Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Giovanni Battista Scalabrini santo
Il già beato, fondatore della Congregazione dei Missionari di San Carlo Borromeo e della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo Scalabriniane e ispiratore delle Missionarie Secolari Scalabriniane, domenica 9 ottobre sarà proclamato santo.

Domenica 9 ottobre il beato Giovanni Battista Scalabrini sarà proclamato santo. Già vescovo di Piacenza, fondatore della Congregazione dei Missionari di San Carlo Borromeo e della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo Scalabriniane e ispiratore delle Missionarie Secolari Scalabriniane.
Nato a Fino Mornasco, in provincia di Como nel 1839, innamorato di Dio e del mistero dell’Incarnazione, Scalabrini, profondamente commosso dal dramma di tanti italiani costretti a emigrare negli Stati Uniti e nell’America del sud alla fine dell’‘800, non resta indifferente. Si documenta, sensibilizza la società e manda i suoi missionari e le sue missionarie nel mondo per aiutare e sostenere gli emigranti nei porti, sulle navi e all’arrivo nei nuovi Paesi. E’ considerato per questo un padre per tutti i migranti e i rifugiati.
Oggi, presenti in 39 Paesi, sono migliaia i religiosi e i laici scalabriniani che seguono le sue orme e prestano servizio nelle parrocchie, nelle case per i migranti, nelle scuole, negli orfanotrofi, negli ospedali, negli organismi ecclesiali delle Conferenze episcopali e delle diocesi, nei centri studi, nei porti e nelle frontiere di tutto il mondo. Nel gennaio del 1876, a soli 36 anni, fu ordinato vescovo di Piacenza, una diocesi molto ampia, che Scalabrini percorse attraverso ben cinque visite pastorali. Si fece “prossimo del prossimo” con la predicazione, le lettere pastorali e numerose opere caritative.
Si dedicò instancabilmente ai poveri, soprattutto nella carestia del 1879-1880, in cui vendette anche il calice e i cavalli. Fondò l’Istituto Sordomute (1879) e l’Opera Pro Mondariso (1903) per l’assistenza religiosa, sociale e sindacale delle lavoratrici stagionali, addette alla coltura del riso in Piemonte e in Lombardia. Ai temi sociali dedicò anche il libro Il socialismo e l’azione del clero. Celebrò tre sinodi, uno dei quali interamente dedicato all’Eucaristia, mistero di comunione, e promosse il primo Congresso Catechistico Nazionale.
La sua visione delle migrazioni, capace di riconoscere insieme ai problemi anche le risorse, è ancora oggi molto attuale. La sua straordinaria attività di pastore, le numerose iniziative sociali ed il suo farsi “tutto a tutti” scaturivano da una forte contemplazione, che trovava il suo nutrimento nell’eucarestia, nell’accoglienza della croce (“Fac me cruce inebriari”) e in un amore filiale verso Maria. Morì il 1° giugno 1905.