Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Ritmi e danze dal mondo, il festival si fa itinerante
Trasformarsi perché tutto, nella vita, si trasforma. Chiusa la trentesima edizione con la partecipazione, oltre le più rosee previsioni, di un pubblico appassionato e di illustri ospiti, Giavera festival manda in pensione la consueta organizzazione stanziale a Giavera del Montello e si propone itinerante in Italia e oltre confine.
In realtà, l’edizione numero 30 non si è conclusa con i quattro emozionanti giorni in “diretta sul Mondo”, accompagnati da ospiti come Francesca Mannocchi, Gad Lerner, Marco Damilano, Giampaolo Musumeci, Riccardo Iacona, Marco Omizzolo, Yvan Sagnet, Marco Paolini e dalle esibizioni artistiche delle comunità di Cina, Iran, Romania, Nigeria, Senegal, Tunisia, India, Marocco, Capo Verde, Ucraina e da 3.500 persone che hanno affollato i vari eventi.
“Prosegue - ha spiegato don Bruno Baratto, presidente del sodalizio culturale - lungo le rotte del Festival, con il viaggio-simbolo a Lampedusa, che vedrà una trentina di persone scendere lungo l’Italia verso l’«avamposto Lampedusa» in una serie di tappe particolarmente significative: l’agro pontino (deciso molto prima del fatto di Latina, ndr), Cutro, Riace, Camini e il progetto di accoglienza diffusa, fino a ritrovarci a Lampedusa, lembo di terra in mezzo al Mediterraneo, mare di incontro, mare di tragedia, luogo di approdo all’Italia all’Europa per molti migranti, di cui una parte abbiamo accolto nella casa di accoglienza a Giavera, dalla quale è nato il Festival”. L’appuntamento è dal 9 al 18 agosto prossimi e tutti i 30 posti disponibili sono stati ben presto occupati, lasciando a terra molte altre persone che avrebbero voluto prendervi parte.
Ma non finisce qui. Dal 6 all’8 settembre alcune associazioni di migranti sono a disposizione per collaborare con il Comune di Santorso (Vicenza) e altre realtà di quel territorio nell’organizzazione dell’evento “Intrecci meticci”.
Un’altra tappa del festival itinerante si terrà l’11 e il 12 ottobre, a Treviso e Montebelluna, in luoghi ancora da definire, con l'evento “Culture in danza, linguaggi di pace”, per incontrare genti e culture del mondo anche attraverso il linguaggio della danza presente nelle tradizioni dei popoli.
E poi all’estero, nella regione di Marrakech - Marocco con la comunità del villaggio di Douar Laarisa per la realizzazione di un pozzo comunitario. Iniziativa sorta a seguito del viaggio fatto da Ritmi e danze nel mondo, nel passato, in un paese nella parte del deserto dove il terremoto aveva distrutto strutture fondamentali.
E il prossimo anno? Giavera sarà sempre una tappa di questo festival itinerante, perché “nasce dalla casa di accoglienza migranti di Giavera del Montello, luogo di volti, lingue, alfabeti, geografie umane. Nasce tra queste mura intrise di speranze, gioie, inquietudini... una storia collettiva di passione civile, di agire necessario per il mondo di tutti”.
Ma, poi, altri progetti sono già avviati: un evento multiculturale a Cordenons (Pordenone) il 15 febbraio 2025, a conclusione del 2° festival sulla legalità, in collaborazione con l'associazione Tarakos; un viaggio in Casamance – regione del Senegal, dal 10 al 25 maggio 2025, in collaborazione con l’associazione Diamoral, storici compagni di viaggio del Festival.
“Giavera girovaga”, che ha già debuttato negli anni scorsi, diventa così occasione di organizzare eventi in collaborazione con altri territori, viaggi a incontrare realtà di società civile e di fermento culturale.
“Il bagaglio di esperienze, competenze, contatti e relazioni maturato in questi 30 anni, sono un valore che vogliamo ora condividere”, ha concluso don Bruno Baratto.