Un esempio di gratuità

Venegazzù e Thailandia sono uniti da 45 anni dalla presenza nel paese asiatico di padre Sante Tocchetto.

Il missionario camilliano è rientrato in questi giorni nel sud est asiatico, dopo un periodo di vacanza passato ai piedi del Montello e a quattro anni dal suo ultimo ritorno nella terra natale.

In queste settimane estive ha presieduto le celebrazioni eucaristiche festive e feriali nelle parrocchie della Collaborazione pastorale volpaghese, incontrando parenti e vecchi amici.

Prima di congedarsi e fare rientro in Thailandia ha accettato l’invito del parroco don Federico Gumiero di lasciare una testimonianza della sua esperienza. Ad aprire l’incontro di saluto sono state le note e i versi della “Canzone di Luciano”. E proprio un passaggio del ritornello (“Fa’, Signore, che io riesca a consumare la mia vita per gli altri, che il mio dir di sì sia sempre per la gloria tua”) si è sovrapposto perfettamente con quanto ha raccontato il religioso. “Siamo strumenti nelle mani di Dio. Dobbiamo essere convinti di quello che dobbiamo fare, non per essere ricordati, ma per essere di servizio agli altri”.

Padre Sante, 72 anni, ha condiviso la propria esperienza di vita e di missione parlando nella chiesa di Venegazzù. “Qui sono stato battezzato e ho fatto il chierichetto ai tempi di don Sante Brusa. La mia vocazione è nata quando ho visto l’abito di un religioso camilliano. Con quella grande croce sul petto, mi ricordava i crociati che andavano in Terra Santa. Una volta diventato sacerdote, mi sono messo a disposizione dell’Ordine. E sono andato in Thailandia, ricoprendo nel corso degli anni diversi incarichi”.

Un per cento di cattolici, ma gli anziani partecipano anche se non battezzati

Nel paese asiatico la presenza dei cattolici è inferiore all’1 per cento della popolazione, che per la stragrande maggioranza è seguace del buddismo. “Abbiamo difficoltà a coltivare vocazioni e conversioni, proprio per la diffusione capillare della cultura buddista. Ma abbiamo tanti anziani che, pur non battezzati, partecipano alle nostre celebrazioni. Molti lì si stupiscono che apriamo le porte a tutti, ma per noi è normale. Cerchiamo di dare esempio più di tante parole, come abbiamo fatto all'epoca dei lebbrosi e oggi coi malati di Aids”.

I camilliani sono in Thailandia dal 1952, dopo la cacciata dalla Cina, e la migrazione a Formosa e nella regione del Siam. Il carisma è di ispirazione sociale e oggi ci sono due ospedali, cinque case per anziani, un centro per bambini, vicino al triangolo d'oro, centro di produzione e commercio della droga, tre centri per bambini disabili, uno per senzatetto e malati mentali, tre seminari.

“Mi sono accorto che lì il mondo è rovescio e non solo perché si trova sotto l'equatore. Mancano educatori e c’è molta emarginazione sociale, basti pensare al turismo sessuale che coinvolge bambine e bambini. Il governo controlla tutto, anche la natalità, dato che si applica la sterilizzazione delle donne, al massimo dopo il secondo figlio”.

A padre Tocchetto è affidata la gestione di un Seminario e una casa per anziani. La presenza dei cristiani è sostenuta anche dalle adozioni a distanza e da una forte collaborazione tra le undici diocesi thailandesi, gli ordini religiosi e i sacerdoti diocesani, a differenza di quanto accade in Italia, dove c'è maggiore chiusura tra enti e organismi.

“Essere missionari vuole dire incarnarsi nella realtà in cui si va a vivere. Bisogna spogliarsi del proprio modo di pensare per agire e assumere quello del popolo”. Nelle sue omelie di questo periodo estivo non ha disdegnato l’uso del dialetto veneto. “La lingua madre non si dimentica, il mio cuore è qui e anche lì. Sono orgoglioso di essere di Venegazzù”.