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Berco, è sciopero: nessun esubero a Castelfranco, ma salta il contratto integrativo

Crisi Berco: 480 licenziamenti a Copparo, salvi i lavoratori di Castelfranco Veneto, ma l’azienda ha disdettato il contratto integrativo. Dichiarato lo sciopero immediato. Le comunicazioni sono arrivate nella mattina di oggi, 17 ottobre, a organizzazioni sindacali e lavoratori

Crisi Berco: 480 licenziamenti a Copparo, salvi i lavoratori di Castelfranco Veneto, ma l’azienda ha disdettato il contratto integrativo. Dichiarato lo sciopero immediato. Le comunicazioni sono arrivate nella mattina di oggi, 17 ottobre, a organizzazioni sindacali e lavoratori: la Berco ha avviato la procedura per il licenziamento di 480 dipendenti occupati nello stabilimento di Copparo, in provincia di Ferrara. “Salvi” i 150 lavoratori - per la maggior parte operai - della sede di Castelfranco, in provincia di Treviso. Ma con decorrenza dal 1° novembre “in ragione - scrive l’azienda - della imprevedibile ed eccezionale sopravvenienza di ragioni produttive ed economiche” l’impresa ha comunicato a organizzazioni sindacali e Rsu la disdetta per entrambe le sedi del contratto integrativo aziendale e degli accordi relativi a premio di risultato, presenza individuale e welfare aziendale. Dichiarato immediatamente lo sciopero: al diffondersi della notizia questa mattina gli operai entrati in fabbrica per il turno delle 6 sono usciti svuotando i reparti.Berco, specializzata nella produzione di componenti per sottocarri di macchine movimento terra e agricole, con 1.372 dipendenti tra gli stabilimenti di Copparo e Castelfranco, ha giustificato i licenziamenti e l’annullamento degli accordi integrativi con una riduzione del 30% degli ordini, delle commesse e del fatturato. Le cause principali sono attribuite alle tensioni geopolitiche, all’aumento dei tassi di interesse registrato negli ultimi anni e al significativo divario nei costi delle materie prime e dell’energia tra Europa e Paesi asiatici. Questa situazione sta spingendo diversi clienti a considerare il trasferimento delle produzioni in India. In questo quadro di crisi, la dirigenza aziendale sottolinea che l’annullamento degli accordi sarebbe “necessaria al fine di consentire la sopravvivenza dell’azienda e quindi nell’ottica di salvaguardare i livelli occupazionale e le future opportunità di riallineamento della situazione aziendale”.

In merito ai licenziamenti, Berco afferma che “non sussistono misure alternative alla riduzione del personale e si rende pertanto necessario procedere al licenziamento del personale strutturalmente in esubero per consentire la sopravvivenza dell’azienda e riallineare i livello occupazionali alle mutate esigenze del mercato”.

“Il comportamento dell’azienda è molto grave - dichiara Massimo Civiero, della segreteria Fim Cisl Belluno Treviso -. Il fatto che non siano stati dichiarati esuberi nello stabilimento di Castelfranco non ci rassicura affatto, chiediamo chiarezza su quale sia il futuro del sito”. Civiero ricorda che l’azienda ha fatto ampio ricorso alla cassa integrazione ordinaria a giornata e che negli ultimi 15 anni si è verificata una costante riduzione del personale, passando da 500 dipendenti nel 2013 agli attuali 150. “Inoltre - conclude il segretario della Fim Belluno Treviso - gli investimenti necessari per mantenere l’azienda competitiva sul mercato non sono stati effettuati. Nello stabilimento di Castelfranco, come in tutta l’industria italiana, sono indispensabili investimenti significativi per evitare situazioni critiche come quelle che stiamo già vedendo nel settore automotive”. L’Amministrazione Comunale di Castelfranco ha convocato un Consiglio comunale straordinario sulla crisi per sabato mattina, il 19 ottobre, al quale interverranno anche Fim e Fiom territoriali.

“Con la protesta di oggi i lavoratori e le lavoratrici trevigiani hanno voluto esprimere solidarietà nei confronti dei colleghi di Copparo, altresì dare un forte segnale di apprensione anche per le sorti stesse dello stabilimento di Castelfranco, e in questo trovano il Sindacato a loro fianco - afferma Massimo Baggio della Fiom Cgil di Treviso -. Non possiamo, infatti, che registrare la situazione di affanno dell’azienda, che ha negativamente disdetto il contratto integrativo, a discapito di tutti i dipendenti”. “Dentro questo quadro di luci e ombre, nel contesto di tale situazione di difficoltà e di apprensione e delle decisioni prese dai vertici di Berco - continua Massimo Baggio - martedì prossimo 22 ottobre nel corso delle assemblee dei lavoratori si deciderà in modo unitario quale percorso da affrontare”.

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