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Mons. Cevolotto dopo la nomina a vescovo di Piacenza-Bobbio: "Saluto trepidante" alla nuova diocesi, chiamato a "nuova vocazione"

Riferendosi alla pandemia che ha colpito duramente il territorio piacentino, mons. Cevolotto scrive: “Giungo tra voi e trovo una comunità cristiana e presbiterale segnata dal lutto. Ma allo stesso tempo attraversata e rafforzata dalla testimonianza di carità e di dedizione di tante persone. Il mio saluto va innanzitutto a chi è stato attraversato nella propria carne e nei propri affetti dalla sofferenza”.

Mons. Cevolotto ha rivolto un saluto “cordiale e trepidante alle sorelle e ai fratelli in Cristo della Chiesa che è in Piacenza-Bobbio”, dopo la lettura della bolla con cui si dà notizia della sua nomina a vescovo della diocesi emiliana.

“Oggi il Risorto si affaccia alla mia esistenza di prete – ha sottolineato - con una nuova vocazione: una chiamata a seguirlo che prevede un lasciare ed insieme è sostenuta da una promessa. La promessa di un centuplo. Ma questo centuplo c’è già! Siete voi. La promessa la vivremo insieme. La promessa del Signore è una Chiesa con una lunga storia sulla quale desideriamo costruire il futuro in una memoria grata”.

E riferendosi alla pandemia che ha colpito duramente il territorio piacentino, mons. Cevolotto scrive: “Giungo tra voi e trovo una comunità cristiana e presbiterale segnata dal lutto. Ma allo stesso tempo attraversata e rafforzata dalla testimonianza di carità e di dedizione di tante persone. Il mio saluto va innanzitutto a chi è stato attraversato nella propria carne e nei propri affetti dalla sofferenza”.

Non ha mancato di rivolgere poi “un saluto pieno di sincera gratitudine al vescovo Gianni che mi ha preceduto e dal quale raccoglierò la passione per Gesù e il suo Vangelo e il testimone della fedeltà apostolica”.

Insieme ai sacerdoti, ai diaconi, ai consacrati, ai missionari, ai seminaristi e ai giovani, mons. Cevolotto ha voluto ricordare i genitori, gli sposi, e anche coloro che “per vari motivi si sentono poco o per nulla partecipi della vita ecclesiale. Il mio cordiale saluto e l’auspicio che potremo percorrere insieme sentieri di umanità, che potremo pensare e condividere progetti di convivenza civile, sociale e culturale, per aiutare la città e il territorio a ripartire con uno sguardo fiducioso verso una direzione da cercare insieme”.

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