farsi conoscere dai cittadini per informare sulle modalità di accesso e di intervento - precisa Andreola -. Del resto la longevità ci porta inevitabilmente a confrontarci con questi bisogni di cura, che in parte possono essere preventivati”.
Concetto ampio la domiciliarità, che non riguarda appunto in via esclusiva la proposta dei servizi pubblici di carattere socio assistenziale e sanitario ma include le numerose iniziative sviluppate sul territorio per favorire la permanenza al proprio domicilio di tutte quelle persone con parziale o totale non autosufficienza. “Dopo l’adozione di un Regolamento unico dei servizi sociali da parte di tutti e quattro i comuni dell’Unione, questo progetto intende coordinare e allineare un altro segmento legato soprattutto, ma non in via esclusiva, agli anziani, per offrire una proposta coerente, di qualità ed efficace”.

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