Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Don Silvano Perissinotto è il nuovo direttore dell’ufficio Migrantes
La Diocesi di Treviso, assieme ed in comunione con le diocesi che sono in Italia, ha a cuore la cura pastorale, l’accompagnamento e la promozione di tutto quanto riguarda la vita di quanti si trovino ad essere migranti, per qualunque motivo nella situazione di vivere lontano dalla loro terra di origine o in una condizione non del tutto stabile di residenza.
La “fondazione Migrantes”, l’organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana che si interessa della tematica, indica i soggetti cui si rivolge l’opera di questo ambito pastorale: “gli immigrati stranieri; i migranti interni italiani; i rifugiati, i profughi, gli apolidi e i richiedenti asilo; gli emigrati italiani; la gente dello spettacolo viaggiante; i Rom, Sinti e nomadi.
Si tratta, come si vede, di persone e situazioni tra di loro molto differenti, con questioni specifiche e molteplici attenzioni da prestare e con uno spettro di azione potenzialmente ampio come il mondo intero.
Questa cura pastorale che è del Vescovo e dell’intera Diocesi, si manifesta e si realizza concretamente in diocesi di Treviso tramite l’opera dell’Ufficio diocesano per la Pastorale delle Migrazioni, istituito nel 1995 dal vescovo Paolo Magnani.
L’Ufficio svolge un compito di conoscenza dei fenomeni migratori, in particolare della loro consistenza sul territorio diocesano, e una funzione di promozione e di accoglienza delle persone migranti. In particolare cura l’assistenza religiosa orientata a “favorire la vita religiosa dei migranti, in particolare modo dei cattolici, stimolando percorsi e strumenti di evangelizzazione e catechesi, con attenzione alla vita liturgica e alla testimonianza della carità, nel rispetto delle diverse tradizioni e per un loro fruttuoso inserimento nelle Chiese particolari” (Statuto della Fondazione Migrantes, art. 4). Assieme alla Caritas e ad altri organismi diocesani si fa carico delle situazioni di accoglienza e di integrazione nel tessuto diocesano dei migranti.
Finora l’ufficio è stato diretto da don Bruno Baratto, che ha assunto da poco la direzione della Caritas tarvisina. Ora ho deciso di nominare come nuovo direttore don Silvano Perissinotto, che da qualche mese a questa parte aveva già assunto l’incarico di vice direttore. Ringrazio di cuore don Bruno, per il lavoro svolto, e don Silvano, per la disponibilità ad assumere il nuovo incarico. Negli ultimi mesi insieme mi hanno aiutato nella preparazione e nello svolgimento della visita pastorale che sto vivendo, rivolta alle comunità di cattolici provenienti da altri Paesi e culture presenti in diocesi: ho approfittato con grande piacere del loro aiuto e dello spirito di collaborazione tra di loro e con i sacerdoti stranieri responsabili delle comunità.
Il mio grazie va anche a don Marco Cagnin, responsabile del settore che si rivolge ai Fieranti e ai Circensi, e a suor Liliana Bettinsoli per la cura pastorale delle comunità Sinti e Rom. Grazie anche alla cooperatrice pastorale Nadia Scabello che continua a prestare il suo servizio e la sua competenza all’ufficio.
Ringrazio volentieri anche per la preziosa opera nei confronti dei trevigiani emigrati in tante parti del mondo svolta dall’associazione internazionale “Trevisani nel Mondo”, nata per iniziativa di don Canuto Toso nel 1973. Sarà importante anche nel futuro la collaborazione convinta tra l’Ufficio e l’Associazione.
Compito principale dell’Ufficio sarà quello di aiutare le comunità cristiane a riconoscere il valore dei fenomeni migratori, la presenza viva di tanti migranti in Diocesi, il legame vivo con i tanti trevisani nel mondo, e soprattutto curare che la vita di fede e comunitaria dei cattolici provenienti da altre parti del mondo possa svolgersi tanto nelle forme proprie della loro cultura, lingua e tradizione, quanto in un rapporto vivo con le comunità parrocchiali della nostra diocesi, affinché il contributo di tanti fratelli e sorelle provenienti da lontano possa arricchire la vita cristiana di tutti e diffondere il concreto esercizio della fraternità.