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Sentinelle della fraternità sempre più attive a Camposampiero

Da quasi un anno ha preso avvio operativamente il progetto proposto e sviluppato dalla Caritas interparrocchiale, alla quale aderiscono le parrocchie dei santi Pietro e Paolo, di Rustega, di San Marco (quest’ultima in diocesi di Padova) e i santuari Antoniani.

26/02/2019

Da quasi un anno a Camposampiero ha preso avvio operativamente il progetto “Sentinelle della fragilità” proposto e sviluppato dalla Caritas interparrocchiale, alla quale aderiscono le parrocchie dei santi Pietro e Paolo, di Rustega, di San Marco (quest’ultima in diocesi di Padova) e i santuari Antoniani.
Il progetto è stato pensato nell’autunno del 2017, qualche mese in anticipo rispetto alle conclusioni del cammino sinodale della nostra diocesi, e ora si inserisce a pieno titolo nella scelta terza operata dallo stesso cammino sinodale e denominata “Curare una conversione alla prossimità”.
Avendo constatato come anche nel territorio del camposampierese sono sempre più numerose le persone che si trovano a vivere in condizioni di isolamento ed emarginazione, e che anche i cristiani, come singoli e comunità, rischiano di diventare sempre più indifferenti di fronte a queste situazioni, come parrocchie di Camposampiero si è voluto creare nelle varie zone del paese una rete di buon vicinato per affrontare e dare risposte a tali disagi.
Nel progetto sono stati coinvolti il Comune, i comitati di quartiere, le associazioni di volontariato, le comunità religiose presenti nel territorio, e più in generale tutte le persone disponibili a dedicare un po’ del loro tempo agli altri.
Tra gli scopi del progetto: creare una rete di solidarietà di buon vicinato, stimolando i cristiani alla carità e alla solidarietà; creare una “banca del tempo”, dove chi desidera dedicarsi un po’ agli altri possa dare la propria disponibilità; monitorare le situazioni a rischio esclusione sociale creando rapporti di buon vicinato; favorire l’incontro e lo scambio fra generazioni.
Dal punto di vista organizzativo il progetto prevede un gruppo di “sentinelle” (circa 70), cioè persone che si sono impegnate a individuare e monitorare le varie situazioni di disagio presenti nel territorio comunale; delle persone volontarie (una ventina circa) svolgono poi operativamente il compito di intervento. Ogni martedì mattina, i referenti delle parrocchie sono presenti nel Centro di ascolto della Caritas disponibili per incontrare o ascoltare chi chiede aiuto, e per pianificare le relative azioni di risposta.
Gli interventi più comuni in questo periodo di avvio sono consistiti in: dedicare del tempo a chi è solo andando a trovarlo in casa; svolgere piccole commissioni per chi non è in grado di compierle (per esempio andare in farmacia, in posta, fare la spesa alimentare); accompagnare una persona a svolgere piccole commissioni; accompagnare i bambini all’asilo o a scuola; condividere del tempo con una famiglia in difficoltà. Vari sono stati finora gli interventi operati, alcuni occasionali, altri, oltre una decina, hanno richiesto invece sistematicità e continuità di azione.

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