Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
A Falzè il ringraziamento per la proclamazione del venerabile padre Sartori
Chiesa gremita per la celebrazione presieduta dal Vescovo. Collegati in streaming anche dall'Uganda, dove il missionario comboniano ha speso la sua vita
Un unico respiro missionario ha unito domenica scorsa molte centinaia di persone, in occasione della celebrazione di ringraziamento per la proclamazione del venerabile padre Bernardo Sartori. Gremita era la chiesa parrocchiale di Falzé di Trevignano, in cui il vescovo Michele Tomasi ha presieduto la messa, e numerosa, grazie alla diretta streaming, la partecipazione anche da lontano, fino all’Uganda dove il missionario comboniano ha speso la sua vita.
“E’ un’Eucaristia nell’Eucaristia quella che celebriamo - ha detto il Vescovo -, per il riconoscimento di un cammino nella santità di padre Bernardo Sartori. Mi faccio voce di una chiesa intera, che si sente investita da un’esperienza vicina, interna a se stessa, della santità. Lui è nato, vissuto e cresciuto qui, non in un altro mondo. Un nostro fratello è diventato padre nella fede, nella fedeltà e nell’impegno”. Commentando i passi biblici della domenica e legandoli alla vita e all’opera di padre Sartori, monsignor Tomasi ne ha sottolineato il tratto dell’amore verso Dio, Gesù e Maria. “Era pienamente catturato e innamorato. E’ una condizione allo stesso tempo molto semplice e molto impegnativa. La riposta all’amore, se è percepito come totale, deve essere totale, come fu la prima Chiesa degli apostoli raccontata nelle letture di questa domenica”.
Il Vescovo ha ricordato lo sguardo di Giovanni che riconosce Gesù risorto sulla riva del lago, invitando a chiedere il dono dell’amore, per saper riconoscere la presenza di Cristo risorto. Come per Pietro ne nasce un “dialogo di amore continuo, che racconta di un Dio che ama e salva gli uomini. E’ questo lo spirito di missione di chi va ad annunciare a tutte le genti che il Signore è risorto e ci dona la salvezza e la vita eterna. Questo è lo spirito di missione che deve essere il respiro di una diocesi, di un popolo catturato dall’amore di Cristo che risponde “Signore ti voglio bene” e in questo bene vuole raggiungere tutti, creare riconciliazione, sostenere giustizia e pace, vita buona per tutti”.
Già a dicembre scorso, dopo la proclamazione della venerabilità, la comunità di Falzé si era riunita spontaneamente in preghiera. Domenica, alla presenza della famiglia Sartori, delle autorità civili, di religiose e sacerdoti del vicariato e di tante persone già devote a padre Bernardo, la celebrazione ha assunto il tono della pienezza nella sobrietà, come ha sottolineato il parroco don Silvio Caterino. Padre Fabio Baldan, castellano di nascita e oggi provinciale d’Italia dei Comboniani, ha portato i saluti del superiore generale Tesfaye Tadesse Gebresilasie. “Padre Bernardo è stato un missionario di grande caratura spirituale, che ha lasciato segni indelebili di evangelizzazione nel nord Uganda, con molte parrocchie connotate dal mistero mariano e un’azione pastorale che ha fatto nascere dialogo e conversioni in un ambiente quasi totalmente islamizzato”.
Appassionato e ricco è stato l’intervento del postulatore padre Arnaldo Baritussio, che ha salutato con calore i presenti. “Glorioso popolo di Falzé, vi ringrazio, perché voi avete offerto padre Bernardo alla Chiesa, oggi indicato come modello da seguire”. Ricordandone le radici della fede nella famiglia, nei parroci don Carlo Righetto e don Luigi Fabris e nella formazione ricevuta in Seminario, ha poi sottolineato tre dimensioni peculiari della sua opera. “Era missionario in comunione permanente con la sua chiesa di origine, diocesana e parrocchiale; ha avuto l’Eucaristia e la Madonna come centri gravitazionali da cui tutto sgorgava; il suo metodo pastorale costruiva una chiesa viva”. A questi aspetti, per mantenere viva la memoria e l’esempio di padre Bernardo, saranno dedicati prossimamente altri incontri e iniziative di approfondimento.