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Ordinazione dono da accogliere

Le parole di don Luca Volpato che il 25 maggio sarà ordinato presbitero

“Perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv 13, 15). Alcuni mesi fa, in un momento formativo con gli scout, ascoltando il Vangelo di Giovanni, queste parole risuonavano in modo speciale. Pensando a quello che sto per vivere, e stando davanti ai sentimenti che si muovono in questi giorni dentro di me, è ancora questa Parola ad accompagnarmi.

Perché mi ricorda che tutto è nelle mani di Dio. Che alla base del meraviglioso cammino di questi anni, fino alla scelta di diventare prete per la nostra Chiesa, c’è un dono assolutamente gratuito: l’amore del Signore, per me, e per le sue pecore. Come io ho fatto a voi. E la roccia salda sulla quale comincia il tempo di questo ministero, è il suo invito a farne memoria e farne sempre esperienza, per prenderne parte.

E’ in questa consapevolezza che, di fronte a questo nuovo passo, così bello e così grande, provo una profonda pace e una straordinaria libertà; e tanta gratitudine: verso il Signore, e verso chi si è preso cura di me in tanti modi e mi ha fatto incontrare il suo volto.

Io e voi dice, infatti, una relazione in cui è sempre Dio che prendere l’iniziativa, che si mette in moto, ma cerca e sceglie degli interlocutori: non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi; ho desiderato mangiare questa Pasqua con voi; prego per voi... voi: i miei discepoli, i miei amici, le mie pecore, voi chiamati a essere il segno del mio amore.

“Accogliere, oggi, la chiamata a diventare prete per la nostra Chiesa è per me accogliere il dono di una vita piena, in Lui che è Via, Verità e Vita” racconta don Luca. Sarà possibile seguire la diretta della messa, con il rito di ordinazione presieduto dal Vescovo, a partire dalle ore 15.30 sul canale YouTube della Diocesi

Il Signore ha iniziato in un modo speciale questo dialogo con la mia vita quando un giorno, ad un camposcuola, mi ha rivolto la domanda: ma voi, chi dite che io sia? E da quel giorno, in quel voi Gesù aveva scritto anche il mio nome. E la sua domanda aperta ha cominciato a suscitare la mia risposta.

Oggi, per una grazia che non merito, mi preparo a rispondere a quella domanda con tutta la mia vita: perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. E questo sì, pieno di attesa, mi riempie di una gioia grandissima. Mi scopro chiamato a lasciarmi invadere dall’amore che ha salvato la mia vita fino a lasciarmi attraversare, fino a poterlo irradiare e a diventarne uno strumento, perché il Signore raggiunga altri come ha raggiunto me. E’ la gioia del servo, del servo per amore. E’ la gioia di Cristo, che fa la volontà del Padre, e che chiede che quella stessa gioia sia in noi, perché la nostra gioia sia piena.

In questi mesi di ministero diaconale, in Italia come in Ciad, il Signore mi ha donato di ascoltare col suo cuore la sete della Chiesa: sete della sua Parola, sete della sua presenza viva e concreta, sete della sua speranza. Quando vivo questo ascolto, nello spezzare la Parola e condividere l’Eucaristia, nel visitare gli ammalati e nell’ascolto dei giovani, nella gioia di una veglia sotto le stelle o nel dolore di una preghiera davanti a un feretro, scopro che non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me, e così la mia vita è piena. Per questo, accogliere oggi la chiamata a diventare prete per la nostra Chiesa è per me accogliere il dono di una vita piena, in Lui che è Via, Verità e Vita.

Ecco chi è don Luca

Ho 33 anni e sono originario di Ballò (Ve). Figlio di Giovanni e Annalisa, ho un fratello e una sorella, Davide e Sara. Sono entrato nella Comunità vocazionale del Seminario a 24 anni, e nel primo tempo ho conseguito la Laurea in Beni culturali. In poche righe è difficile raccogliere ciò che il Signore ha fatto nella mia vita. Riconosco di aver ricevuto tanto. Attraverso la mia famiglia, nella quale sperimento, nell’amore e nella dedizione, il volto di un Dio che dona se stesso. Nella comunità di Ballò, dove ho passato tanti anni, nell’amicizia e nella gioia del servizio, tra testimonianze di fede e generosità. Nelle comunità parrocchiali nelle quali ho avuto la grazia di crescere in questi anni: S. Martino di Lupari e Scorzè, dove tuttora vivo il ministero. Nel Seminario, che mi ha aiutato a diventare un uomo libero, accompagnando i miei passi nella relazione con Dio e con i fratelli. Attraverso tanti preti incontrati, strumenti della cura di Dio, e testimoni di quanto è bella una vita che si lascia conquistare dalla chiamata di Cristo a seguirlo.

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