Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Pakistan: incertezza dopo il voto
Un nuovo Parlamento già nel caos. Con Imran Khan - il leader della forza politica che ha raccolto più seggi anche se privata del proprio simbolo - costretto a “parlare” attraverso un messaggio generato con l’intelligenza artificiale, perché si trova in carcere. Mentre il tre volte premier Nawaz Sharif, bocciato dalle urne, arruola alleati e singoli parlamentari per dare vita comunque a una coalizione di governo.
La fine del lentissimo (e contestatissimo) spoglio delle schede ha consegnato al Pakistan un risultato elettorale frammentato e un parlamento senza una maggioranza chiara. Tra i 101 parlamentari “indipendenti” eletti (su 266 circoscrizioni), sono ben 93 quelli legati al Pakistan Tehreek-e-Insaf (Pti), il partito di Imran Khan. Considerato il leader in carcere e l’impossibilità di correre con il proprio simbolo, il fatto che siano appena una ventina in meno rispetto ai seggi ottenuti con la vittoria netta del 2018 è un risultato notevole. Distanziata, a quota 75 seggi, la Lega musulmana di Nawaz Sharif, che nonostante il chiaro sostegno dei militari, ne ha guadagnati appena una decina rispetto all’esito di sei anni fa (quando si votò nel pieno dello scandalo sui Panama papers). Terza forza si conferma il Pakistan peoples party di Bilawal Bhutto, che ha incassato 54 propri rappresentanti.
Con questi numeri diventerà molto importante la ripartizione dei 70 seggi aggiuntivi che la legge elettorale pachistana riserva alle donne (60) e alle minoranze (10). Abitualmente sono suddivisi in maniera proporzionale a seconda dei voti riportati dai singoli partiti. Ma dal conteggio sono esclusi gli “indipendenti”; dunque, in questo caso, potrebbero andare a modificare pesantemente l’esito del voto. Va anche aggiunto che gli eletti hanno comunque tre giorni di tempo per decidere se aderire a uno dei partiti rappresentati in parlamento. E se la Lega musulmana di Sharif sostiene in queste ore di aver già raccolto sei adesioni (una delle quali di un candidato eletto con i voti dei sostenitori del Pti), tra le ipotesi che circolano c’è anche quella che gli eletti vicini a Imran Khan confluiscano in massa in un piccolo partito che ha ottenuto un unico seggio, per essere comunque ammessi al riparto dei seggi riservati alle donne e alle minoranze. Entro il 29 febbraio - quando il nuovo parlamento si riunirà per la prima seduta - andrà comunque formata una coalizione di governo. E la Lega musulmana, nonostante il risultato deludente, appare comunque il partito con più probabilità di guidarla:. E’ decisamente improbabile, però, che con la maggioranza relativa comunque conquistata - e le pesanti accuse di brogli lanciate - il Pakistan Tehreek-e-Insaf accetti passivamente un esito di questo tipo. E dunque lo scontro politico in Pakistan rischia pericolosamente di ritornare a manifestarsi nelle piazze.