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Dal Centro missionario visita in Ecuador: un’esperienza viva di missione “in alta quota”

Il direttore del Centro missionario don Gianfranco Pegoraro ha incontrato i missionari trevigiani
che vivono nel Paese andino. Ecco com’è andata

Dal 5 al 10 luglio, assieme a don Gianfranco, direttore del Centro missionario diocesano, abbiamo visitato i missionari della nostra diocesi presenti in Ecuador. I primi giorni ci siamo fermati a Quito, assieme a don Giuliano Vallotto e a don Graziano Mason, i nostri preti diocesani che da tempo vivono in Ecuador. Quito si trova a 2.850 metri, il clima è diverso e c’è un po’ di difficoltà ad adattarsi a queste altitudini, soprattutto con il respiro. E’ stato molto interessante vedere con i nostri occhi ciò che, con un paziente e intelligente lavoro pastorale, don Graziano e don Giuliano hanno costruito in questi anni di permanenza in questa terra ospitale.

Don Graziano ha dato vita a “Maquita”, una fondazione che è nata da alcuni gruppi di organizzazioni contadine, da donne e giovani e da gruppi di acquisto parrocchiale, per fronteggiare la crisi economica. L’idea all’origine di Maquita è di unire il commercio alla solidarietà, per favorire le fasce più deboli e disagiate del Paese.

Don Giuliano ci ha colpito per le sue tante letture di libri e articoli, l’incontro con le persone che ancora lo hanno come punto di riferimento, l’apertura di un canale Youtube per trasmettere ogni settimana un corso biblico che cerca di legare le Scritture alla vita. Nei tre giorni di permanenza abbiamo visitato anche la missione di Daniela Andrisano, ad Ayora, sobborgo di Cayambe, che dista circa due ore di macchina dalla capitale.

Daniela sta tentando di organizzare un “doposcuola” (anche lei attraverso una fondazione) per le famiglie più bisognose. Per adesso si ritrovano in alcune stanze, a Cayambe, ma siccome i bambini sono molti, vedono la necessità di trovare spazi più ampi, anche costruendo altre aule.

Tornando da questa visita ci siamo fermati a casa di Giuseppe Tonello, originario dalla parrocchia di Caerano di San Marco, che da anni vive in Ecuador. Giuseppe è impegnato da più di quarant’anni per uno sviluppo sostenibile e possibile. Nel 1975 è entrato nel Fondo ecuatoriano Populorum Progressio (Fepp), fondazione istituita a Quito nel 1970, su iniziativa di un gruppo di vescovi, sacerdoti e religiosi ecuadoregni, per costituire un fondo comunitario di assistenza e sviluppo destinato alle classi maggiormente disagiate del Paese, sulla spinta dell’enciclica Populorum Progressio di Paolo VI.

In pochi giorni da Quito a Cayambe, fino ai 3.500 metri di Salinas, e significativi incontri con i fidei donum sacerdoti e laici

Dopo questi primi tre giorni a “quote basse”, siamo saliti ai 3.550 metri di Salinas de Guaranda, dove abbiamo goduto dell’accoglienza e potuto condividere tanto tempo con Emanuele e Anna, che vivono in questa tranquilla cittadina delle Ande. Salinas è una delle tre parrocchie che sono state affidate alla cura di tre padri salesiani, tutti e tre italiani: padre Antonio a Salinas, padre Pio a Simiatug e padre Alberto Panerati a Facundo Vela. Salinas è definita la cittadina del commercio solidale, perché i piccoli produttori locali si sono riuniti in una cooperativa e sono impegnati nel turismo responsabile, nella produzione di svariati prodotti (formaggi, insaccati, cioccolato, artigianato, oli essenziali, ceramiche) e alcuni prodotti sono esportati anche in Europa attraverso la rete del commercio equo e solidale. Simiatug, che significa “bocca di lupo”, è la più grande delle tre parrocchie, dove i padri salesiani hanno il loro luogo di incontro e di scambio. E’ considerata una dei luoghi più antichi di tutta la provincia di Bolívar. Infatti, si possono incontrare diversi resti archeologici che testimoniano questa antica storia. Infine, siamo stati a Facundo Vela, una cittadina agricola dedicata soprattutto alla produzione di canna da zucchero. Qui , dopo il nostro pranzo, sono arrivati i bambini delle scuole per mangiare insieme alla mensa e poi per dividersi nei gruppi di catechesi.

Tra un viaggio e l’altro siamo riusciti a incontrare anche il vescovo di Guaranda, mons Hermenegildo Torres. E’ stato un incontro cordiale e semplice dove ci siamo confrontati (missionari di Treviso e padri salesiani) sulla presenza dei volontari italiani. Il Vescovo ha ringraziato per il servizio svolto dagli italiani, dando la sua disponibilità per accogliere altri volontari con continuità.

Tra luglio e agosto, due giovani della nostra diocesi che si sono preparate con un percorso organizzato dal Cmd e dalla pastorale giovanile, faranno un’esperienza di un mese proprio con Anna ed Emanuele.

Sono stati 10 giorni molto belli, interessanti, pieni di incontri, di panorami bellissimi, di dialoghi, di riflessioni e di condivisione. E’ bello poter incontrare un’altra chiesa che è nostra sorella e poter mettere in pratica il famoso “interscambio” che è uno degli obiettivi della presenza di missionari della nostra diocesi nel mondo.

(Lucia Michielin)

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