Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Borghetto: nuova piazza intitolata a mons. Mantiero
L’inaugurazione ha segnato la conclusione pressoché definitiva di una serie di interventi che la parrocchia ha sostenuto negli ultimi anni per recuperare, destinare e abbellire le aree aperte circostanti la chiesa.
Inaugurata domenica scorsa, 1° febbraio, la nuova piazza di Borghetto intitolata a mons. Mantiero. L’inaugurazione ha segnato la conclusione pressoché definitiva di una serie di interventi che la parrocchia ha sostenuto negli ultimi anni per recuperare, destinare e abbellire le aree aperte circostanti la chiesa. Si è voluto festeggiarla con semplicità invitando i vari soggetti coinvolti che hanno dato vita ad un’autentica sinergia fra Parrocchia, Diocesi, Amministrazione di San Martino di Lupari e Regione Veneto.
Era presente, a nome del vescovo Gianfranco Agostino, il vicario generale, mons. Adriano Cevolotto, che ha presieduto l’annuale celebrazione del patrono, san Giovanni Bosco, al termine della quale ha avuto luogo la benedizione della nuova piazza intitolata ad Antonio Mantiero, vescovo di Treviso dal 1936 al 1956.
Il Consiglio pastorale ha proposto all’Amministrazione comunale questo nome, scegliendolo fra altri di interesse locale, per poterlo fissare definitivamente nella memoria felice della parrocchia che gli è riconoscente per il sostegno ricevuto, con l’erezione in parrocchia nel 1953, dopo che egli aveva benedetto e posato le prime pietre della chiesa e del campanile.
Erano presenti i rappresentanti della Regione Veneto e delle amministrazioni comunali dei tre comuni di appartenenza territoriale (San Martino di Lupari, Villa del Conte e Santa Giustina in Colle) nonché di Villaverla, in provincia di Vicenza, da dove era nativo il vescovo. Emozionante pure lo scoprimento della tabella viaria ad opera di uno dei numerosi pronipoti di mons. Mantiero, convenuti per l’occasione da Treviso e da Vicenza, onorati che al loro illustre parente fosse data visibilità e riconoscenza.
Un giorno di festa che ci ha fatto sentire comunità in cammino al seguito del Signore, capace di trarre dalla propria storia, seppur breve, gli insegnamenti che sostengono la speranza e l’impegno ad essere strumento efficace per la cordiale e gioiosa convivenza degli uomini.