martedì, 17 settembre 2024
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San Pio X, in serata la preghiera degli operatori pastorali

L’intervento del vescovo Michele Tomasi durante la preghiera con i membri del Consiglio pastorale diocesano, del Consiglio presbiterale, dei Consigli pastorali parrocchiali, dei Consigli delle Collaborazioni della Diocesi.

Riportiamo l’intervento del vescovo Tomasi durante la veglia di preghiera delle 20.30 del 6 ottobre, nella prima giornata di presenza delle reliquie di Papa Pio X in cattedrale a Treviso.

Riuniti qui questa sera, al cospetto del corpo del Santo Papa Pio X, chiamati in molti organismi Diocesani e parrocchiali ad esercitare il ministero del consiglio sulla vita della Chiesa, vi invito a fare vostra la preghiera di Salomone, appena succeduto a re Davide, giovane monarca di Israele, il quale ha chiesto a Dio non ricchezza, non potere, non successo nelle guerre, bensì un “cuore che ascolta”.

Questo suo cuore rinnovato, capace di fare spazio al suo interno ad un amore che lo precede e lo supera, questa rinnovata interiorità riconosce di avere bisogno di un principio di comprensione della realtà vitale e affidabile, concreto e veritiero, riconosce al contempo di non potere essere lui criterio e misura del valore delle cose, della differenza tra il bene e il male, e chiede così il dono della sapienza. Egli riconosce infatti, anche di fronte all’apparente forza e potere del re, dell’uomo giovane e pieno di risorse, di dipendere radicalmente da Dio, ha uno

sguardo realistico e sereno sulla vicenda umana sulla terra: sa di essere “uomo debole e dalla vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi”.

E aggiunge addirittura che “Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto, privo della sapienza che viene da te, sarebbe stimato un nulla”. Persino una perfezione di umanità sarebbe nulla, illusoria, se mancasse della sapienza che viene da Dio, se non avesse l’orizzonte dell’eternità divina, e se perdesse il senso profondo del proprio limite, all’interno del quale l’uomo è meraviglioso, ma lo è perché amato da Dio e portatore di una promessa di vita piena e duratura che da solo non è in grado di mantenere.

Omnia instaurare in Christo, era il motto di Papa Pio X: non vi è realtà umana e creaturale che possa sostenersi nella sua verità più profonda senza essere messa in relazione vitale con la sua origine e con il suo fine. Papa Francesco afferma con decisione, nell’esortazione apostolica Laudate Deum: “«Lodate Dio» è il nome di questa lettera. Perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso” (LD, 73).

La chiede al Dio dei padri: riconosce così di essere inserito in una storia, in una tradizione, in un legame di amicizia e di fedeltà che lo precede, che è dei suoi padri prima di lui. Egli sa che dovrà affrontare situazioni nuove ed inedite, ma sa anche della fedeltà di Dio, sa che in passato Egli non ha fatto mancare la sua presenza e la sua assistenza ai padri e alle madri, e in questa considerazione Salomone trova

sostegno e forza. Anche se non può sapere come il Signore aiuterà oggi ad affrontare il presente in vista di un futuro vitale, sa che il Signore non ha mai fatto mancare aiuto e protezione.

Noi guardiamo ora alla vicenda storica di san Pio X non per cercare in essa ricette o soluzioni già confezionate, ma per chiedere al Signore lo stesso atteggiamento di fiducia operosa che fu di Giuseppe Sarto nelle differenti fasi della sua vita e del suo ministero nella Chiesa. Riconoscere le grandi cose che il Signore ha compiuto in lui, in un figlio di questa nostra Diocesi, ci rafforza nella speranza che il Signore non ci lascerà da soli quando dovremo affrontare decisioni e scelte inedite per poter annunciare in maniera efficace e credibile il Vangelo in questo nostro tempo.

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Salomone chiede la Sapienza al Signore della misericordia. È proprio questa la forza suprema ed invincibile di Dio. Non un potere arbitrario sulla vita dell’uomo e del creato, ma la misericordia, l’amore di Dio viscerale, allo stesso tempo tenero, forte e appassionato per ogni creatura, ed in particolare per la persona umana. Non la chiede a un Dio degli eserciti, lo chiede al misericordioso perché sa che solo il misericordioso può donare di comprendere «giustizia e leggi»: la trama delle relazioni dirette e di quelle più ampie nella società può essere formata tenendo conto dell’inviolabile dignità di ogni persona, e del valore agli occhi di Dio di ogni creatura, anche la minima ed effimera: “Perfino l’effimera vita dell’essere più insignificante è oggetto del suo amore, e in quei pochi

secondi di esistenza, Egli lo circonda con il suo affetto” (LS, 77), ci insegna Laudato si’.

Senza lo sguardo misericordioso di Dio la giustizia diventa spietata, la legge arbitrio del più forte.

Egli chiede la sapienza al Dio che tutto ha creato con la sua Parola: si rivolge ad un Dio che entra in relazione con le persone umane, che parla e che si lascia ascoltare, che dice Parole di bene che sono «cristallizzate» nel creato e che risuonano nelle Scritture sante. Il cuore che ascolta riceve in dono le Scritture, i fratelli e le sorelle ed il creato intero, che hanno per lui parole buone per la vita.

La conoscenza della Parola di Dio (papa Pio X fondò l’Istituto biblico a Roma) e dell’insegnamento della Chiesa, (si ricordi la centralità del catechismo), assieme con l’incontro frequente con il Cristo presente nell’Eucaristia, sono stati alcuni dei fondamenti dell’opera di Papa Pio X.

Papa Francesco ci chiede una conversione pastorale e missionaria, che metta al centro di ogni struttura e di ogni istituzione della chiesa l’annuncio del Vangelo all’uomo d’oggi:

“Quando si assume un obiettivo pastorale e uno stile missionario, che realmente arrivi a tutti senza eccezioni né esclusioni, l’annuncio si concentra sull’essenziale, su ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario. La proposta si semplifica, senza perdere per questo profondità e verità, e così diventa più convincente e radiosa” (EG, 35).

Per ridare slancio alla vita delle nostre comunità chiediamo il dono di questa sapienza, che ci faccia scoprire il cuore della nostra fede, per poterla trasmettere come esperienza viva e vitale.

Salomone chiede questa meravigliosa Sapienza, che penetra nel senso profondo dell’essere, della creazione, della vita. Una sapienza che ci dona di apprezzare ciò che piace a Dio, di gustare ciò che a Lui è gradito, di amare con il suo stesso amore:

“Con te è la sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; lei sa quel che piace ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti”.

Salomone ci insegna a pregare così, ed è bene chiedere anche noi questa Sapienza, soprattutto quando esercitiamo il consiglio nella Chiesa, e partecipiamo al discernimento delle vie migliori per vivere la vera fraternità, in vista dell’annuncio del Vangelo.

Questa Sapienza, nella sua forma più piena è Gesù Cristo stesso.

Preghiamo lo Spirito Santo che continui a farci sentire presente accanto a noi il Signore Crocifisso e Risorto,

“perché ci assista e ci affianchi nella nostra fatica e noi sappiamo ciò che è gradito” a Dio.

Perché, ricordiamolo, il Consiglio è uno dei doni dello Spirito Santo, che ci farà agire secondo la virtù della prudenza. Questa non è cautela, o rinuncia a scelte coraggiose, ma al contrario, è la capacità di cogliere il senso delle vicende della vita per prendere decisioni che conducano al maggior bene possibile nelle differenti e concrete situazioni:

“La Sapienza infatti tutto conosce e tutto comprende: mi guiderà con prudenza nelle mie azioni e mi proteggerà con la sua gloria” (Sap 9, 1-6. 9-11).

Questa capacità ha accompagnato la vita e l’opera di San Pio X, lui è stato mosso dall’amore costante per i piccoli e per i poveri, che fossero i bambini o le popolazioni indigene dell’America latina. Anche da loro potremo imparare a scegliere e a decidere per il meglio. Come ci ricorda Papa Francesco “Siamo chiamati a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro (EG, 198).

Ecco una via privilegiata attraverso la quale giunge a noi la sapienza.

Il Signore non ci lascia da soli, e continua a parlarci, a guidarci, a proteggerci: Per intercessione di San Pio X chiediamogli il dono della vera sapienza. Preghiamo ora in silenzio, lasciamoci guidare da questo brano della Scrittura.

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