Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
“Anni 40 luoghi e storia di Treviso: nazifascismo, Resistenza, persecuzioni razziali”
La Società iconografica Trivigiana organizza per lunedì 11 dicembre alle ore 20.45, nell’auditorium del Centro della Famiglia in via S. Nicolò, 60 , Treviso, una serata di proiezioni commentate dal titolo “Anni 40 luoghi e storia di Treviso: nazifascismo , Resistenza , persecuzioni razziali” ed etniche a cura di Federico Maistrello e Francesca Meneghetti, ricercatori dell’Istresco. Alla radice della presentazione organizzata dalla Società Iconografica per la serata dell'11 dicembre c'è un corso, tenutosi all'Istresco ( Istituto per la storia della Resistenza e della Storia Contemporanea della Marca Trevigiana) nel 2022 e riservato ai soci, sui momenti più salienti della storia del '900. Tale corso si era concluso con una ricognizione dei luoghi della città portatori di un significato memoriale.
Federico Maistrello commenterà foto dei luoghi di Treviso che ci ricordano la storia dell’occupazione tedesca e fascista tra il ‘43 ed il ‘45. In quel periodo la città era strettamente presidiata dai nazifascisti e per tale ragione i partigiani si astennero dal predisporre attentati, consapevoli che avrebbero scatenato rappresaglie. Di fatto i resistenti si limitarono con non pochi pericoli all’unica cosa che potevano fare: la raccolta di informazioni e la propaganda. Nel cuore di Treviso in via Tolpada c’era la vetreria Maffioli dove il titolare raccoglieva e coordinava le informazioni sulle forze occupanti e i loro spostamenti, avvalendosi di un ciclostile che veniva spostato continuamente in altri luoghi e che di solito era nascosto nel retrobottega che dava su via S. Bonifacio. Altro luogo tristemente ricordato sarà la palestra Verdi dell’Opera nazionale Balilla, poi luogo di tortura, oggi scomparsa (al suo posto c’è il nuovo Tribunale); altro luogo di tortura fu il collegio Pio X, allora sede della XX Brigata Nera. E poi Palazzo Zuccareda , ora sede del comando dei carabinieri, allora invece della Federazione Fascista. Nelle sue celle fu seviziata la partigiana Noris Rizzo, nome di battaglia “Carmen” che non parlò. Come non ricordare la lapide in via Dotti al n° 4 dedicata a Teresa Menghi in Fiabon , madre di 8 figli di cui 6 partigiani che si sacrificò per salvare dai fascisti suo figlio Vanzo in fuga sui tetti? Verranno citati altri luoghi memoriali sconosciuti ai più.
Invece Francesca Meneghetti ricorderà attraverso altre foto altri luoghi della città e della Provincia legati ai Giusti trevigiani che seppero restare uomini e donne nascondendo e salvando centinaia di Ebrei. Anche Treviso conobbe la Shoah , sia pure di dimensioni modeste. Infatti prima dell’8 settembre del ‘43 erano presenti in provincia oltre 400 ebrei soprattutto stranieri, giunti in fuga da Hitler dai paesi dell’ex Jugoslavia dopo l’occupazione tedesca. Gli Ebrei italiani erano stati pesantemente discriminati dal “censimento” (di fatto una schedatura ) nell’agosto del ‘38 e dopo le leggi razziali ne erano rimasti in tutto 30 con 27 vittime. Vale a dire che il 90% degli ebrei presenti trovò la salvezza, grazie ad aiuti. L’azione di reti di protezione in gran parte spontanee, organizzate da laici e da cattolici, rappresenta una specificità della Provincia di Treviso che vanta anche un numero elevato di riconoscimenti da parte dello Yad Vashem( l’ente di Gerusalemme che riconosce i Giusti fra le Nazioni)
Ecco fra le varie immagini da ricordare la Villa del notaio Gallina in via Mure San Teonisto, il pensionato delle suore francescane in borgo Cavour, villa Grollo ora Bios, la libreria Marton, il monastero di clausura delle Visitandine a S.Pelajo, ecc
In effetti, è possibile effettuare delle passeggiate “ramemoranti” (come si fece nel settembre 2017 per i 25 anni dell'Istresco), tali da intercettare questi siti. Si potrebbero anche individuare (magari con l'aiuto di qualche app) dei percorsi tematici, attorno ad argomenti quali: il fascismo e le sue istituzioni, la RSI e la convivenza con i tedeschi, l'internamento dei civili slavi nel campo di Monigo, la persecuzione degli ebrei a partire dal novembre 1943.
L'arco cronologico coperto da questi eventi si colloca dunque nel mezzo del XX secolo, a ridosso della seconda guierra mondiale.
Nella serata dell'11 dicembre, i vari siti verranno illustrati con delle fotografie commentate. Quello che si propone non è un pacchetto definitivo: l'individuazione di certi luoghi non è facile, si può incorrere anche nell'errore, ma il confronto con un pubblico esperto come quello della Società
Iconografica potrà essere di utile confronto.