Questo tempo particolare, che ci vuole preparare nella duplice attesa del Natale del Signore e del suo...
Folla di pellegrini e campane: a Camposampiero e Padova è sant'Antonio
Camposampiero si prepara per la ricorrenza di sant'Antonio. Ecco tutte le celebrazioni in programma per la solennità di sabato 13.
Camposampiero, insieme a Padova, si prepara per la ricorrenza di sant'Antonio. Ecco tutte le celebrazioni in programma per la solennità di sabato 13.
Camposampiero. Al Santuario del Noce, verrà celebrata la messa alle 8.30 di sabato 13. Al Santuario della Visione, invece, sarà celebrata la mesae alle 7.00, alle 8.00 e alle9.15. La messa delle ore 10.30 sarà presieduta da Mons. Gianfranco Agostino Gardin,Vescovo di Treviso. Alle ore 16.00 l’Affidamento dei bambini a S. Antonio,la benedizione e il bacio della reliquia. Alle18.00 avrà luogo la S. Messa concelebrata e presieduta da don Leopoldo Voltan, parroco di Campodarsego. Seguirà l’offerta dell’olio e accensione della lampada votiva da parte del Sindaco del Comune di Campodarsego. A conclusione delle celebrazioni, la processione cittadina con la statua e la reliquia del Santo.
Padova. La tradizionale sacra rappresentazione del Transito di sant’Antonio, inserita nell’ambito del Giugno Antoniano, si svolge venerdì 12 giugno per ricordare l’arrivo del Santo all’Arcella sul carro trainato da buoi e della sua morte, secondo la narrazione della prima biografia della prima metà del XIII secolo. Alle 20.30 in piazzale Azzurri d’Italia la formazione del corteo con gli oltre 150 figuranti che sfileranno fino al Santuario dell’Arcella, dove all’arrivo del carro, verso le 21.30, comincerà il concerto delle campane che si estenderà ai campanili di tutta la città di Padova, vestita a festa con i drappi dell’Arciconfraternita del Santo. È l’annuncio ufficiale dell’inizio della Solennità di sant’Antonio del 13 giugno, così come stabilirono gli Statuti del Comune di Padova nel 1276.
Cinque le scene, corrispondenti ad altrettante tappe lungo le vie del quartiere, in cui viene narrata la rievocazione storica che ripropone con fedeltà le immagini ricavate dal testo dell’Assidua, la prima biografia scritta pochi anni dopo la morte di sant’Antonio (1231) verosimilmente da un testimone oculare: il viaggio da Camposampiero sul carro trainato da buoi, l’incontro con frate Vinotto, l’arrivo al Monastero della Cella e la costernazione delle “Povere Dame” (le Clarisse). Sono queste le icone sulle quali è incentrata la sacra rappresentazione che si svolge per un tratto lungo l’antica via Aurelia Copta (attuale via Aspetti), ripercorrendo anche fisicamente gli stessi luoghi toccati da sant’Antonio in quello straordinario viaggio di quasi otto secoli fa. Un’ultima scena, la sesta, con le ultime ore di vita e l’agonia prima delle fatidiche parole Video Dominum meum (Vedo il mio Signore), con le quali il Santo concluse la sua vita terrena, avviene invece all’interno del Santuario, di fronte alla “Cella del Transito”, il venerato sacello che da secoli ci tramanda il luogo della morte del Santo.
Al termine dell’azione sacra il festoso concerto delle campane del Santuario annuncia alla città e al mondo la nascita al Cielo di Antonio, evocando la leggenda delle campane di Lisbona, la città natale del Santo, che avrebbero suonato spontaneamente proprio nel momento in cui egli spirava a Padova. Ispirandosi a questa immagine di grande significato simbolico e spirituale, anche quest’anno le campane di tutte le chiese di Padova suoneranno insieme nella sera del 12 giugno, all’ora del “Transito”, per annunciare alla città e ai moltissimi pellegrini l’inizio della festa solenne di sant’Antonio.
Altrettanto suggestivo e commovente è l’omaggio spontaneo che le migliaia di devoti da tutto il mondo rendono all’immagine del Santo appena spirato, un momento di singolare pietà popolare carico di segni e gesti di sentita umanità. Anche questa è una parte della rievocazione storica, forse la più corale e la più toccante. È una folla che il Santuario non riesce mai a contenere completamente, proprio come avvenne in quella sera quando l’intera Città corse all’Arcella spinta dal grido dei fanciulli: “È morto il Padre Santo, è morto S. Antonio!”.