Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Cisl di Treviso: dal 2 aprile, dopo sessant’anni, il sindacato cambia sede
Da martedì 2 aprile, Cisl Treviso si trasferirà nella sua nuova sede di viale della Repubblica, al civico 40, nel territorio di Villorba. Un cambiamento storico per la grande organizzazione sindacale trevigiana, che per 60 anni è stata in via Cacciatori del Sile, appena fuori dal centro storico, a pochi passi dalla stazione ferroviaria e dal park Dal Negro.
Il cambio è stato determinato dall’esigenza di riunire in un’unica sede tutti gli uffici Cisl (finora, nella sede di piazza Pinelli, gli accessi erano frazionati in almeno 5-6 entrate differenti), come ci spiega il segretario generale Massimiliano Paglini, migliorando ed efficientando l’organizzazione interna del sindacato, con vantaggi e benefici diretti per gli utenti. Inoltre, in viale della Repubblica si risolve il problema parcheggi, poiché intorno all’edificio ce ne sono una sessantina, gratuiti, con la possibilità di incrementarli con un’altra ventina.
La nuova unità immobiliare, che Cisl ha acquisito, misura circa 2.300 metri quadrati, suddivisi su tre piani. I lavori di ristrutturazione e riqualificazione si sono svolti in tempo record, in modo da consentire il trasloco in concomitanza con l’avvio della campagna fiscale. Da martedì 2 aprile Cisl sarà aperta con orario continuato 8.30-18.30.
Nella nuova sede gli utenti saranno accolti in un’unica reception, quindi indirizzati ai diversi servizi.
“Nello svolgere i lavori - sottolinea Edoardo Dorella, il componente dello staff di segreteria che ha seguito in prima persona il cantiere – abbiamo prestato molta attenzione alla sostenibilità e al benessere delle persone che usufruiscono di questi spazi. Il complesso si divide in 12 aree, su 3 piani, per un totale di 88 postazioni di lavoro, più un interrato con archivi e magazzino; è inclusa anche una sala riunioni. E’ una sede moderna, che riduce al minimo i consumi energetici, con postazioni di lavoro luminose e razionali, accessibile alle persone con disabilità, facilmente raggiungibile in auto e in autobus con la linea 4 di Mom. Grazie all’impianto fotovoltaico sul tetto, è totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico. Infine, l’impianto di illuminazione è stato convertito con led a basso consumo”.
Grazie a questo trasloco, in un unico edificio Cisl ha accorpato tutti i servizi e le Federazioni di categoria dell’organizzazione: al pianterreno Caf e patronato Inas e gli sportelli aperti al pubblico di Enti, associazioni, dei servizi e delle categorie; al primo piano le Federazioni di categoria, l’ufficio vertenze, lo sportello lavoro; al secondo piano gli uffici amministrativi, direzionali, istituzionali, il Ced e la sala riunioni.
I servizi di prossimità dell’organizzazione sindacale
Cisl Belluno Treviso oggi conta su una base di 90 mila iscritti, di cui 37 mila sono pensionati. Fra le Categorie dei lavoratori attivi, quella più rappresentativa è la Fisascat (terziario, servizi, commercio, turismo), con poco meno di 13 mila iscritti.
Nella nuova sede di Treviso tra segretari, dipendenti e collaboratori delle Federazioni di Categoria a Treviso, opereranno circa 80 persone.
Il progetto della nuova sede di Treviso, rientra in un approccio più generale del cosiddetto sindacato di prossimità, che vuole assicurare agli utenti comodi sportelli territoriali, dove trovare persone pronte a fornire assistenza.
“Le nostre sedi sindacali - dichiara il segretario generale di Cisl Belluno Treviso, Massimiliano Paglini - da sempre sono un punto di riferimento per le persone iscritte e non iscritte. Una centralità emersa con forza nei mesi della pandemia e del lockdown, nel corso dei quali abbiamo ricevuto migliaia di telefonate di persone disorientate, e anche nel periodo successivo, quando le sedi hanno registrato un numero record di appuntamenti e presenze. Con questo spirito di servizio e presenza abbiamo deciso di investire sulla nuova sede, confidando diventi un punto fermo per tutti i trevigiani lavoratori, pensionati, anziani, disoccupati e migranti. Questo trasferimento si colloca in un più ampio progetto di ammodernamento e razionalizzazione delle sedi delle due province, che ha già coinvolto Castelfranco e Vazzola nella Marca e Belluno, Mel e Pieve di Cadore nel Bellunese”.
Con l’avvio della campagna fiscale, aggiunge il responsabile del Caf Cisl Belluno Treviso, Antonio Miotto, per la provincia di Treviso sono stati fissati già 12 mila appuntamenti su una platea di 50 mila utenti. Su 14 postazioni del Caf, 8 sono quelle dedicate alla compilazione delle dichiarazioni dei redditi dei trevigiani. Per facilitare l’accesso a chi lavora, saremo aperti anche il sabato mattina. Nel corso di questi mesi abbiamo formato 100 nuovi operatori, che lavoreranno nelle 17 sedi della Marca e nelle 10 del Bellunese. Mediamente ogni anno 65 mila persone tra Treviso e Belluno si rivolgono ai Centri di assistenza fiscale della Cisl territoriale per l’assistenza nella compilazione e l’invio della dichiarazione dei redditi”.
Attivo dal 2 aprile anche il Patronato Inas per le pratiche previdenziali e assistenziali, gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, i permessi di soggiorno e ricongiungimenti per gli migranti e tutte le pratiche relative all’invalidità.
Com’è lo stato di salute del lavoro in provincia di Treviso?
“Anche qui da noi - spiega Paglini -, viviamo le grandi contraddizioni del mondo del lavoro italiano. Ci sono settori in cui la contrattazione sta funzionando bene, ad esempio, con il rinnovo dei contratti del terziario distribuzione e servizi, e altri in cui purtroppo prevalgono precarietà e sommerso, oppure sfruttamento dei lavoratori più fragili. Un’altra problematica seria è quella del lavoro femminile, dove i compensi sono più bassi, e il disallineamento fra l’aumento del costo della vita e i salari medi. Questo intacca le garanzie e le tutele per i lavoratori”.
E l’occupazione, come sta andando?
“Siamo in una situazione di piena occupazione, nonostante il precariato e molti contratti a tempo determinato, specie per i giovani. Non ultimo, c’è l’enorme difficoltà che mancano i lavoratori, le aziende letteralmente non li trovano. Come fare? Oltre alle politiche attive del lavoro, la formazione continua, bisognerebbe riuscire a fare meglio rete, fra Enti e Associazioni di categoria, scambiarci di più le informazioni. Già questo sarebbe un ottimo risultato per costruire progettualità”.