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Camposampiero, meno confessioni ma più consapevoli

Ai parrocchiani è stato proposto un questionario con alcune domande; su più di mille questionari distribuiti durante le messe, le risposte sono state 200 e i risultati sono stati pubblicati nell’ultimo numero del notiziario della parrocchia “Voce della nostra comunità”, distribuito durante le festività natalizie.

Alcune settimane fa il parroco di Camposampiero, don Claudio Bosa, ha voluto svolgere un sondaggio su come il sacramento della confessione viene considerato in parrocchia. Ai parrocchiani è stato proposto un questionario con alcune domande; su più di mille questionari distribuiti durante le messe, le risposte sono state 200 e i risultati sono stati pubblicati nell’ultimo numero del notiziario della parrocchia “Voce della nostra comunità”, distribuito durante le festività natalizie.

La distinzione di “genere” delle risposte è stata per il 60% di femmine contro il 40% di maschi: il risultato era abbastanza prevedibile, anche se forse c’era da aspettarsi un maggiore divario.

La prima domanda del questionario riguardava la “fascia di età” delle persone che si confessano, ed è risultato che la maggioranza, il 77%, ha più di 50 anni, dando così l’impressione che davvero la confessione (ma anche la stessa messa domenicale) stia diventando estranea ai giovani e agli adulti di oggi.

Alla domanda sul “dove” ci si confessa, le risposte sono state così ripartite: il 30%, normalmente, accede al sacramento in parrocchia, il 14% fuori parrocchia ed il 56% dai frati francescani. Nonostante la forte attrazione esercitata dai locali Santuari Antoniani, va comunque notata una percentuale molto buona delle confessioni in parrocchia.

Circa il “quanto” frequentemente ci si confessa, i risultati sono stati i seguenti: il 7% delle persone dichiara di non confessarsi mai; il 29% si confessa a Natale e Pasqua; il 51% quando si sente e il 13% spesso, almeno una volta al mese. La bassa percentuale di coloro che si confessano solo a Natale e a Pasqua sembra indicare che sempre di più chi accede al sacramento della confessione non lo faccia per abitudine, ma per precisa volontà e desiderio.

Infine, il “perché”, cioè il motivo per cui ci si confessa ha evidenziato questi risultati: il 47% delle risposte perché ci crede; il 34% dichiara che è importante, il 12% risponde “perché mi hanno insegnato così”; il 7% non sa spiegare il motivo. Le risposte a questo ultimo quesito sembrano confermare, come quelle del precedente quesito, che la fede e il sacramento della confessione siano presi sul serio da chi li pratica convintamente.

L’esito del sondaggio è stato così commentato da don Claudio: “Senza dubbio stiamo camminando sulla strada della «secolarizzazione», di una vita vissuta, anche per la maggior parte dei nostri compaesani, nell’indifferenza verso Dio. La minoranza che frequenta è più consapevole di un tempo. Esiste e resiste sorprendentemente una ampia fascia di fedeli che rimane alla soglia: non abbandona del tutto, ma non vive un pieno coinvolgimento personale. Si può stimare che questa fascia di persone sia composta per almeno 2 casi su 3 da coloro che partecipano alla messa domenicale e dalla maggioranza assoluta di chi fa battezzare i figli e li porta a catechismo”.

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