Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Crowdfunding: aiuto ad associazioni ed enti non profit
“In tutti se fa tutto”. Questo antico adagio nostrano potrebbe essere la migliore sintesi del progetto “Crowdfunding: il dono della comunità”, che aiuta associazioni ed enti non profit ad acquisire risorse per finanziare le proprie iniziative. E’ la quarta edizione di questa iniziativa, voluta da Banca delle Terre Venete, in collaborazione con il Centro di servizio per il volontariato di Belluno-Treviso, e realizzata per la parte tecnica da Ginger Crowdfunding.
Il sistema delle raccolte di fondi, di autofinanziamento, di ricerca di sostegni economici per la concretizzazione di progetti grandi e piccoli è in crescita anche in Italia, pur rimanendo ancora in proporzioni e volumi relativamente piccoli. “A noi – spiega Agnese Agrizzi, fondatrice della piattaforma Ideaginger.it – stanno a cuore i concetti di comunità e di mutualità. Quello che noi facciamo è aiutare chi vuole lanciare una campagna di crowdfunding a essere efficace. Servono un progetto chiaro, una squadra di lavoro, tempo, risorse e una lista di potenziali sostenitori”. Tutto passa attraverso una piattaforma digitale, che però non esclude altre forme di ricerca di finanziatori grandi e piccoli. Mediamente i progetti hanno un valore tra i 5 e 10 mila euro, ma si può arrivare fino ai livelli del mercato immobiliare (45 miliardi secondo un report del Politecnico di Milano presentato in questi giorni).
Chiunque può aprire una campagna di crowdfunding, siano essi privati, enti o aziende. Ma non è facile districarsi tra le varie proposte che si possono incontrare. “Ciò che fa la differenza – aggiunge Agrizzi – è la conoscenza e la relazione con chi propone la raccolta fondi. In generale, per comprendere, capire, la solidità del progetto, occorre leggere bene i testi, capire gli obiettivi e come vengono presentati”. A livello mondiale, solo il 40% dei progetti arriva a raccogliere gli obiettivi prefissati. “Noi superiamo il 95% di successo e addirittura si raccoglie anche più del previsto, circa il 170% dell’obiettivo iniziale. Tutto è trasparente perché c’è un rapporto diretto coi donatori che possono sempre verificare la destinazione e l’uso del denaro”.
Cuore della strategia è la formazione nei confronti degli enti promotori. Al progetto, presentato lunedì 11 a Montebelluna, hanno aderito una quarantina di enti e associazioni del Terzo settore. A venti di queste saranno fornite specifiche informazioni tecniche sul crowfunding nel corso di due incontri in programma nei prossimi giorni. Nelle prime tre edizioni dell’iniziativa, solo nel nostro territorio, sono state lanciate 42 campagne di ambito culturale, sociale, civico, con una raccolta di oltre 500 mila euro da più di 5 mila donatori.
“Noi come banca – spiega il vicepresidente vicario di Banca delle Terre Venete, Pietro Pignata – copriamo un quinto del budget previsto, quando i progetti che scegliamo di sostenere raggiungono la soglia dell’80%. Si può dire che è un ritorno all’antico per un istituto come il nostro, nato alla fine dell’Ottocento: ognuno mette qualcosa e si genera mutualità, che è ben diversa dai contributi dati a pioggia. Gli ottimi risultati raggiunti fino a oggi non solo dimostrano il grande potenziale di questo strumento innovativo per la raccolta fondi, ma confermano anche la sensibilità, lo spirito di coesione e l’effervescenza sociale del nostro territorio”.
Francesca Brotto, della compagnia Tale Teatro, raccontando dell’esperienza di crowdfunding per una rassegna di spettacoli sul tema della memoria, sottolinea anche altri aspetti dell’adesione alla piattaforma. “Mi ha colpito la facilità con cui si possono fare i versamenti, che sono tutti tracciati. Per noi è stato un modo di recuperare risorse che altrove non trovavamo. In più è un modo nuovo per farsi pubblicità e avere visibilità”. L’adesione alla piattaforma non deve partire necessariamente dall’esistenza di un progetto da finanziare. Secondo i promotori è importante che ci sia innanzitutto maggiore consapevolezza sul crowdfunding come strumento di finanziamento. “Crediamo che sia opportuno aprire più porte possibili alle associazioni - commenta Antonio Della Rosa, vicepresidente del Csv Belluno Treviso -. In fase di progettazione si riescono ad affinare gli obiettivi a trovare le strategie. E il crowdfunding è un mondo che si apre davanti e noi dobbiamo esserne protagonisti. Anche il volontario deve essere al passo con i tempi”. “L'elemento vincente – aggiunte il direttore generale Sergio Maset - è la capacità di intercettare e rispondere in modo efficace ai bisogni di una comunità. Occorre saper comunicare con gli altri, riuscire a coinvolgerli, ad aggregarli, secondo principi di responsabilità sociale. Per fare questo serve una formazione specifica che si aggiunge alla motivazione di partenza”. Della Rosa invita, poi, a non spaventarsi quando si parla di rendicontazione. “E’ un obbligo essere perfettamente trasparenti, perché lavoriamo con i soldi di altri e nel rispetto del lavoro e del sacrificio che hanno prodotto quella ricchezza e che a noi viene donata”.