Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Libro: “Lo scandalo della speranza” e la testimonianza dei coniugi Attanasio
Non una grande novità, almeno così parrebbe in prima battuta, curare un libro per l’Avvento sui temi della speranza. Eppure non solo è stato necessario per tornare a creare occasioni di riflessione, ma anche decisamente “nuovo” per metodo e proposta. “Lo scandalo della speranza. Cammini di resurrezione nei tempi dell’Avvento” ci viene offerto dalla Comunità monastica di Marango che lo ha scritto per aiutare a gettare gli occhi oltre gli ostacoli e le fatiche quotidiane, come un’opportunità per riconoscere qui e ora il compiersi dell’opera che il Signore sta già realizzando attraverso i segni che la anticipano.
“E’ un libro plurale – racconta sorella Cristina -, raccoglie sensibilità, intuizioni, commenti diversi. Mette al centro la speranza che per noi cristiani è la persona di Gesù Cristo, morto e risorto. Nel legame tra questi due misteri, l’incarnazione e la resurrezione, si snoda la riflessione proposta che vuole essere accessibile a tutti, grazie anche alle testimonianze concrete che attualizzano i commenti alla Parola”.
Già il titolo ci dice molto: la speranza è davvero scandalosa al giorno d’oggi? “Intendiamo questa parola in senso biblico – spiega padre Alberto -; significa «inciampo», qualcosa su cui capitomboliamo, che non è previsto e, accadendo nella vita, cambia una idea, una esperienza, una situazione. Lo scandalo più grande è che non siamo noi a sperare per primi, ma è Dio che spera in noi, che non si arrende e non rinuncia mai a venirci incontro”. In biografie quotidiane di vita dove non mancano fratture, dolori, conflitti, nelle nostre comunità che a tratti sembrano perdersi, dentro a una storia globale che segna il passo con guerre, cambiamenti climatici, povertà vecchie e nuove, non solo continua a vivere la luce della speranza, ma si concretizza evidente in alcuni testimoni che, con segni concreti, dentro le loro esistenze più e meno conosciute, la fanno ardere. “Per alimentarla ci serve la frequentazione abituale con la Parola, il recupero di una cultura e spiritualità biblica, perché lì la troviamo donata a piene mani – sottolinea don Giorgio -. Le nostre non possono essere comunità che vivono attorno al prete, altrimenti si depaupereranno sempre di più. E poi ci serve la Storia che si fa nella vita degli uomini e delle donne di ogni tempo. La Bibbia non è una evasione spirituale; sta dentro alla storia, perché qui si concretizza la Parola di Dio, che è Parola di Speranza”. Solo un esempio, tra tanti: c’entra Gaza con la nostra pastorale? Perché se la risposta è no, di fatto stiamo semplicemente ponendo la pastorale fuori dalla storia. I testimoni di cui sono presentati alcuni scritti nelle pagine del libro non fanno altro che vivere quotidianamente aderenti al Vangelo: ci sono nomi noti, come padre Paolo Dall’Oglio o Dietrich Bonhoeffer (un suo scritto è accostato a quello di un terrorista detenuto per un breve periodo al carcere di Venezia, Gianfranco Bertoli, che racconta la sua tensione a scegliere una vita senza speranza per non rimanere deluso) ad altri che è probabile non passeranno mai davvero alla storia, ma non per questo sono meno significativi. Tra i vari, la Comunità di Marango, ha riproposto anche la vicenda di Luca Attanasio, giovane ambasciatore italiano in Congo, ucciso nel 2021 in un agguato vicino alla città di Goma. I suoi genitori, Salvatore e Alida, erano presenti all’incontro che la settimana scorsa si è tenuto alla libreria Paoline di Treviso proprio per presentare “Lo scandalo della speranza”.
“La nostra è una speranza di verità sulla morte di nostro figlio, i cui mandanti e moventi sono ancora sconosciuti; il processo che si è tenuto a Roma per ora l’ha abortita, concedendo l’immunità agli accusati, mentre scempi e depistaggi hanno disorientato le indagini – raccontano -. Luca è stato un giovane ambasciatore in terra africana che ha vissuto accanto al popolo congolese, cercando di restituire dignità e di costruire futuro. Lo ha fatto combattendo il lavoro minorile, promuovendo progetti di scolarizzazione, favorendo percorsi e strutture sanitarie, costituendo una Fondazione che tutt’oggi porta avanti i suoi sogni”. Quando è caduto in un agguato nei pressi del villaggio di Kibumba, Attanasio stava viaggiando con un convoglio del programma alimentare mondiale, agenzia delle Nazioni Unite. “Luca è un esempio dei principi scritti nella nostra Costituzione. Anche lui, come altri, ci ricorda che non serve essere persone straordinarie per fare cose straordinarie”.
E quale speranza coltivare, per la Chiesa? “La Chiesa deve morire alla tentazione del potere e diventare sempre più evangelica – dicono dalla Comunità di Marango -. Sarà più piccola, non importa, ma sarà più fraterna, più ospitale; servirà il mondo senza il guadagno del suo servizio; non perderà il senso e il gusto delle relazioni e della cura tra le persone. Allora sarà, davvero, anche Vangelo di speranza”.