Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
A Boa Vista il funerale di don Edy Savietto. Il vescovo Spengler: “Missionario del sorriso, dedicato al Vangelo”
Dopo le celebrazioni tenutesi la sera del 20 dicembre presso la canonica di Nostra Signora di Aparecida a Boa Vista e nella città di Pacaraima, dove don Edy Savietto svolgeva la sua missione, la cattedrale di Boa Vista ha ospitato l’ultima delle celebrazioni esequiali la sera di ieri 21 dicembre, prima che il suo corpo sia cremato e le sue ceneri siano portate alla sua famiglia nella diocesi di Treviso, in Italia, che lo aveva inviato in missione un anno fa. Alla celebrazione hanno partecipato molti familiari e amici del missionario defunto, che hanno seguito l’evento dall’Italia attraverso i social media.
Dom Evaristo Spengler, vescovo della diocesi di Roraima, all’inizio della celebrazione ha detto di essere grato per le espressioni di solidarietà e comunione in questo momento di dolore, tra cui quelle inviate dalla Regione Nord1, dalla Repam e dal vescovo della diocesi di Treviso, mons. Michele Tomasi, ma anche per la certezza della Risurrezione e di una vita realizzata nell’amore di Dio.
Nell’omelia, dopo aver salutato le diocesi di Treviso, Vicenza e Padova, in Italia, che partecipano ai progetti missionari nella diocesi di Roraima, il vescovo Evaristo Spengler ha esordito ricordando il testo del Vangelo: “Io sono la Risurrezione e la Vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà”. Ha riflettuto sul Signore che ci sorprende, parlando di Dio come “il Dio dell’inaspettato”, e leggendo quanto accaduto nella diocesi di Roraima, in cui due sacerdoti sono morti di infarto in quindici giorni, come parte del Mistero di Dio, insistendo sul fatto che “non spetta a noi chiedere, perché la nostra visione è limitata rispetto all’immensità del nostro Dio”, chiedendosi che cosa il Signore voglia dalla diocesi di Roraima all’interno della realtà che sta vivendo.Ricordando la persona di don Edy, il vescovo ha detto che egli contribuisce a illuminarci, sottolineando il suo sorriso, la sua gioia, la sua cordialità, la sua accoglienza, che conquistava tutti.
Secondo il vescovo, il missionario defunto aveva recentemente manifestato il desiderio di rimanere per tutta la vita con la gente di Pacaraima, cosa che alla fine è avvenuta. Un missionario che ha lasciato la sua famiglia e la sua terra per venire a Pacaraima e unire la sua passione e il suo amore a questa terra, ha ricordato dom Evaristo Spengler, che ha insistito sul fatto che il suo cuore era pieno di amore e di accoglienza e ha ricordato il desiderio che aveva, dopo aver partecipato al 5° Congresso missionario nazionale a Manaus, di un progetto missionario nella diocesi di Roraima che comprendesse tutte le comunità, le aree missionarie e le parrocchie, promuovendo lo spirito missionario tra tutti.
Il Vescovo ha descritto il missionario defunto come una persona che si è dedicata completamente alla causa del Vangelo. Ricordando le parole di san Francesco d’Assisi, dom Evaristo Spengler ha detto che “la morte è la porta della vita”, insistendo sul fatto che con la sua morte si è aperta per Padre Edy la porta della vita definitiva, ricevendo l’abbraccio del Padre in cielo.Sacerdoti, religiose, missionari e migranti hanno ringraziato per la vita e la missione di don Edy, il quale, ha detto, ha scoperto che dopo 25 anni come sacerdote, a Roraima la sua vocazione sacerdotale aveva chiuso il cerchio, perché quella era la vocazione sacerdotale che aveva sempre sognato, servire il prossimo, soprattutto i più poveri, in una terra dove aveva deciso di dare la sua vita. Una vita segnata dalla semplicità, dalla gioia e dalla sua grande umanità, che ha testimoniato nella sua vita di missionario nella diocesi di Roraima, dove ha lasciato il suo seme.
(Luis Miguel Modino - dal sito CNBB - Norte1)