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Mercato immobiliare: bonus, o paralisi

Situazione a tinte fosche per il mercato della casa. Niente costruzioni ex novo, ristrutturazioni costose, il calo demografico che incombe. Lo si evince da uno studio di Nomisma per Confartigianato

Vuoi vedere che, dopo tante grida e capelli strappati, dovremo ritornare alla politica dei bonus fiscali, dei famigerati 110, o degli sgravi fiscali, per far decollare il mercato della casa? A leggere tra le righe del comunicato della Confartigianato del Veneto, qualcosa sembra emergere. Lo dice Oscar Bernardi, presidente di Confartigianato imprese Marca trevigiana, considerando che tra il 2021 e il 2023 le imprese più strutturate hanno avuto incrementi medi di fatturato del 19,4 per cento, e una crescita del valore aggiunto medio del 20 per cento. “Riconosco che è necessaria una riflessione su nuovi approcci e modalità operative, dopo l’esaurimento della fase straordinaria legata al Superbonus e al Pnrr”.

Parole che non inclinano certo verso il libero mercato senza alcun intervento pubblico. L’esperienza dei bonus fiscali ha, sicuramente, rilanciato il settore, contribuendo a far crescere e strutturare le imprese. Sul passato, comunque, il giudizio spetta ai posteri, ma sul presente le ombre sono, certamente, pesanti.

Il tema casa, come si evince dalla ricerca Nomisma presentata da Confartigianato Veneto, assume connotazioni drammatiche: non si costruiscono case nuove, le ristrutturazioni sono costose, e l’unica prospettiva, ma con poca offerta, sembra legata al mercato degli affitti.

Il 79 per cento delle famiglie venete ha una casa di proprietà, il 16 vive in affitto, mentre il 22 delle abitazioni risulta non abitata. Una su quattro, dunque, resta vuota. Il trend dei permessi di costruire è in calo del 26 per cento in soli quattro anni, dal 2019 al 2023. Confartigianato afferma che il fenomeno “è destinato a mantenersi a causa anche del leggero aumento dei prezzi nei prossimi tre anni a Treviso e Verona, e del +2% annuo nelle province di Padova e Venezia”.

A noi, viste le cifre che si pagano per qualsiasi lavoro edile nella propria casa, quel “leggero” pare un po’ un eufemismo. Comunque, non è il problema più grande.

La soluzione non può arrivare dal libero mercato, ma da scelte politiche e da aiuti fiscali, dopo la fine dell’era “110”

Il dramma sta dietro l’inverno demografico, ormai denunciato da più parti, soprattutto da decisori politici che continuano a eluderlo. Per Confartigianato, la spinta a costruire non deriva tanto dalla normativa europea delle case green, ma piuttosto dal dato evidente che i capoluoghi di provincia non hanno più spazi per ospitare residenti, mentre la periferia e i Comuni più piccoli si stanno spopolando. “È qui che la politica deve intervenire, riqualificandoli e dotandoli di infrastrutture e servizi attrattivi per nuovi abitanti. Le case dovranno essere più piccole, ma dotate di tutti i comfort, per accogliere persone sole in centri urbani che - si chiede alla politica - non siano privi di uffici postali, bancomat e piccoli supermercati. Inoltre, andrebbero potenziati piste ciclabili, trasporti pubblici e punti sanità”.

Cresce la domanda di locazioni in affitto, ma manca l’offerta. In questo senso, sarebbe necessario trovare incentivi - un’ulteriore richiesta alla politica - per adeguare a questo scopo case invendute. Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione genera una domanda di “abitazioni age-friendly” (amichevoli rispetto all’età), dotate di domotica, per facilitare l’assistenza. Anche per questo servono incentivi.

Chiarissimo anche il capitolo della sostenibilità ambientale: dal libero mercato non arriva la soluzione. La ricerca Nomisma commenta che questa non dipende tanto dalla sensibilità dei veneti verso le problematiche ambientali, o dal bisogno di ammodernare gli impianti, quanto piuttosto dalla disponibilità di bonus fiscali che sostengano le spese, altrimenti troppo onerose.

“Emerge, dunque, che le famiglie hanno difficoltà a impegnarsi con grossi investimenti per sostenere le spese necessarie a mettere a norma la propria casa - afferma Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto - e che dobbiamo fare i conti con un patrimonio immobiliare vetusto, abitato principalmente da anziani, che necessiterà di interventi di manutenzione e non troverà collocazione sul mercato, in quanto le giovani coppie preferiscono andare in affitto. Dall’indagine, inoltre, per quanto attiene alle piccole e medie imprese, la richiesta è chiara e netta: stabilità normativa, un meccanismo redistributivo delle aliquote, la reintroduzione parziale della cessione del credito, e bonus fiscali commisurati ai livelli di reddito dei proprietari”.

Si chiude il cerchio. Le condizioni del Veneto e delle sue imprese, secondo questa ricerca, sono tali per cui non sembra esserci alternativa al ritorno dei bonus.

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