Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Mons. Cusinato: educatore e storico “incarnato” nella sua Chiesa
Questa mattina, 6 ottobre 2023, si è spento a 90 anni nella Casa del clero di Treviso, mons. Lino Cusinato. Era nato a Galliera Veneta il 24 marzo 1933. Formatosi nel Seminario trevigiano, fu ordinato prete l’8 giugno 1958. Nel settembre dello stesso anno fu nominato assistente al Collegio Vescovile Pio X; l’anno successivo cappellano a Pederobba; nel 1961 rientrò al Collegio Pio X come assistente. All’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano si laureò in filosofia nel 1968: da qui l’insegnamento di filosofia e storia presso il Collegio Pio X e il Seminario. Insegnò anche alcuni anni presso l’istituto magistrale Duca degli Abruzzi. Nel 1975 fu chiamato come educatore della comunità giovanile del Seminario nella quale rimase fino al 1979, quando, nominato vicedirettore della Vita del Popolo, venne aggregato alla comunità dei sacerdoti Oblati diocesani. Nel 1983 assunse la direzione del settimanale diocesano, “La Vita del popolo, che rinnovò e rilanciò, contribuendo alla nascita a livello nazionale della Federazione dei settimanali cattolici, la Fisc.
Nel 1987 venne nominato arciprete abate del Duomo di Castelfranco Veneto, dove rimase fino alle dimissioni nel 2010. Al termine del suo servizio di parroco tornò presso la comunità degli Oblati, nella quale successivamente ha svolto anche la funzione di preposto. In questi anni si è dedicato alle ricerche storiche e a favorire ed alimentare la conoscenza e la devozione verso il beato Andrea Giacinto Longhin, soprattutto attraverso la rivista «Maestro e Padre», della quale era direttore.
Pur essendosi laureato in filosofia la sintonia culturale di don Lino non è andata tanto all’aspetto teoretico e speculativo della disciplina, quanto piuttosto a quello pedagogico. Potremmo quasi dire che nella sua lunga missione di prete che ha toccato diversi aspetti del ministero si è autocompreso come «educatore» dei giovani collegiali del collegio Pio X e quindi dei seminaristi, ma poi più in generale dell’intero popolo di Dio.
Con il suo arrivo al settimanale diocesano inizia la sua carriera di giornalista e di scrittore, attento alle problematiche contemporanee, ma non meno alle radici storiche che costituiscono l’identità culturale, religiosa, sociale, civile del territorio. Gli interessi storici coltivati dall’autore nel corso degli ultimi quarant’anni riguardano prevalentemente la storia religiosa e pastorale della Diocesi di Treviso, con un’attenzione particolare alla città di Castelfranco Veneto, dove ha svolto il ministero di abate-arciprete della parrocchia del Duomo dal 1987 al 2010. Leggendo le sue pubblicazioni si può riconoscere che, insieme ad una predisposizione intellettuale a interpretare gli eventi nella prospettiva storica, troviamo come motivazione fondamentale un forte senso di appartenenza alla diocesi e al presbiterio trevigiani, con i quali sussiste non solo un legame istituzionale e sacramentale, ma anche un forte coinvolgimento affettivo.
La maggior parte dei suoi lavori si concentra nell’arco di tempo che va dalla seconda metà dell’800 fino al Vaticano II. Potremmo chiamare questo periodo il secolo d’oro della chiesa trevigiana, che non ha avuto eguali nel corso della sua storia. Questo tempo è stato caratterizzato ai suoi inizi dalla nascita e dallo sviluppo del movimento cattolico nell’ultimo quarto del secolo XIX, con il fiorire di iniziative di carattere sociale, economico, (ricordiamo fra tutte le casse rurali) associativo e religioso. Nel corso del sec. XX, grazie ad un forte impegno formativo, la diocesi ha raggiunto cifre da primato per quanto riguarda l’associazionismo cattolico, le vocazioni al sacerdozio diocesano, alla vita religiosa maschile e femminile, agli istituti missionari. Numerose intuizioni pastorali partite da Treviso si sono poi allargate all’Italia intera. I cattolici trevigiani nel secondo dopoguerra hanno dato forma alla società civile con la loro forte presenza soprattutto in ambito sociale, sindacale, politico. Il nostro autore preferisce rileggere sinteticamente le vicende della chiesa trevigiana, in genere, a partire da alcune figure significative di vescovi, di sacerdoti, o di religiose (come suor Maria Oliva Bonaldo, canossiana e poi fondatrice delle Figlie della Chiesa), o di laiche consacrate (come Lucia Schiavinato, fondatrice dei Piccoli Rifugi per persone disabili e delle Volontarie della Carità), con una prospettiva interpretativa che, pur essendo saldamente ancorata al dato storico, potremmo definire tipicamente spirituale. In altre parole, si potrebbe anche dire che quella che don Lino propone è una storia della testimonianza e della santità cristiana, così come storicamente si è data nell’età contemporanea in Diocesi di Treviso.
Le due opere principali composte da don Cusinato, che costituiscono la sintesi maturatasi durante il tempo delle sue ricerche precedenti, sono le due biografie destinate ai vescovi trevigiani, la prima, uscita nel 2017 è dedicata al vescovo Longhin. L’autore vede nell’episcopato del beato Longhin una svolta importante nelle vicende della chiesa diocesana; la sua figura ha inciso a lungo sull’impianto pastorale e spirituale della diocesi trevigiana. L’impianto formativo e spirituale dato da Longhin si è espresso in figure significative, ma anche meno note, del clero e del laicato. Si vedano a questo proposito i profili pubblicati da Cusinato nell’ultimo decennio sul periodico «Maestro e Padre» degli Amici del beato Andrea Giacinto Longhin. La seconda biografia, pubblicata nel 2022 riguarda il successore ed erede del vescovo beato, mons. Antonio Mantiero.
È noto lo stile narrativo dell’autore: pur non discostandosi mai da una descrizione minuziosa e puntuale del dato storico, dietro la sua facile penna non è difficile scorgere la passione dell’uomo di Chiesa e la sua lettura di fede degli eventi. Come egli stesso afferma, la sua è una «memoria riconoscente» che si fa voce di una Chiesa.